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Nasce da una lite tra due giovani il pestaggio in pensilina

Emergono alcuni dettagli dell'episodio avvenuto a Lugano la notte della Festa nazionale. Il termine della carcerazione dei 4 minorenni scadrà il 24 agosto

Una veduta notturna della pensilina dei bus
(Ti-Press)
12 agosto 2025
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Scadrà il prossimo 24 agosto il termine (eventualmente prorogabile) della carcerazione preventiva per i quattro minorenni coinvolti nel pestaggio nei confronti di un 19enne residente nel Bellinzonese avvenuto poco prima di mezzanotte del 1° Agosto alla pensilina dei bus di Lugano. Così ha stabilito il giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi, nonostante l’opposizione degli avvocati. Il quinto protagonista della brutta vicenda, che è maggiorenne da pochi mesi ed è domiciliato nel Mendrisiotto, invece, dovrà restare alla Farera, ha deciso il gpc, almeno fino al 2 ottobre. Intanto, le indagini condotte dal Ministero pubblico (il procuratore Pablo Fäh) e dalla Magistratura dei minorenni proseguono a ritmo serrato: agli atti mancherebbe ‘solo’ qualche video girato da alcuni testimoni.

Tante botte dopo Lugano Marittima

Nel frattempo, emergono alcuni dettagli della dinamica dei fatti. Tutti hanno trascorso la serata alla foce, tra le casette di Lugano Marittima. Quando ha cominciato a piovere, i giovani si sono spostati alla pensilina. L’alterco è inizialmente scoppiato tra due giovani, il 19enne e uno dei due sedicenni coinvolti. Gli altri sono intervenuti successivamente a ‘sostegno’ di quest’ultimo. Gli altri sono: il maggiorenne in detenzione alla Farera, un altro maggiorenne indagato a piede libero, che non avrebbe partecipato attivamente al pestaggio, un minorenne che non ha ancora compiuto 16 anni e l’altro sedicenne. I fatti si sarebbero dunque svolti in due momenti, molto vicini tra loro. In un secondo tempo il gruppo ha picchiato con una violenta raffica di calci la vittima che era distesa a terra priva di conoscenza. I primi agenti di polizia sono giunti sul posto tempestivamente, ma il 19enne era già malconcio ed è stato ricoverato al Pronto soccorso del Civico. Gli indagati restano sei, dopo l’arresto del quarto minorenne residente nel Mendrisiotto, che è avvenuto nei giorni successivi alla Festa nazionale. Le ipotesi di reato nei loro confronti sono, a vario titolo, di tentato omicidio, lesioni gravi, lesioni semplici e aggressione.

Il Ps: ‘Governare significa ascoltare e costruire insieme’

Sull’episodio Karin Valenzano Rossi, responsabile del Dicastero sicurezza, che ha sottolineato come la presenza di forze dell’ordine non basti. I ragazzini coinvolti, sovente gli stessi, ‘stanno visibilmente gridando aiuto, ma manca una presa a carico educativa e di reinserimento’. Il suo collega di Municipio Raoul Ghisletta, in un post su Fb, ha puntato il dito contro il presunto malfunzionamento della prevenzione e del controllo, facendo arrabbiare il sindaco di Lugano Michele Foletti. In merito alla sgridata del sindaco, il Partito socialista di Lugano ha preso posizione: “A Lugano esiste una parte, minoritaria, ma reale e viva, della popolazione che ha scelto di essere rappresentata in Municipio da una voce di sinistra: quella di Raoul Ghisletta. Una scelta democratica e legittima, che però sembra non essere né accettata né compresa da alcuni colleghi dell’esecutivo. La Sinistra, con senso di responsabilità, ha scelto di non collocarsi all’opposizione, ma di assumersi il compito di forza di governo, partecipando pienamente alla gestione della Città. Eppure, ogni volta che solleva un problema, evidenzia una criticità o propone un punto di vista diverso, la risposta è spesso la stessa: ignorare o mettere a tacere. Questa prassi, radicata ormai da anni nella gestione politica di Lugano, non solo impoverisce il dibattito, ma soffoca deliberatamente la pluralità di voci. È un metodo che esclude invece di includere, come se l’unica opinione valida fosse quella della maggioranza. Invece che attaccare Ghisletta sarebbe forse utile prendere più in considerazione sia il suo modo di lavorare, sia i contenuti e le critiche espresse, anche quando non coincidono con quelle dominanti. Governare non significa imporre, ma ascoltare e costruire insieme. Chi non lo capisce, mette a rischio la stessa essenza della collegialità”.

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