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In cooperativa o a pigione equa: alloggi sociali cercansi anche a Mendrisio

La Città fa i conti con la difficoltà di trovare casa a costi accessibili. 'Ma qual è la situazione e quali le soluzioni?, chiede l'AlternativA

Le pigioni continuano ad aumentare
(Ti-Press/Archivio)
4 aprile 2025
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Gli affitti lievitano. E le case a costi abbordabili scarseggiano. Ormai in Svizzera questa è la tendenza dal 2020: di recente l’Ufficio federale delle abitazioni ha stimato il fabbisogno nazionale annuo in circa 50mila residenze in più. E le famiglie rischiano così di doversi mettere in fila per accaparrarsi una abitazione alla portata del proprio portafoglio. Ecco che il tema degli alloggi a pigione moderata torna, quindi, a essere di stringente attualità; che si viva in un centro urbano o in periferia non fa differenza. Tra i dossier sul tavolo, il Comune di Mendrisio ha da sempre un occhio di riguardo per la politica dell’abitare: lo stesso ente locale, con la Fondazione don Giorgio Bernasconi, è proprietario di 78 appartamenti a carattere sociale, peraltro molto richiesti. Visti gli sviluppi sul mercato immobiliare, oggi qual è dunque la situazione abitativa in Città? Per l’AlternativA, Verdi e Sinistra insieme, questo sta diventando uno degli interrogativi pressanti. Che fa il paio con la necessità di fare i conti con il quadro congiunturale e i bisogni della popolazione. Dal canto suo, si rilancia, la Città “è pronta a investire su nuovi concetti abitativi?”.

Mendrisiotto, il più solidale

Le vie dell’abitare solidale, d’altra parte, sono diverse. I consiglieri comunali Giampaolo Baragiola, Monika Fischer Kiskanc e Cristina Marazzi Savoldelli ne individuano almeno tre. Ovvero gli alloggi sociali destinati a fasce di cittadini meno abbienti, quelli a misura di anziani e disabili, e le cooperative di abitazione. Secondo uno studio condotto nel 2022 dalla Supsi su mandato del Cantone, in Ticino il settore degli alloggi di pubblica utilità conta in totale 1’647 abitazioni; e la regione che ne possiede la percentuale maggiore – con il 38,9 per cento – è proprio il Mendrisiotto, seguito da Luganese (22 per cento), Bellinzonese e Tre valli (21,6 per cento) e Locarnese (17,5 per cento). Ed è in questo contesto che si inserisce Mendrisio. Una realtà che, come riconoscono i firmatari dell’interrogazione depositata in questi giorni, “è già in parte attiva nel favorire l’accesso all’alloggio alle fasce di persone meno abbienti” attraverso, come detto, il suo parco immobiliare, assicurando altresì, a determinate condizioni, un sussidio mirato.

L’incognita del futuro

Ora, si fa notare, “l’evoluzione a livello nazionale (e cantonale) è tuttavia fonte di preoccupazione e, a fronte di una situazione congiunturale costantemente più difficile per numerosi cittadini, porta a interrogarsi anche a Mendrisio sulla disponibilità futura di alloggi coerenti all’evoluzione demografica e alla situazione socioeconomica in atto e a pigione accessibile”. Non ci si può dimenticare, fanno memoria i tre consiglieri comunali, che, come già rilevato in un precedente atto parlamentare del febbraio 2024 dalla stessa area progressista, per molti la ricerca di una casa adeguata e finanziariamente sostenibile resta una vera e propria impresa: “Quattro famiglie povere su cinque spendono oltre il 30 per cento del reddito lordo per pagare l’affitto”.

Per esemplificare, stando alle analisi degli esperti, per un appartamento di 80 metri quadri le pigioni nette sostenibili, si legge sempre nella ricerca della Supsi del 2022, dovrebbero superare di poco la soglia dei mille franchi nel Distretto. Un valore che, al pari di quelli rilevati nelle altre regioni del cantone, risulta “essere di solito ben al di sotto della mediana dell’offerta attuale”. In effetti, si è stimato che “la quota di alloggi offerti che può oggi ritenersi sostenibile, secondo il modello proposto e gli scenari analizzati, si assesterebbe intorno al 3 per cento in tutte le regioni”.

Le vie percorribili

In passato il Municipio, si ricorda nell’interrogazione, aveva riaffermato “il costante impegno della Città nel preservare e rinnovare il patrimonio di alloggi sociali di sua proprietà”. Tanto da tenere in debito conto le suggestioni scaturite da un lavoro di ricerca e di progetto di bachelor degli studenti Supsi sugli alloggi in via Dunant e via Guisan. Soluzioni, si annotava un anno fa, che “hanno permesso di individuare nuove potenzialità che andranno approfondite per meglio individuare gli indirizzi futuri di questi spazi residenziali”. Partendo proprio da quelle analisi le autorità comunali, si chiede, “stanno riflettendo sullo stato e la disponibilità – sull’intero territorio cittadino – di alloggi sociali?” Ad aprire una nuova strada possibile, in questo caso a vantaggio degli alloggi a misura di anziano, è poi l’adesione in anni recenti dell’Esecutivo al progetto pilota della Fondazione ticinese per il secondo pilastro (Ftp), intitolato ‘R-innovare edifici e territori, nuove forme di abitare in una società longeva’. Azione il cui obiettivo, fanno presente ancora i firmatari dell’atto parlamentare, è quello di “identificare i mutamenti sociali e ambientali che si profilano all’orizzonte e che richiedono una riflessione sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale alfine di arrivare a creare un’offerta residenziale per la società di domani in un’ottica di sviluppo sostenibile”.

A misura di anziano

Vista dalla Città, la partecipazione a quest’iniziativa rappresenta, si è dichiarato a suo tempo, uno stimolo ad “acquisire nuove idee nell’ambito della progettazione sul territorio di edifici a misura di anziano”, così da poter garantire una buona qualità di vita per tutti. A quattro anni di distanza, si sollecita, “è possibile avere aggiornamenti sul progetto e su eventuali esiti concreti?”. Ma soprattutto, la Città ha “già individuato dei comparti interessanti per favorire forme abitative a misura di anziano/disabile e/o intergenerazionali, ritenute molto importanti per la coesione sociale in considerazione dell’evoluzione demografica?”.

... e in cooperativa

Parlando di nuove forme abitative a favorire “l’accessibilità all’alloggio a tutte le fasce della cittadinanza, l’integrazione e la coesione sociale, l’intergenerazionalità e una buona qualità di vita”, si richiama nell’atto parlamentare, vi sono poi le cooperative d’abitazione. Una formula, si sottolinea, verso la quale il Municipio aveva già “manifestato la propria sensibilità”, mantenendo aperto un canale di comunicazione con associazioni come ‘Cassi’ e ‘Cam’On!’ e ragionando tramite uno studio di fattibilità sulla possibilità di inserire un tale progetto, ad esempio, nel comparto urbano ex Cattaneo di proprietà della Fondazione Torriani. Ebbene, si rilancia, al momento qual è la posizione della Città in merito? In altre parole, si sono fatti dei passi avanti?

Per l’AlternativA non va trascurata nemmeno la creazione di ecoquartieri, “comparti concepiti e sviluppati con una visione basata sui principi fondamentali della sostenibilità, dell’efficienza energetica e del benessere di chi ci abita secondo il concetto cardine dell’equilibrio tra il benessere umano e il rispetto per l’ambiente”. Su questo fronte, si chiosa, Mendrisio è pronta “a integrare anche il principio degli ecoquartieri nelle sue riflessioni sulla politica degli alloggi, imprescindibile in una società confrontata sempre più con fenomeni di nuova povertà?”.