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Israele-Hamas, al Lido di Paradiso la discussione degenera

Alcuni ospiti ebrei lamentano di essere stati aggrediti verbalmente e l’Associazione Svizzera-Israele parla di antisemitismo. Allontanata una pro Pal

L’incidente è avvenuto il 22 agosto
(Ti-Press)
25 agosto 2025
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Il 22 agosto scorso gli animi si sono surriscaldati al Lido di Paradiso. Non per le classiche discussioni sotto all’ombrellone, ma per un tema politico purtroppo di stretta attualità: la guerra in corso tra Israele e Hamas. Stando a una nota diffusa dall’Associazione Svizzera-Israele (Asi), al ristorante si sarebbe verificata un’aggressione verbale nei confronti di un gruppo di ospiti ebrei e l’associazione stessa parla di “grave episodio di antisemitismo”. La gerenza dell’esercizio pubblico, da noi contattata, da parte sua conferma i momenti di tensione, spiegando che una donna dalle idee pro Palestina è stata allontanata su richiesta del gruppo.

L’Asi precisa che i fatti sono avvenuti durante un pranzo e fra i commensali era presente anche Angelica Calò, ebrea italiana che da anni vive in Israele e che una ventina di anni fa era stata anche candidata al Premio Nobel per la pace. Si trovava in città per partecipare a una conferenza e recarsi poi a Zurigo, spiega sempre l’Asi, per ricevere un ulteriore riconoscimento per l’impegno nella promozione della pace. Calò, in articoli e interviste, ha giustificato a più riprese gli interventi militari israeliani a Gaza e in Libano parlando spesso di ‘controinformazione’. Ebbene, secondo la ricostruzione dell’Asi, l’attivista sarebbe stata “aggredita verbalmente” da una donna anch’essa ospite della struttura, che avrebbe “iniziato a urlare insulti (‘assassini’, ‘criminali’), aggiungendo che il massacro del 7 ottobre del 2023 non sarebbe “nulla di fronte a quello che fanno gli israeliani da 80 anni”.

Da noi sentiti, i responsabili del bar confermano l’accaduto, smorzandone però i toni. «Inizialmente, guardando dall’esterno, era sembrata una discussione normale. Poi deve essere degenerata, sebbene noi non ce ne fossimo accorti, tant’è che dal tavolo (con commensali israeliani, ndr) ci hanno chiesto di far andar via la donna che stava discutendo con loro perché secondo loro stava eccedendo. L’abbiamo quindi fatta accomodare a un altro piano del ristorante e si è tutto risolto in maniera pacata». Ha opposto resistenza? «No, se ne stava comunque andando, ed è quel che ha fatto».

Se per i gestori del ristorante l’episodio si è dunque risolto celermente e pacificamente, più duri i toni dell’Asi, che lo ritengono il “risultato di un clima avvelenato da manifestazioni di piazza cariche di odio verso gli ebrei e da una campagna di stampa costantemente ostile a Israele”. Si chiede pertanto una condanna pubblica di fatti simili “prima che le violenze verbali si trasformino in fisiche”, nonché “alle autorità di polizia l’immediata apertura di un’indagine per identificare la responsabile dell’aggressione”.