laR+ Mendrisiotto

L’Ermotti che non ti aspetti e il Gobbi versione rapper

Mezzo secolo per il gruppo carnascialesco della ‘Castello Bene’ che ha saputo ritagliarsi un posto d’onore nelle classifiche dei cortei ticinesi, e non

La politica e il Carnevale
(Ti-Press)
27 gennaio 2025
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Era il 1975 quando un gruppetto di ‘scalmanati sbarbatelli’, come sono stati definiti, decisero di creare ‘Il Gruppo Carnevale Castello’. Fu allora, mezzo secolo fa, che “ancora in giovane età e di primo pelo (o forse di secondo) decisero che a Castel San Pietro sarebbe cominciata una nuova era”. In effetti, solo quattro anni dopo, fu creato il primo grande carro. Artefice un abile artigiano, ‘Pietro Silenzio’. Negli anni Ottanta una doppia svolta, il passaggio all’utilizzo del polistirolo e l’introduzione del secondo e terzo rimorchio. Non finisce il decennio che il grande lavoro è ripagato: 1° posto Rabadan, 1° posto Nebiopoli, 1° posto Tesserete. Da lì nessuno li fermerà più. Numerosi i podi conquistati, tanto da indicarli fra i migliori di tutta la Svizzera italiana, e nel 2003 la palma de ‘La cenerentola dei Cortei’ un premio ambito dai costruttori di carri. Diversi anche i quartier generali occupati: dai ripari di fortuna e dalle tettoie prestate da conoscenti si è passati ai capannoni affittati, dapprima a Capolago poi a Mendrisio e Castello, fino, dal 1991, a Chiasso dove si è trovata finalmente una situazione stabile. Così come per la musica, da sempre ‘home made’: da molti anni il gruppo vanta la produzione di testi musicali adattati al tema satirico del carro grazie alla collaborazione di Alberto e Giorgio con il complesso ‘Le Nuove Gocce’.

Ed è proprio la satira e l’ironia a tenere banco nelle teste e nelle mani forgianti dei membri del gruppo carnascialesco: dalle intramontabili Casse malati agli scandali elvetici e di ‘casa nostra’, dai grandi e criticati progetti a questioni sportive, fino a un bacio galeotto.


Il bacio galeotto!

Davide Cereghetti, ul president de ‘La Castello Bene’, detto Schizzo, da ben undici edizioni, è alla testa del sodalizio impegnato, come è immaginabile, non solo nei giorni del Carnevale: «Fra una cosa e l’altra si è in ballo tutto l’anno, non solo dunque per la raccolta dei fondi o la costruzione del carro; l’impegno deve essere assicurato sull’arco di diversi mesi. Certo, la difficoltà nel reperire nuovi membri e persone che si mettono a disposizione l’accusiamo anche noi, ma, fortunatamente, non siamo nella condizione di dover prevedere una fusione come si sono visti costretti a fare altri gruppi. Noi, più o meno, riusciamo ancora ad avere un ricambio. Disponibilità, mancata, che troviamo soprattutto nei giovani di 18, 20 anni; facendo fatica a coinvolgerli, si è creato un buco che chiamerei generazionale. Possiamo contare ancora su bambini e ragazzini, ma finita la scuola media, e accresciuto l’impegno e lo studio, spesso li perdiamo. Oggi, purtroppo, è necessario invitare a impegnarsi, a partecipare, una volta non c’era bisogno di chiedere».

Lo sforzo e l’impegno non sono, infatti, indifferenti: «In totale nell’arco delle diverse fasi della costruzione del carro, del confezionamento dei vestiti e del trucco siamo fra i venti e la trentina. Cominciamo, per questo, a pensare al nuovo carro ad agosto. Si individua il tema, più di attualità possibile, come del resto fanno tutti i gruppi in generale e si verifica, dunque, che non è stato già prenotato. Poi ci si butta, ma il tempo è sempre poco, si arriva sempre con l’acqua alla gola. A ottobre, possiamo dire, si entra nel vivo».


Con Sergio Ermotti in cartapesta e in... carne ed ossa

Fra allegoria e satira

Nel mirino soprattutto la politica

Da Paolo Beltraminelli, ex consigliere di Stato, all’ex consigliere federale Alain Berset, dall’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici al burattinaio di Pinocchio. Sono molti i personaggi ‘vittime’ dell’allegoria della ‘Castello Bene’, e in diversi hanno risposto anziché con una querela con un sorriso: «Abbiamo utilizzato le vicissitudini dei politici, soprattutto ticinesi, una marea di volte. Un anno, era il 2014, nel nostro mirino c’è stato anche Norman Gobbi, capo del Dipartimento delle istituzioni, in versione chef del penitenziario alla Stampa. Lui ha risposto mettendosi a disposizione quale ‘voce’ per l’intro della canzone a tema. Anche altri ci hanno inviato simpaticamente una lettera. Lo scorso anno siamo riusciti a contattare, tramite un contatto comune, Sergio Ermotti, Ceo di Ubs, portandolo in carne e ossa nel nostro capannone, un colpo che non ti aspetti. Perché se a un politico può anche convenire… per Ermotti non ci speravamo e ci ha fatto piacere, anche perché poi ha postato la nostra foto insieme su Linkedin. Non solo, siamo andati anche sul Blick, sul Financial Times. I politici nazionali, invece, non si fanno sentire, così come Matteo Renzi che non ci ha scritto, magari però ci avrebbe volentieri denunciato…» sorride il presidente.

Il futuro

‘Sempre più difficile, ma non bisogna mollare’

Un presente roseo, tanto da sperare di raggiungere il centenario? «Me lo auguro. Mio papà è uno dei fondatori e personalmente ci tengo molto a questa società, come tanti peraltro che ne sono parte. Sono convinto che se continuiamo così di sicuro ci arriviamo. Certo, ci sono sempre più spese, difficoltà nel trovare un luogo dove costruire, una volta era più facile, adesso è sempre più difficile, ma non bisogna mollare!».

Poi però il tempo di Carnevale passa, e che si fa? «Abbiamo in affitto un capannone dove riponiamo tutte le nostre cose. Qui smontiamo i carri senza la necessità di una imminente scadenza, teniamo alcuni pezzi, conserviamo alcuni testoni di personaggi, così poi da poterli riciclare come struttura e ricostruirci sopra un nuovo faccione».

E se di allori ne sono stati messi in cascina molti in questo primo mezzo secolo, il 2025 potrebbe essere l’edizione del ‘triplete’, dopo le vittorie nei quattro maggiori Carnevali, ovvero Chiasso, Roveredo (categoria gruppi), Bellinzona e Tesserete, del 2024 e 2023: «Di primi posti e classifiche non ne parliamo mai. Come non partiamo mai con il solo desiderio di vincere. Per noi quello che arriva arriva… Il lunedì successivo a una vittoria torniamo a lavorare tutti, non è che se arriviamo primi stiamo a casa… Del resto dipende molto dagli altri partecipanti. Devi indovinare il tema, il suo sviluppo, la musica, i costumi… c’è molto che deve essere valutato».

Ora è il tempo delle celebrazioni e delle feste del Cinquantesimo, un ricco programma che prevede diversi eventi. Con una chicca, che Cereghetti ci anticipa: «Stiamo preparando un libro, attraverso la raccolta di fotografie e documentazione, che terrà conto anche di questa edizione». Sempre, è l’augurio, con un sano sorriso.