Il gruppo Udc-Udf si dice ‘preoccupato’ per il futuro e critica la strategia messa in campo dal Municipio della città
Aver chiuso i Consuntivi 2024 della Città nelle cifre nere e per quasi 5 milioni di franchi non è bastato per rassicurare sul futuro il gruppo Udc-Udf di Mendrisio, determinato a chiedere "con forza un cambio di rotta". Per far fronte alle proiezioni del Piano finanziario, orizzonte il 2031, si scandisce in una nota per voce del capogruppo Roberto Pellegrini, serve "un piano di risparmio strutturale". Il gruppo non nasconde, insomma, la sua preoccupazione ed esprime "forti perplessità sulla sostenibilità delle scelte proposte dal Municipio".
Il dato più "allarmante" agli occhi di Udc-Udf è quello relativo all'indebitamento, che prevede, si annota, "un incremento del 52%, passando da 203,3 milioni nel 2024 a 308,2 milioni nel 2031". E questa, si insiste, è "una traiettoria che rischia di mettere in ginocchio il Comune". Mentre il Piano delle opere prioritarie appare "più una ‘letterina a Gesù bambino’ che un piano strutturato con delle chiare priorità".
Già contrario, a suo tempo, all'aumento del moltiplicatore a quota 77, il gruppo legge gli ultimi risultati economici – determinati da entrate straordinarie e sopravvenienze – come una "soluzione tampone" che "non può diventare la norma". Qual è il rimedio, allora? Il nodo gordiano, si fa capire, rimane "il contenimento della spesa, destinata a salire da 100,7 milioni nel 2024 a 109,4 milioni nel 2031".
Non solo, se da un lato si rivendica "una maggiore pressione politica a livello cantonale per rivedere i meccanismi di riparto finanziario che penalizzano i Comuni", dall'altro si mette in dubbio "la validità di una strategia ‘keynesiana’ indicata in sede di Consiglio comunale dal Municipio, che si basa su investimenti ‘pubblici’ per rilanciare l'economia".