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Parco solare al Tamaro, ai voti il concorso pubblico

Il Patriziato di Mezzovico-Vira riconvoca l’assemblea per la concessione del diritto di superficie. Il ricorrente si toglie qualche sassolino dalla scarpa

Il rendering del progetto a oltre 1’700 metri di altitudine
(©LAND)
19 luglio 2025
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Torna il sereno sull’alpe Duragno. Verrà messa ai voti il prossimo 22 luglio la pubblicazione di un concorso pubblico per concedere in diritto di superficie il terreno sulle pendici del Monte Tamaro di proprietà del Patriziato di Mezzovico-Vira su cui dovrebbe sorgere il parco solare alpino. Per la terza volta, quest’anno, la questione torna all’ordine del giorno in un’assemblea alla Gisora. Scontata l’approvazione del messaggio che prevede, citiamo, “la messa a concorso di parte della particella 3040 RF Mezzovico-Vira per la realizzazione di un parco solare alpino e la sottoscrizione di un diritto di superficie della durata di minimo 30 anni”.

L’ente pubblico ci guadagna

Tanto per cominciare, il bando di concorso è già in consultazione e include condizioni nettamente più vantaggiose, a livello finanziario, rispetto alla precedente convenzione, sottoscritta tra la S’Rok Sa e il Patriziato, ma bocciata dal Tribunale amministrativo cantonale, nella stessa sentenza nella quale ha imposto il concorso pubblico. Sì perché, non c’è più il calcolo del compenso in base alla produzione di energia. Invece, si è optato per una retribuzione di 1,15 franchi al metro quadrato. Il vantaggio quale sarebbe? Il calcolo è presto fatto: la superficie del terreno concessa in diritto di superficie per 30 anni è di 80mila m2. All’anno sono 92mila franchi, ossia circa 22’000 in più rispetto alla precedente convenzione, che peraltro è stata invalidata. Sull’arco del trentennio sono 660mila franchi, oltretutto indicizzati. Un risultato ottenuto anche grazie alla battaglia avviata da Marco Minelli, residente a Mzzovico-Vira e patrizio, che, però, viene additato come colui che ha tenuto in ostaggio il Patriziato.

Il ricorrente non ha tornaconti personali

Minelli, la stessa persona che ha pure firmato alcuni dei ricorsi, vuole fare chiarezza e togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Anzitutto, i suoi non sono mai stati capricci come qualcuno ha fatto credere e pubblicare su un altro mezzo di informazione. Semplicemente, lui, in quanto patrizio, ha voluto fare gli interessi dell’ente pubblico, ha chiesto trasparenza nell’assegnazione del sedime, garanzie finanziarie per la dismissione dell’impianto e di rivalutare la concessione in termini di resa economica a favore del Patriziato. E un’altra cosa non proprio secondaria: il rispetto della legge. Inoltre, Minelli precisa che non ha alcun tornaconto personale se il progetto dovesse sfumare, non fa parte di alcun Consiglio di amministrazione né riceve lavori o incarichi in cambio delle sue contestazioni (la maggior parte delle quali sono peraltro state accolte, ndr).

L’avessero ascoltato a fine 2023...

Se i promotori e il Patriziato avessero dato retta alle questioni che aveva sollevato a fine 2023, il progetto sarebbe forse già decollato. Una prima assemblea, quest’anno, era stata indetta lo scorso 24 febbraio, ma ha dovuto essere annullata: in quell’occasione l’Ufficio patriziale aveva presentato un primo messaggio concernente il medesimo oggetto senza tuttavia depositare in Cancelleria comunale i documenti delle trattande all’ordine del giorno. Eppure, anche in questo caso la responsabilità del ritiro del massaggio viene attribuita a Minelli. Invece, il messaggio all’ordine del giorno della seconda assemblea, convocata lo scorso mese di aprile, non faceva cenno delle indispensabili garanzie finanziarie, che erano state richieste dall’autorità cantonale in sede di esame preliminare. Nella prossima assemblea, i patrizi voteranno un messaggio e un bando di concorso che, nella sostanza, ricalcano tutte le obiezioni che il ricorrente aveva sollevato a più riprese in precedenza.

Restano alcuni ricorsi pendenti

Da qualche mese il progetto è stato ripreso da Ail Sa, che ha assunto un’ampia maggioranza del consorzio a conduzione del progetto (una quota di circa l’80%). Lo conferma, interpellato da ‘laRegione’, Angelo Bernasconi, presidente della direzione di Ail, che si dichiara soddisfatto di come sta procedendo e del fatto che il ricorrente abbia salutato favorevolmente la conduzione del progetto da parte di Ail. «Se dovesse arrivare l’approvazione del messaggio da parte dell’assemblea patriziale, resterebbero pendenti il ricorso presentato al Dipartimento del territorio e i ricorsi all’autorità di sorveglianza e di controllo per gli impianti elettrici», osserva Bernasconi, precisando che in quest’ultima procedura è stata depositata una “Notizia ambientale sull’impatto degli impianti elettrici” che sintetizza gli aspetti del Ria specifici alla nuova linea elettrica interrata.

Due Ria in apparente contraddizione

A proposito di Ria, il patrizio informa che esiste un altro documento Ria allestito dalla Planidea Sa, su richiesta dei Comuni di Monteceneri e Mezzovico-Vira, nell’ambito di una modifica di Piano regolatore necessaria per consentire l’edificazione di un ristorante panoramico e il prolungamento della funivia dall’alpe Foppa al Motto Rotondo. Ebbene, sempre secondo il patrizio, tale Ria che riguarda una zona poco distante (in termini di centinaia di metri) dell’area sulla quale sorgerebbe il parco solare, solleverebbe dubbi e perplessità di carattere ecologico e ambientale, tali da ritenere sconsigliabili gli insediamenti previsti. Minelli, che si chiede come sia possibile che per la stessa zona siano stati allestiti due Ria in apparente contraddizione, ha chiesto la documentazione al Municipio tramite la legge sulla trasparenza, ma l’autorità gli ha negato l’accesso ai documenti. Il patrizio chiede che fine abbia fatto la tanto ventilata comunità di consumo, perché pare che sia sfumata e al momento attuale l’energia prodotta sarà solo immessa in rete e consumata dove necessita.