Avanzano i lavori per la centrale di teleriscaldamento di Ail che sostituirà il vecchio impianto a olio combustibile e servirà centinaia di abitazioni
Un passo avanti verso la produzione di energia da fonti rinnovabili. È quello che si sta compiendo a Melide, dove la centrale di teleriscaldamento dovrebbe entrare in funzione a inizio 2027. La centrale, in base al progetto definitivo, costerà in totale 5,5 milioni di franchi e prevede due pompe di calore. Per le condotte (da immaginare come tubi isolati) della rete di collegamento, invece, si prevede una spesa di 2,3 milioni (quasi a consuntivo) per il nucleo, mentre serviranno altri 1,5 milioni per i tubi lungo via alla Bola e quelli che portano dal pozzo di captazione alla centrale. Le Ail Sa si assumono la maggior parte dell’investimento complessivo che si aggira sui 9,3 milioni di franchi. La centrale avrà una potenza massima di 2,2 megawatt ma è stata concepita con la possibilità di costruire una terza pompa di calore. Questa opzione aumenterebbe la potenza a 3 megawatt e realizzando altri mille metri di condotta, si potrebbero allacciare più abitazioni.
A illustrarci le principali cifre dell’infrastruttura è Angelo Bernasconi, presidente della direzione di Ail Sa. Con due pompe di calore quante economie domestiche potrebbero essere servite? «Difficile stabilirlo, dipende molto dalle condizioni di coibentazione delle abitazioni – risponde Bernasconi –. Calcolando una potenza media di consumo di 15 kilowatt per casa, oltre un centinaio di abitazioni». Come funzionerà la centrale? «La rete di teleriscaldamento di Melide sfrutterà l’acqua del pozzo di captazione che si trova in via Carona – spiega il presidente della direzione di Ail Sa –. Dal pozzo verrà presa l’acqua di falda (4’800 litri al minuto) che viene condotta sotto il piazzale a ovest delle scuole elementari (campetto sportivo), presso la casa comunale, dove sorgerà la centrale. Nella centrale, dall’acqua prelevata dal pozzo a 9-13°C tramite le termopompe produciamo dell’acqua ad alta temperatura, a 70-75°C, che viene distribuita ai clienti tramite le condotte della rete di teleriscaldamento. L’acqua ritorna poi alla centrale un po’ più fredda, pronta per essere riscaldata di nuovo. Per rendere l’idea, funziona come un circuito chiuso».
La centrale sorgerà dove ora c’è il vecchio impianto di riscaldamento (a olio combustibile) che serve la scuola elementare, la scuola dell’infanzia e la Casa comunale. Il teleriscaldamento consentirà al Comune di sostituire il sistema di riscaldamento alimentato a energia fossile e le attuali caldaie oramai a fine vita. A che punto sono arrivati i lavori? «Sono previste quattro tappe di realizzazione della rete. Una è già stata realizzata nel giugno del 2024 proprio in zona nucleo (piazza Fontana e piazzetta del Commercio) – risponde Bernasconi –. Ora i lavori sono in corso nella parte a nord del nucleo, mentre in autunno inizieremo gli interventi lungo via alla Bola che dovrebbero concludersi verso la fine dell’anno. Poi, sempre nel 2026, faremo anche i lavori lungo la tratta che conduce l’acqua dal pozzo alla centrale, la cui entrata in funzione è programmata per l’autunno 2026. Nella centrale ci saranno due pompe di calore e, in caso di arresto, è previsto un impianto a gas, come ‘riserva’, e per coprire eventuali carenze nei periodi freddi».
Risale a qualche anno fa la decisione dell’autorità comunale di sostituire il vettore energetico per gli stabili comunali e passare al teleriscaldamento cogliendo l’opportunità della presenza della nuova centrale termica, dopo gli approfondimenti del caso. Poi, a inizio 2024 il Consiglio comunale ha revocato il credito di 525mila franchi concesso dal Legislativo nel settembre del 2020 per predisporre una rete di acqua industriale a scopo termico da posare nell’ambito dei lavori di riqualifica del nucleo di 6,9 milioni di franchi. Il Legislativo, contestualmente ha concesso altri crediti: poco meno di 97’600 franchi per lo studio di fattibilità inerente l’ex pozzo di captazione dell’acqua potabile, dismesso, in via Carona, mentre l’incentivo cantonale di circa 49’000 franchi riconosciuto per lo studio di fattibilità all’ex pozzo di captazione è stato messo in diminuzione della spesa complessiva; altri 476’000 franchi sono stati versati quale partecipazione comunale alle Ail Sa per realizzare la rete di teleriscaldamento nel nucleo centrale, 207’000 franchi quale contributo alle Ail Sa per costruire la centrale termica e 68’300 franchi quale tassa di allacciamento degli stabili comunali alla rete di teleriscaldamento.
Il progetto in atto a Melide rientra nella strategia 2050 della Confederazione, che prevede l’aumento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Bernasconi sottolinea «la presa di coscienza importante delle autorità comunali di Melide che hanno rinunciato ad ampliare l’approvvigionamento a gas e hanno optato per il teleriscaldamento. Ail nel suo comprensorio sta portando avanti il tema della decarbonizzazione. Tra le soluzioni proposte ci sono anche le reti di teleriscaldamento». Ail collabora con altre aziende per soddisfare gli obiettivi della strategia della Confederazione? «La collaborazione con le altre realtà attive nel territorio è importante per noi: il gas che importiamo dalla stazione di dogana di Genestrerio, Ail lo fornisce all’ingrosso ad Age, ad Aim e all’Azienda di Stabio e alla Metanord – commenta Bernasconi –. In prospettiva, Ail ha acquisito le quote societarie detenute da privati in Agere, società nella quale Age era già presente come azionista. Agere è dedicata allo sviluppo delle reti di teleriscaldamento nel comprensorio di Age, con l’obiettivo di estendere la rete nel centro di Chiasso e di avviare collaborazioni con i Comuni del distretto per la realizzazione di nuove centrali. Riteniamo fondamentale – commenta Bernasconi – condividere il nostro know-how per affrontare insieme il percorso, impegnativo ma necessario, di sostituire una quota significativa di gas naturale con vettori più sostenibili. Ail vanta esperienza in diverse tecnologie per le reti di teleriscaldamento: impianti a cippato e legna, sfruttamento dell’acqua di lago o di falda, oltre alla manutenzione, gestione ed esercizio delle centrali e dei sistemi di controllo».