Luganese

Bioggio, un anno fa l'arresto del sindaco Eolo Alberti

Riccardo Molteni, municipale del Comune malcantonese, ricorda l'anniversario, solleva alcuni interrogativi e propone la propria interpretazione del caso

La casa comunale di Bioggio
(Ti-Press)
8 agosto 2025
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Domani, sabato 9 agosto, ricorre il primo anniversario dell’arresto del sindaco di Bioggio, Eolo Alberti. Lo ricorda in un post il municipale del Comune malcantonese (della sua stessa lista) Riccardo Molteni, secondo cui, da allora “non si è registrato alcun avanzamento significativo sul piano giudiziario. Nessun chiarimento, nessuna presa di posizione ufficiale, nessun atto concreto da parte della Procura che possa offrire risposte a una vicenda che ha segnato profondamente non solo le persone coinvolte, ma anche il tessuto istituzionale e civile del Comune di Bioggio e dell’intero cantone”.

Molteni propone la sua interpretazione e pone una serie di questioni: “Ci troviamo di fronte a un caso emblematico, che solleva interrogativi gravi sul funzionamento della giustizia in Ticino. Tutto nasce da una denuncia anonima, raccolta in un verbale poi reso pubblico grazie a una mozione parlamentare. Una denuncia che, a una lettura attenta, contiene elementi facilmente verificabili – se non addirittura smentibili – con semplici accertamenti di fatto. Si fa riferimento, ad esempio, a presunti lavori edilizi eseguiti su un terreno inquinato, quando invece lo stesso risulta ufficialmente bonificato e cancellato dal catasto dei siti contaminati. La documentazione che lo certifica è disponibile e accessibile presso gli studi tecnici coinvolti. Eppure, nessuno dei professionisti è mai stato ascoltato”. Non solo: “Vi sono contratti, rogiti, documenti ufficiali che attestano la regolarità delle operazioni immobiliari contestate”, aggiunge il municipale.

Intanto, prosegue Molteni, le altre persone coinvolte nell’inchiesta, coordinata dalla pp Chiara Borelli, attendono una risposta. Oltre alla moglie e al socio del sindaco, deceduto a causa di una malattia, ricorda Molteni, c’è “il segretario comunale, accusato di aver condiviso con il sindaco una schermata interna del portale cantonale: una prassi comune in ogni Ufficio tecnico, tanto più lecita se a beneficio di un’autorità politica responsabile della gestione amministrativa. La seconda persona è accusata di aver utilizzato i biglietti dell’Hockey Club Lugano intestati al sindaco: da un anno attende un pronunciamento. Accuse simili, rivolte al procuratore pubblico Camponovo, sono state archiviate in pochi giorni. Giustizia a due velocità, dunque”.