In un messaggio municipale la richiesta di credito per rinnovare e rendere più moderna la struttura, che ha ormai 60 anni
Un importante credito sui banchi del Consiglio comunale di Lugano. Parliamo di un messaggio municipale da 30,95 milioni di franchi, che servirà a rinnovare e potenziare la stazione di trattamento dell’acqua potabile di Cassarate e sostituire le condotte di captazione e restituzione a lago. L’Esecuitvo intende mettere mano all’impianto, risalente al 1965, in quanto non risponde più agli standard tecnici e normativi attuali e ha una capacità limitata a 200 litri al secondo. Il progetto mira a triplicarla, portandola a 600 litri al secondo, garantendo una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento e migliorando la qualità dell’acqua potabile distribuita.
I lavori previsti si possono dividere in due zone. Il primo riguarda l’edificio esistente a Cassarate e inizialmente costruito dagli allora Comuni di Castagnola e Viganello. Questo intervento prevede l’ampliamento e il risanamento della struttura, con l’aggiunta di moduli di filtrazione su carbone attivo e di ultrafiltrazione, oltre alla creazione di nuovi spazi tecnici ed elettrici. Il tetto sarà dotato di un impianto fotovoltaico composto da 138 pannelli, con una potenza di circa 65 kWp, sufficiente a coprire parte del fabbisogno energetico dell’impianto. Parallelamente, sarà realizzata una nuova infrastruttura di captazione e restituzione a lago, composta da due condotte, per una lunghezza totale di circa 630 metri. L’opera sarà eseguita con una tecnica di perforazione teleguidata, evitando scavi invasivi.
Per la stazione dell’acqua il costo previsto è di 26,54 milioni di franchi e per la struttura di captazione il costo è di 4,41 milioni di franchi. La Città prevede un sussidio cantonale del 10% e l’ammortizzamento in 10 anni: pertanto a bilancio il costo annuale sarà di 1,38 milioni di franchi. Data la situazione finanziaria, si legge, per coprire i costi, probabilmente a partire dal 2029, “si renderà necessario un adeguamento delle tariffe dell’Azienda Acqua Potabile per raggiungere la parità tra entrate e uscite”.