Blitz di protesta di Sev, Ocst e Unia ai cancelli della Snl a Cassarate. Per la Società e l'Associazione di categoria ‘misure dolorose ma inevitabili’
Tre persone sono state licenziate nelle ultime ore dalla Società navigazione di Lugano (Snl). A denunciare l’accaduto sono stati i sindacati Sev, Ocst e Unia con una «conferenza stampa spontanea» organizzata all’esterno della sede della Snl, sul cui cancello è stato affisso uno striscione con la scritta ‘vergogna’. Quelli comunicati martedì sono «licenziamenti abusivi e antisindacali che vanno immediatamente ritirati», sono state le parole di Angelo Stroppini, segretario del Sindacato del personale dei trasporti, al suo fianco Stefano Pensotti di Ocst e Giangiorgio Gargantini di Unia. Nel mirino della direzione di Snl sono finiti due cittadini svizzeri e un frontaliere, «tre lavoratori impegnati sindacalmente per difendere i diritti dei colleghi e ottenere condizioni di lavoro conformi alla legge. È estremamente grave». Il conflitto tra le parti è più che mai aperto. Prova ne è la denuncia presentata il 9 luglio dalla Snl contro gli organi sindacali per aver leso l'immagine dell'azienda pubblicamente (l’istanza di conciliazione si terrà il 26 agosto alle 9.30 alla Pretura di Lugano). E il timore dichiarato è che alle tre disdette potrebbero seguirne altre. Il sindacato Sev ha annunciato l’avvio di una petizione, che verrà inviata a tutte le imprese di navigazione Svizzere, a sostegno dei tre licenziati, ma anche di coloro «che si trovano in balia di un datore di lavoro senza scrupoli».
Stroppini ha ricordato quanto successo nelle settimane che hanno portato alla citata denuncia e all'ultimo sviluppo. A partire dallo scorso 4 giugno, quando la direzione ha convocato tutto il personale di Snl in assemblea per riferire di decisioni – “destinate ad avere un impatto sullo sviluppo e sul rilancio di Snl”, come emerso da documenti interni – prese dal CdA il mattino stesso con una rilevanza per il futuro dell’azienda e per ciascun collaboratore. Come previsto dal Contratto collettivo di lavoro, due giorni dopo i sindacati hanno chiesto di aprire una discussione sul tema, senza ottenere risposta. «Il 10 giugno – ha ricordato ancora Stroppini – una telefonata del direttore ci ha comunicato che a tempo debito saremmo stati convocati per discutere». Dieci giorni più tardi, «per Snl il dialogo è stato l'inoltro ai sindacati della disdetta straordinaria del Ccl per i dipendenti sul Lago maggiore. Visto che siamo stati esclusi dalla discussione, l’associazione del personale – ha aggiunto Stroppini – ha intavolato trattative con la direzione che a definirle maldestre è ancora un complimento allo scopo di comprimere i costi e risparmiare». Trattative definite «maldestre perché non c’è stato nessun mandato chiaro del personale, nessun feedback allo stesso se non quello di seminare ulteriore paura comunicando al personale di sapere quanti licenziamenti ci saranno».
Una delle tre persone licenziate ha voluto testimoniare l'accaduto con un messaggio vocale. “Il momento peggiore – ha detto – non è stato ricevere la comunicazione del licenziamento ma constatare che non c’è stato nessun confronto diretto”. La motivazione ufficiale “è stata una riorganizzazione aziendale, una formula generica dietro la quale si nasconde spesso una volontà di allontanare chi non si adegua”. Stroppini ha aggiunto che il giovane in questione è «un delegato sindacale, e comunque una voce critica che svolge in Snl il ruolo di responsabile degli acquisti. Una figura chiave che andrà sostituita». Il secondo licenziato è invece un «navigante membro della commissione del personale, che godrebbe di una protezione particolare, ma essendo una voce critica è da licenziare». Per Stroppini si tratta di «due chiari licenziamenti antisindacali: l'ennesimo atto vergognoso di questa azienda e il chiaro segno di una politica di repressione e intimidazione». La terza persona ha «un'unica colpa: aver fatto intervenire il sindacato per il rispetto della legge sulla durata del tempo di lavoro». Nell'ambito delle misure di risparmio «ad altri colleghi è stata proposta la riduzione del tempo di lavoro all'80%». Ipotesi che ha portato Stroppini a chiedersi «come potranno essere garantiti i servizi con meno personale visto che l'orario ufficiale è già stato stampato». I sindacati hanno inoltre chiesto un colloquio con il cantone a seguito dell'incontro che quest'ultimo ha avuto tre settimane fa con Snl.
Per i sindacati «le premesse fatte dieci anni fa sul rilancio dell'azienda, che annuncia misure di risparmio ma perde occasioni per ottenere ulteriori introiti, sono disattese. Siamo sicuri – ha chiesto in conclusione Stroppini – che i soldi dei contribuenti debbano confluire continuamente in un pozzo senza fondo? Forse è arrivato il momento di valutare altri attori». Per questo, con un volantino che è stato distribuito in contemporanea anche al debarcadero di Locarno, oltre al ritiro dei licenziamenti i tre sindacati chiedono “l'intervento urgente delle autorità politiche e istituzionali del cantone e della Città e lo stop a ogni finanziamento pubblico a chi calpesta i diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici”. Giangiorgio Gargantini ha voluto «dosare le parole» per definire «una situazione gravissima» arrivata dopo che «i sindacati sono stati licenziati da questa azienda perché abbiamo ricevuto disdetta, che stiamo contestando, dal Ccl e siamo stati a nostra volta denunciati. Il tutto con la complicità di uno pseudo-sindacato, l'associazione del personale, che abbiamo già definito come Tisin 2.0».
Inevitabile, di fronte alla denuncia del fronte sindacale, non rincorrere i vertici della Snl, la Società navigazione del lago di Lugano, per raccogliere una loro prima reazione, un commento, e capire la portata delle misure di risparmio e le eventuali ripercussioni future, sullo sfondo un deficit globale di circa 2 milioni annunciato il giugno scorso ad azionisti e personale. Alla serie di domande poste da ‘laRegione’ la Snl, per voce del suo direttore Simone Bianchi, ha risposto nel pomeriggio inoltrato con una nota stampa. La Società, in effetti, conferma che, proprio "nell’ambito del progetto di razionalizzazione e rilancio annunciato nel corso dell’Assemblea degli azionisti e durante l’incontro con i collaboratori dello scorso 17 giugno, ha dovuto procedere all’interruzione del rapporto di lavoro con quattro collaboratori". Di conseguenza, "pur dolorosa, questa decisione è una delle misure individuate in accordo con le proprie controparti sociali, volte a garantire un futuro solido alla società, minimizzando l’impatto sui posti di lavoro, senza tuttavia rinunciare agli importanti progetti di sviluppo, fondamentali per il rilancio dell’azienda". La Snl fa sapere altresì di aver già informato le autorità – il governo cantonale è stato aggiornato giusto mercoledì –, "in una rinnovata ottica di dialogo".
Conti alla mano, insomma, oggi l'azienda ha necessità di risparmiare un milione di franchi, ci spiega dal canto suo Natalia Ferrara, presidente dell'Associazione del personale operante nel trasporto lacuale e terrestre Ticino. E ciò a fronte di costi di gestione che superano le entrate. Ecco che il piano rappresentava un passaggio obbligato e gli effetti avrebbero potuto essere anche più pesanti. «Con l'Associazione e la Commissione del personale e tanti volontari – personale viaggiante, amministrativo e di cantiere – abbiamo cercato e proposto tante misure diverse per limitare l'impatto e non ridursi a risparmiare solo sulla pelle dei dipendenti con dei licenziamenti – tiene a far sapere Ferarra –. Certo per le persone toccate è difficile e doloroso. Va detto che altre 100 restano in azienda. L'obiettivo di questa riorganizzazione, d'altra parte, è permettere loro di continuare a lavorare». Come dire che è stata una separazione, quella dai giovani collaboratori rimasti senza lavoro, non voluta ma necessaria: le busta paga, del resto, rappresentano il 70 per cento delle spese aziendali.
La Snl, in altre parole, con le sue sole forze farà fatica a fronteggiare una situazione tanto complessa. Ora quindi, fa capire Ferrara, ci si aspetta un aiuto dalle istituzioni, visto il ruolo di interesse pubblico, e non solo turistico, assicurato. Ovvero, innanzitutto dal Cantone, poi dai Comuni (Lugano e Locarno in primis), ai quali ci si è detti pronti di recente ad aprire l'azionariato della Società. «Come Associazione, al fianco la Commissione – ricorda la presidente –, già un mese fa abbiamo scritto al Consiglio di Stato e chiesto di essere ricevuti. Il personale vorrebbe vedere un sostegno dalla politica per il servizio che svolge».
C'è da attendersi altre misure? «Nell'immediato, no – ci risponde Natalia Ferrara –. Si sta comunque considerando tutto: l'offerta in generale sull'arco dell'anno, le corse, il costo delle varie tratte, l'opportunità di mantenerle. Non sono però state prese ancora delle decisioni».