Il Municipio di Mendrisio chiede un credito di 3,5 milioni. Le linee guida elaborate sono state testate nel quadrante sud-est al primo piano
Costerà 3,5 milioni e rappresenta “il primo e indispensabile passo per garantire una corretta conservazione e rivalorizzazione dell'intero comparto monumentale”. Il Municipio di Mendrisio è pronto a investire nel restauro conservativo con riqualifica energetica dell'edificio principale di Villa Argentina. Il messaggio con la richiesta di credito è fresco di stampa. Per l'esecutivo si tratta di un “agire tempestivo” che “consentirà di ridare a un'architettura di pregio il giusto valore, senza trascurare gli attuali bisogni di comfort dell'utenza e gli standard legati agli accresciuti provvedimenti sull'utilizzo dell'energia che l'ente pubblico è tenuto a ossequiare”. L'Ufficio dei beni culturali ha già confermato un sussidio di 465mila franchi; il fondo per le energie rinnovabili (Fer) garantirà un contributo di 200mila franchi. I lavori si svolgeranno a tappe e dureranno 24 mesi.
La Villa è stata costruita tra il 1873 e il 1875 dall'architetto Giovanni Croci. Dal 12 agosto 1984 il comparto è un monumento storico nell'inventario dei Beni culturali del Cantone. Il Comune di Mendrisio ha acquistato la Villa nell'ottobre 1989 per insediarvi la biblioteca regionale e rifunzionalizzare il parco e le sue adiacenze. Nel 1996 la Villa fu aggiornata integralmente e dall'anno successivo l'edificio principale e la dépendance ospitano gli spazi dedicati all'amministrazione dell'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana. Efficienza e buona conservazione sono garantiti da costanti interventi di manutenzione. Per il Municipio è “fondamentale trovare un equilibrio tra il valore monumentale dell’edificio e la sua conservazione storica; gli interventi vanno limitati alle azioni strettamente necessarie: quelle volte ad arrestare l’inevitabile degrado conservandone il valore storico e quelle che ne consentono l’utilizzo, a condizione che questo non si ponga in contrasto con gli obiettivi della tutela del bene”. Nel 2015 la Città ha quindi attribuito alla Cattedra di costruzione e tecnologia dell'Accademia lo studio per la definizione delle ‘Linee guida per la riqualifica energetica e il restauro conservativo di Villa Argentina’. Nello studio condotto dagli architetti Franz Graf e Carlo Nozza sono stati effettuati una raccolta completa della documentazione riguardante lo stato d’origine e le successive trasformazioni della Villa; un rilievo geometrico e materico dell’edificio; una campagna diagnostica sui fenomeni di degrado dei materiali dei paramenti esterni e l’analisi del comportamento termico dell’edificio in funzione del suo uso.
Parallelamente alla definizione delle linee guida, il Municipio spiega che “è stato condotto un restauro campione su una porzione dell'edificio” e nello specifico “è stato scelto il quadrante sud-est al primo piano della Villa”. Il prototipo ha per esempio “permesso di conoscere a fondo i materiali esistenti che costituiscono l'involucro e il loggiato e di analizzare la natura chimica e le cromie originali dei diversi materiali” e di stabilire la presenza di “piombo nella tinteggiatura superficiale di parte degli elementi dell'involucro esterno e questo ha imposto una specifica procedura per il trattamento di questi ultimi elementi”. Se per il pavimento in ceramica va prevista “una semplice pulitura a vapore della superficie e dei giunti”, per le protezioni solari esistenti (tapparelle a rullo in doghe di legno) “viene proposto il recupero e successivo decapaggio dalla tinteggiatura di colore bianco e ricordarne la successiva comparsa, avvenuta in occasione degli importanti lavori di manutenzione straordinaria e introduzione dei corpi riscaldanti che hanno coinvolto l'intero edificio nel 1962”. Nello stesso anno sono stati sostituiti i serramenti che “si presentano attualmente in sufficiente stato di conservazione e si ritiene quindi debbano essere tutti mantenuti”.
I lavori saranno gli stessi effettuati nell'area campione. Partendo dall'esterno, per quanto riguarda colonne, pilastri, balaustre e soffitto loggiato, si procederà con “pulizia, consolidamento e dove necessario ripristino di tutti gli elementi facenti parte dell'involucro”. Per serramenti e rolladen si procederà con “pulitura, consolidamento e ripristino delle parti in legno e degli elementi in metallo esistenti”. I tendaggi esterni saranno ripristinati “secondo quanto documentato dalle immagini d'epoca” e i pavimenti saranno puliti “senza asporto o sostituzione dell'esistente”. Passando all'interno, gli interventi riguarderanno serramenti e nicchie radiatori con “pulitura, consolidamento e ripristino, delle parti in legno e degli elementi in metallo esistenti e l'adeguamento delle nicchie per ridurre la dispersione termica”. Le pareti saranno oggetto di un “tinteggio con materiale adatto, ripristino dei rivestimenti e delle finiture originali”. Mentre per i pavimenti in legno sarà prevista una “levigatura della superficie e successivo trattamento, sigillatura delle fessure sotto agli zoccolini”. A questi lavori se ne aggiungono altri di manutenzione straordinaria, e non descritti nelle linee guida, relativi a norme antincendio, barriere architettoniche e impianto elettrico.
Oltre che sulla richiesta di credito, il Consiglio comunale dovrà esprimersi anche sul rinnovo della convenzione che pone le basi per il rinnovo dei diritti di superficie a favore dell’istituto universitario. Un documento sottoscritto nel 1996 e che scadrà il 31 marzo 2027. “Le discussioni con l'Accademia sul finanziamento e sulle opere necessarie al restauro di Villa Argentina sono state l’occasione per esaminare e reimpostare alcuni aspetti regolamentati dagli atti in scadenza, e di confermare dunque la volontà comune di rinnovare i rapporti reciproci tra Accademia e Città, a conferma che il consolidamento di questa destinazione è un elemento di prestigio per ambedue i partner”. Il Municipio spiega che, così come oggi, “Villa Argentina potrà essere utilizzata esclusivamente quale sede di rappresentanza e ubicazione dell’apparato amministrativo, rispettivamente, per funzioni accessorie legate all’attività”. Mentre il parco “rimarrà di proprietà della Città”. A cambiare è invece il canone di locazione che passerà dagli attuali 150mila a 212mila franchi annui.