A Muggio i tanti volontari, anche nuovi, hanno riproposto la tradizione con la preparazione e la frittura dei tipici dolci
Un evento capace di catalizzare anche nuovi volontari. Così nella giornata di venerdì, 7 febbraio, la preparazione e la frittura dei raviöö da Carnevaa hanno attirato nella Casa parrocchiale di Muggio diverse persone che si sono impegnate a portare avanti una delle più belle tradizionali della valle momò. Fra di loro Nemesio Cereghetti, artefice dell’appuntamento fin dalla prima data, il 10 febbraio 2007, dunque quasi ventennale nella sua nuova rivisitazione, essendo una ricetta che affonda la sue radici da almeno cent’anni, come testimoniano gli abitanti. Accanto a Cereghetti, gli immancabili trascinatori, ovvero Elisabetta Pedroncelli, Simonetta e Carlo Somaglino, e Morena Gabaglio.
Se in passato la manifestazione era organizzata dai Canterini della Valle di Muggio, attualmente è il Gruppo Raviöö da Carnevaa della Valle di Muggio a portare avanti la tradizione che è quella di preparare i ravioli dolci fritti, composti da una pasta di farina e burro e farciti con un impasto molto simile a quello della torta di pane, con l’aggiunta però di formaggio. «Di preferenza – ci ricorda Cereghetti – si usava la formaggella, oggi si usa piuttosto Sbrinz. Il formaggio serve a legare il resto degli ingredienti: se si usava la formaggella questa, scaldandosi, formava dei filamenti».
Come ben indica il loro nome, i ravioli si preparavano a Carnevale, e in nessun’altra occasione, in particolare nell’alta Valle di Muggio. Al giovedì l’impasto e al venerdì la cottura. In passato ogni famiglia ne preparava un centinaio o più e si mangiavano fino al Martedì grasso e anche più tardi, se ne restavano. Crudi, si mantengono, infatti, per una decina di giorni.