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Quando fare musica insieme è ‘sfidare delle barriere’

Un concerto ha coronato la seconda edizione di ‘Together sounds better’, progetto innovativo che ha fatto incontrare Conservatorio e Provvida Madre

Un momento del concerto sabato a LaFilanda
(Ti-Press/Samuel Golay)
18 maggio 2025
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La musica ha davvero il potere di unire e di abbattere le barriere; senza alcuna retorica, solo con il coraggio di chi ci crede. Sabato a LaFilanda, a Mendrisio, lo si poteva toccare con mano al concerto conclusivo della seconda edizione di ‘Together Sounds Better’ (‘Insieme suona meglio’). Un progetto musicale che ha saputo fondere storie di vita e voglia di suonare insieme di giovani e adulti, regalando pura gioia ai suoi protagonisti e al pubblico, numeroso, che li ha applauditi. Del resto, riuscire a restituire armonia, accordando archi e percussioni su pagine di Bach e Beethoven non è già la vera magia dell'inclusione?

Trovarsi tra le note

L'emozione era palpabile, sabato, nell'orchestra composta dagli utenti dell'Istituto Provvida Madre di Balerna, a fare loro corona l’ensemble di violini e violoncelli delle classi di Anna Francesio Quirici e Claude Hauri della Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana, a dialogare con loro il violoncellista Nicola Tallone e il fisarmonicista Eliseo Perretta. Anche in platea, però, tra i familiari, la si percepiva chiaramente. A sciogliere l'attesa ci hanno pensato le prime note, culmine di un percorso iniziato l'anno scorso. A incontrarsi l'aspirazione del Conservatorio di portare la musica fuori dalle sue mura e l'apertura di Provvida Madre a esperienze innovative capaci di contribuire alla crescita e alla relazione dei suoi utenti. Nel mezzo vi è la decisione di una azienda come Argor-Heraeus di promuovere iniziative virtuose. Un connubio che, come ha confermato lo stesso sindaco Samuele Cavadini, è piaciuto alla Città di Mendrisio, tanto da sposare il progetto e accogliere tutti a LaFilanda.

Divertirsi con la musica classica

Alleati preziosi, come detto, Bach e Beethoven, ma anche Moroder (con ‘The NeverEnding story’), Tchaikovsky e Piazzolla, si è riusciti a condividere i risultati di una iniziativa che, da settembre a maggio, è andata crescendo. Sino a sfociare nell'esibizione di sabato, durante la quale è passata di mano in mano la bacchetta del direttore d'orchestra, ceduta da Burapha Andrea Pedrolin ad alcuni dei neo musicisti, e si è chiuso concedendo il bis reclamato dagli spettatori. «Mai come in questi tempi la nostra società ha bisogno di messaggi come quello a cui abbiamo assistito», ha esordito Luca Medici, direttore della Scuola di Musica.

E il merito di aver trovato i giusti... accordi è di Luciano Zampar, docente della Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Di martedì il maestro è alla Provvida Madre per continuare questo percorso e lungo il cammino, al suo fianco gli operatori, sono stati coinvolti anche i bambini e le bambine del settore infantile. «L'idea – ha spiegato il maestro – è quella di portare la musica classica e l’esperienza musicale dentro l'Istituto. Di provare e sperimentare nuovi strumenti a percussione: quest'anno ad esempio abbiamo iniziato a suonare la calimba e a utilizzare i campanelli. Così ascoltiamo la musica classica, giochiamo e ci divertiamo insieme». E i risultati sono evidenti. «Rispetto all’anno precedente – ha confermato Luciano Zampar – sono stati osservati progressi notevoli: alcuni utenti hanno acquisito maggiore sicurezza con gli strumenti e iniziato a creare veri e propri dialoghi musicali».

‘Abbiamo voglia di continuare’

E non ci si vuole certo fermare qui. «Provvida Madre ha voglia di continuare con questo progetto innovativo e di poterlo ampliare, dando accesso a tutti gli utenti, a tutti coloro che hanno voglia di suonare – ha annunciato Anna Romanens, direttrice della Provvida Madre –. In effetti, in Svizzera non sono tante le possibilità per le persone con disabilità di accedere a un Conservatorio. L'idea quindi è proseguire a fare musica insieme, perché ci piace. Quando vediamo i nostri artisti qui è sicuramente il risultato di un lungo cammino. Cosa è diventata la musica per noi? Innanzitutto, lo stare insieme, poter condividere momenti come questo, come succede ogni martedì quando Luciano Zampar entra nelle nostre classi o nella ‘Butega’, o passa per i corridoi e lo riconoscono. Ciò che facciamo – ha ribadito la direttrice – è la testimonianza di qualcosa di nuovo, è sfidare delle barriere e trovare soluzioni alternative per poter suonare tutti assieme. Mostrare al pubblico che possiamo fare musica e diventare artisti, protagonisti di momenti; che riusciamo a condividere un pezzetto del nostro mondo».

Come ha detto bene Luca Medici, «potere trasformativo della musica».