Il costo dell’elettricità diminuirà nel 2026 del 10,6%, dopo il -13% dell’anno precedente. Leggero aumento del gas, a causa del passaggio al rinnovabile
Quasi il 24% in meno in due anni. Nel 2026 il costo dell’elettricità diminuirà del 10,6% rispetto a quest’anno che, sommato all’ancora maggior contrazione del 2025, farà tornare le tariffe delle Ail quasi ai livelli pre crisi energetica. Ovvero: per un’economia domestica con consumi annui di 4’500 kWh si spenderanno 24,10 centesimi al chilowattora, che rispetto ai 26,96 di quest’anno permetteranno un risparmio annuale di 130 franchi. A inizio 2022, prima dell’invasione russa dell’Ucraina che ha fatto schizzare in alto i prezzi, era attorno ai 21,50 centesimi. Tenendo conto solo del prezzo dell’energia, senza tasse e costi di rete, la diminuzione è ancora più marcata: -21%, si passa da 10,65 a 8,35 centesimi per kWh. E il risparmio sarà ancora maggiore per le economie domestiche con pompa di calore e consumi annui di 13’000 kWh: 370 franchi.
«È una riduzione importante, che ci pone al di sotto della media svizzera (tariffa mediana di 29,60 centesimi per kWh, ndr) – osserva il presidente della direzione delle Aziende industriali di Lugano Angelo Bernasconi – ed è un risultato del quale siamo particolarmente orgogliosi, frutto di un equilibrio fra i tre punti chiave del triangolo che forma il sistema energetico: sicurezza energetica (fabbisogno attuale e futuro, ndr), sostenibilità ecologica (transizione per ridurre impatto ambientale, ndr) e giustizia ecologica (accesso universale all’energia, ndr)». E se in questi ultimi due parametri la Svizzera è posizionata molto bene, nel confronto internazionale non brilla per sicurezza energetica, che rappresenta una delle sfide principali del settore. Ail comprese.
«Questi risultati sono dovuti essenzialmente a un’accurata strategia di approvvigionamento e a una gestione diversificata del portafoglio con contratti a lungo termine e partecipazioni in impianti di produzione (come in Verzasca, ndr)», spiega il direttore Commercio Carlo Cattaneo. Risultato? La componente energia – che con rete e tasse è quella che determina il costo totale – è diminuita del 21%. L’andamento positivo, ricorda il vicepresidente del Consiglio di amministrazione Filippo Zanetti, d’altra parte è comune a tutte le principali aziende distributrici di energia in Svizzera. Ma viste le sfide, è importante mantenersi sempre al passo coi tempi. Per questo Ail, come già l’Azienda elettrica di Massagno (Aem) prima di lei, il 1° gennaio introdurrà la tariffa dinamica, che varia giorno per giorno in funzione dell’andamento dei costi di carico della rete, come pure dei costi orari dell’energia (nel pomeriggio costa meno che alla sera, ad esempio). «L’obiettivo è promuovere un utilizzo intelligente dell’energia – precisa Zanetti –, per incentivare un cambiamento nei consumi da un lato e un risparmio personale dall’altro».
Ma se nell’ultimo biennio l’esplosione dei costi dovuta alla crisi del 2022 è praticamente rientrata, possiamo attenderci ulteriori diminuzioni per i prossimi anni? «Noi possiamo influenzare i costi dell’energia, e allo stato attuale non si vedono particolari prospettive di riduzione – risponde Cattaneo –, e quelli della rete, che in prospettiva dovrebbero aumentare a causa della diffusione del fotovoltaico e dell’autoconsumo. La voce tasse non dipende da noi e non c’è prospettiva di eliminarle». Difficile quindi che le tariffe scendano ulteriormente? «Allo stato attuale il margine è poco, ma potrebbero esserci fattori imprevisti (come cambiamenti geopolitici e il ritorno al più economico gas russo, per esempio, ndr). In ogni caso, le fonti rinnovabili sono comunque globalmente più care». E la direzione è quella: Ail punta a rendere il comprensorio di sua competenza ‘carbon free’ entro il 2050. Oggi, si ricorda, la quota di rinnovabili è ancora solo al 59%.
Infine, se sono positive le notizie sul fronte energia elettrica, il costo del gas è destinato ad aumentare: la tariffa aumenterà a 11,48 centesimi per chilowattora (+2,5%), ovvero 55 franchi annui in più per economia domestica con riscaldamento a gas. Il motivo è prevalentemente green: «È in crescita la quota rinnovabile di gas fornito alla clientela – spiega Cattaneo –, che per economie domestiche e piccole e medie imprese nel 2026 salirà dal 10 al 12%». Far capo a fonti di biogas locale, in particolare, oltre a ridurre l’impatto ambientale, preserva dai problemi geopolitici in un contesto sempre più instabile.