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Lavori ai Cuntitt, a Castello una parte della popolazione non ci sta

I commissari (contrari) della Gestione sono stati contattati da svariati cittadini. Tira aria di referendum? Presto per dirlo, ma la discussione è aperta

Occhi puntati sulla masseria
(Ti-Press/Archivio)
13 maggio 2025
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A Castel San Pietro c’è una decisione votata (a maggioranza) dall’ultimo Consiglio comunale che continua a far discutere il paese. Non tutti tra i cittadini e le cittadine hanno condiviso, infatti, la scelta di investire ancora, quasi mezzo milione di franchi, in lavori a favore del ritrovo (stellato) della masseria Cuntitt. In realtà, prima di riuscire a conquistare il via libera del legislativo, l’esecutivo ha dovuto provarci due volte e vagliare tre soluzioni diverse, ridimensionando, di fatto, ambizioni e intervento: non più un ampliamento, bensì opere di ristrutturazione (della cucina) e di riorganizzazione degli spazi interni, oltre alla creazione di una ‘bussola’ di ingresso all’osteria. In effetti, da subito la proposta, l’ultima in ordine di tempo, ha diviso la Commissione della gestione, poi non ha fatto l’unanimità dell’aula consiliare: 19 i favorevoli, 6 i contrari e 3 gli astenuti al dossier. A criticare per primi il progetto, nella sua essenza, sono stati, come detto, i commissari di Sinistra e Verdi e di Per Castello, pronti a chiedere, il 28 aprile scorso, di respingere messaggio e investimento. Gli stessi politici che nei giorni successivi alla seduta sono stati contattati da diversi compaesani.

‘In diversi non l’hanno presa bene’

«Una parte della popolazione di Castel San Pietro non l’ha presa bene», ci fa capire il consigliere comunale di Sinistra e Verdi Mauro Collovà, firmatario con la collega Chantal Livi di Per Castello del rapporto di minoranza della Gestione. Svariate persone politicamente trasversali, in buona sostanza, si sono riconosciute negli argomenti portati dai due esponenti del legislativo per fare argine alla proposta municipale. A tal punto da sorprendere persino i due consiglieri comunali. «Posso dire che in tanti ci hanno manifestato il loro malcontento. E qualcuno era anche arrabbiato», ci dice Collovà.

A risultare indigesto in modo particolare è stato l’approccio del Comune, che si legge ormai come lontano dallo spirito sociale che animava in origine il lascito della famiglia Bettex; donazione che ha contribuito in modo sostanzioso all’operazione di recupero della masseria. In effetti, oltre a essere “in contrasto con gli obiettivi di rigore finanziario prefissati nel piano finanziario”, avevano motivato Collovà e Livi, l’attuale osteria è ”ben lontana dal suo scopo iniziale” e negli anni è diventata “un vero e proprio ristorante il cui scopo non è sicuramente di interesse pubblico ma privato-imprenditoriale”. Un orientamento, quello imprenditoriale, che ha convinto, per contro, i favorevoli, anche per le ricadute di immagine per il Comune.

Da una parte si prende, dall’altra si dà

C’è di più, però: se da una parte, richiamavano i due commissari contrari, si riconosce la necessità di rimediare alle “mancanze nella progettazione iniziale”, dall’altra appare “sproporzionata una spesa di 271mila franchi (di cui 113mila per opera da cuciniere-cucina)”. Tanto più, si osservava nel rapporto, che il nuovo canone di locazione andrà a coprire solo in parte l’investimento globale, comportando un lungo lasso di tempo per ammortizzare i costi. Agli occhi dei contrari (e viene da pensare, a questo punto, pure di una porzione di popolazione) è parso stridente aumentare il moltiplicatore e votare – sempre il 28 aprile scorso – la re-introduzione del pagamento della mensa scolastica della scuola dell’infanzia da parte delle famiglie, e poi concedere un credito per il ritrovo dei Cuntitt. “Siamo andati a chiedere uno sforzo finanziario a tutti i nostri concittadini – si rimarcava nel rapporto di minoranza –. Non troviamo che questo investimento sia coerente in quanto non a beneficio della collettività”.

Oltre al malcontento c’è di più?

A conti fatti nell’aula consiliare la linea di Sinistra e Verdi e di Per Castello non è passata, ma le sollecitazioni giunte dai concittadini non rimarranno inascoltate. «Dopo che parte della popolazione si è fatta sentire – ci conferma Collovà – ci troveremo a parlarne in gruppo e vedremo la discussione dove ci porterà». In paese vi è chi, pur sottovoce, evoca già la possibilità di un referendum, memore del fatto che nel 2013 – era settembre – sempre la popolazione aveva votato e deciso a maggioranza (il 54 per cento) di recuperare i Cuntitt. C’è la possibilità di chiamare di nuovo la cittadinanza alle urne? Qui i rappresentanti della politica ci vanno cauti. Come dire che prima di lanciarsi in una raccolta firme occorre soppesare bene pro e contro. Al momento, dunque, di ufficiale e di concreto non vi è nulla, si ripete. E la strada, si lascia intendere, è ancora lunga. Staremo a vedere.