Il Tribunale di espropriazione annulla decisione e contributi di miglioria. Andranno ricalcolate le quote. Il Municipio sta valutando un eventuale ricorso
Il buon Gino Bartali, grande campione del ciclismo che fu, avrebbe commentato che “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Più o meno con il Piano viario di Caneggio, in effetti, è andata così. Il Tribunale di espropriazione a fine marzo ha detto la sua e ha dato ragione ai ricorrenti. Una sentenza, quella pronunciata dai giudici, che giunge dopo quasi dieci anni dal varo dei lavori e riporta tutto ai piedi della scala: annullati la decisione del Municipio di Breggia e i contributi di miglioria prospettati. A chi ha impugnato la risoluzione comunale – i ricorsi erano in totale 17 – andrà, quindi, ricalcolata la quota di partecipazione ai costi delle opere. Tutto ciò a meno che non ci si appelli al Tribunale cantonale amministrativo (Tram). Uno stato dell’arte di cui, martedì sera, è stato messo a parte il Consiglio comunale.
Con la mente, come ripercorre lo stesso Tribunale, occorre andare al 15 dicembre del 2015. Ovvero la sera in cui il Legislativo di Breggia dà il suo benestare alla costruzione di due interventi viari parte integrante del Piano del traffico di Caneggio: i 500 metri della strada di raccolta B1, collegata a sud del nucleo alla strada cantonale e a nord, in prossimità della chiesa, alla via Sagrato – dove viene prevista anche la costruzione di un posteggio pubblico da 16 posti –, e la strada di servizio C3, di carattere secondario. Sul tavolo c’è un investimento di 4 milioni e 185mila franchi - oggi ci sono uscite per 4,7 milioni -, a cui i cittadini interessati, nel 2017, sono chiamati a contribuire con il 60% della spesa (il massimo) per il collegamento principale e con il 70% (il minimo) per la via di servizio. E qui fioccano i reclami che in parte sfociano in un ricorso al Tribunale di espropriazione. È solo l’inizio.
Oggi è stato messo un primo punto fermo. Il Municipio di Breggia, chiediamo al sindaco Stefano Coduri, adesso come si muoverà? «Come Esecutivo dovremo, innanzitutto, valutare se accettare la decisione del Tribunale oppure presentare ricorso all’istanza superiore – ci risponde il sindaco –. Siamo quindi in una fase transitoria. Quella con cui siamo confrontati, del resto, è una materia molto complessa. E ci ritroviamo a rifare i calcoli con dei parametri che cambiano. Ci sono diversi punti che i giudici hanno evidenziato. Spiace, certo, perdere, a fronte del tempo trascorso e del fatto che la somma in gioco è importante; ci farebbe comodo visto che non navighiamo nell’oro. Rispettiamo, è chiaro, il verdetto e lo stiamo analizzando in tutti i suoi aspetti – incluso il fatto di poter trattare tutti i proprietari allo stesso modo – per soppesare i prossimi passi». A che punto sono i lavori? «Il grosso è stato fatto. A essere aperta, però, c’è anche una vertenza legale con l’impresa di costruzione», ricorda Coduri. Ditta che rivendica ulteriori 800mila franchi rispetto a quanto pattuito e che ha portato il Comune ad andare in causa davanti al pretore.
Riavvolgiamo, però, un momento il nastro. Messi in discussione misure e numeri, nell’ottobre del 2021, su istanza del Municipio, la procedura viene sospesa: sui banchi è giunta una mozione (che verrà accolta dal Legislativo circa un anno dopo) determinata a chiedere di ridurre le quote di prelievo dei contributi. E così è: nel dicembre del 2022 sul voto consiliare, appunto, il contributo del 60% viene revocato e portato al 30%, in altre parole la quota minima prevista dalla legge. Trascorre qualche mese e a inizio luglio del 2023 l’Esecutivo notifica una nuova decisione, che dimezza quanto richiesto. Un mese dopo però il presidente del Tribunale di espropriazione riattiva la procedura – sospesa nel 2019 – e di fatto dichiara nulla la risoluzione municipale. Vi sono ancora degli aspetti da chiarire. Nell’aula del Consiglio comunale si è deciso di prelevare i contestati contributi dopo aver qualificato la nuova strada di raccolta B1 – che include il posteggio pubblico da 16 posti auto realizzato in prossimità della chiesa – come opera di urbanizzazione generale. Parcheggio che viene utilizzato da passanti, vacanzieri, turisti della domenica, e da chi si reca al parco giochi, mettendo in difficoltà i residenti. “Pur risultando certamente di minor impatto sia a livello paesaggistico che dal profilo dei costi rispetto alle strade – ripercorrono i giudici –, anch’esso produce dei vantaggi particolari assoggettati all’imposizione dei contributi di miglioria”.
E qui emerge uno dei nodi della vertenza: “Tornando al perimetro di imposizione (dei contributi, ndr) non si può non rilevare, sulla base di un’analisi estesa all’intero paese di Caneggio, come quello in esame – si annota –, pur includendo una buona parte dei fondi che fanno parte del nucleo situato tra la strada cantonale e il nuovo posteggio, ne tralasci altri che presentano nei confronti di quest’ultimo un rapporto del tutto assimilabile”. I confini che vengono tracciati includono, in particolare, lo stabile del Comune che ospita l’Ufficio tecnico fino alle case comprese nel triangolo tra la strada cantonale e il vicolo della Risciada. Ecco che escludere i fondi in quell’area, scrive il Tribunale, “non trova alcuna giustificazione oggettiva e costituisce anch’essa un’inammissibile violazione del principio della parità di trattamento”. Un altro aspetto problematico portato alla luce dalla sentenza è il fatto che tra le opere da finanziare il calcolo dei contributi non ha considerato i posteggi pubblici, il che evidenzia come il Municipio, si rimarca, sia incorso pure qui “in una violazione del principio della parità di trattamento”. Ecco che di fronte a “difetti nel perimetro di prelievo, nel computo della spesa determinante e nel metodo di calcolo” per i giudici ve n’è a sufficienza per annullare tutto, almeno per chi ha impugnato il dossier. Cittadini ai quali, come detto, andranno ricalcolate quote e oneri. E per gli altri residenti nel comprensorio? Per chi ha rinunciato a contestare i contributi e ha aderito alla proposta di transazione del Municipio, non resterà che dare seguito ai pagamenti. In ogni caso, conclude il Tribunale, “i nuovi contributi, rispettivamente le differenze di ammontare rispetto a quanto stabilito in precedenza, rimarranno in linea di massima a carico dell’ente pubblico”. Non rimane che attendere.