Luganese

Da Gaza a Trump, l’appello di Ghisletta a non voltar la testa

L’allocuzione per la Festa nazionale del municipale di Lugano è ispirata dal sindaco Giacomo Luvini Perseghini, che nell’Ottocento lottò per la democrazia

Il municipale Ps Raoul Ghisletta
(Ti-Press)
1 agosto 2025
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«Di fronte ai problemi non dobbiamo voltare la testa e tacere, non guardiamo altrove per meschini interessi di bottega». È stata un’allocuzione del Primo d’agosto all’insegna dell’attivismo, quella del municipale di Lugano Raoul Ghisletta, intervenuto questa sera in piazza della Riforma. E proprio dalla Riforma democratica del 1830 e da uno dei suoi protagonisti, Giacomo Luvini Perseghini che sarà sindaco della città per trentadue anni, si è articolata la riflessione del municipale socialista.

Un discorso che ha più volte toccato grossi temi internazionali: dai conflitti nel mondo a quelli a Gaza e in Ucraina in particolare, dalla crisi della cooperazione internazionale a causa delle politiche di Donald Trump fino all’ascesa dei super ricchi e alle conseguenti disparità. La chiave di lettura per le emergenze è da ricercarsi in quello spirito che ha animato Luvini Perseghini, Stefano Franscini e gli altri riformisti del tempo, che hanno trasformato la Svizzera in una democrazia attorniata da Paesi reazionari e illiberali. Regimi che hanno portato alla Prima e alla Seconda guerra mondiale. «E anche oggi si preannunciano nuovamente i tempi bui della guerra, della prevaricazione e delle oligarchie», l’amara riflessione di Ghisletta.

In un costante parallelismo con l’Ottocento – e forse con qualche frecciatina nei confronti di alcuni colleghi di Municipio –, il municipale ha detto che il sindaco di allora non avrebbe avuto paura di denunciare gli attacchi contro i civili in Ucraina, i massacri e la carestia a Gaza, né capirebbe «perché il Consiglio federale e l’Occidente democratico non hanno il coraggio di adottare nei confronti di Israele le medesime sanzioni prese nei confronti della Russia e perché la Svizzera democratica non ha ancora riconosciuto la Palestina come Stato». C’è poi Trump che mina la cooperazione internazionale su temi importanti quali l’ambiente e la lotta alle discriminazioni: «Luvini Perseghini non se ne sarebbe stato zitto e non avrebbe approvato la scandalosa ascesa dell’oligarchia dei super ricchi, che ormai vuole dettare legge anche in politica».