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Campione d’Italia, sono 14 i rinvii a giudizio

Gestione fallimentare di Comune e casa da gioco: il processo in aula penale verrà celebrato il 23 dell’anno prossimo

Una veduta dell’enclave dal lago
(Ti-Press)
17 luglio 2025
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Il giudice delle udienze preliminari Cristiana Caruso del Tribunale di Como, accogliendo le richieste formulate lo scorso giugno dalla pm Antonia Pavan, sostituto della Procura lariana, ha rinviato a giudizio quattordici dei sedici indagati, coinvolti nella fallimentare gestione del Casinò di Campione d’Italia, chiuso nell'estate 2018 (e riaperto nel gennaio 2022), sotto il peso di debiti per 133 milioni di euro (in parte ancora da pagare). Imputati che ricordiamo (se ne parla da quasi tre anni) sono accusati a vario titolo di diverse tipologie di bancarotta, dissipazione e distrazione di fondi. Il processo in aula è stato fissato per il 23 aprile del 2026.

Per ora non ci sono rischi di prescrizioni, ma considerati i tre gradi di giudizio, non si esclude che anche questo processo possa finire in un nulla di fatto. Insomma, non si riuscirà a sapere se nella disastrosa gestione di Comune e Casinò (schiacciati da 200 milioni di debiti) ci sono responsabilità da parte di chi tra il 2013 e il 2018 ha amministrato le due importanti realtà dell’enclave. A processo vanno due ex sindaci, i componenti del Cda e gli ultimi due ex amministratori delegati, due ex funzionari comunali ed esponenti di spicco della Banca Popolare di Sondrio. La giudice ha prosciolto un funzionario della banca e condannato a due anni uno degli imputati minori. Comune e Casinò si sono costituiti parte civile, nei confronti di tutti gli imputati, ma non della banca a seguito di un accordo transitivo che alla Bps è costato 24 milioni di euro.