Per l'incendio intenzionale che a Mendrisio ha distrutto 4 auto e danneggiato la facciata dello stabile, la condanna è stata di 20 mesi sospesi
«Mi è presa la gelosia e non ho pensato alle conseguenze». È questa la giustificazione data dal 29enne cittadino italiano comparso davanti alla Corte delle Assise correzionali per rispondere di incendio intenzionale ed entrata illegale. Reati che la giudice Monica Sartori-Lombardi ha confermato, condannando l’uomo a 20 mesi di carcere sospesi per un periodo di prova di due anni. La Corte ha ritenuto adeguato l’accordo presentato in aula dal procuratore pubblico Simone Barca e dall’avvocato Demetra Giovanettina. Il 29enne è stato espulso per 5 anni dalla Svizzera (senza iscrizione al sistema informativo di Schengen) e «formalmente ammonito» per aver commesso reati durante il periodo di prova di una precedente condanna.
I fatti esaminati si sono svolti in via Carlo Cattaneo, a Mendrisio, e risalgono alla notte del 20 settembre scorso. L’imputato ha dapprima raggiunto la zona e, come si legge nell’atto d’accusa, “bussato insistentemente alla porta dell’appartamento della ex compagna”. Non essendo riuscito a farsi aprire, le ha fatto 50 chiamate e inviato 21 messaggi WhatsApp. Dopo essersi diretto a Lugano, è tornato a Mendrisio e ha posizionato carta e spazzatura che ha trovato sul posto sotto la ruota anteriore della vettura della donna e ha appiccato l’incendio con un accendino. Il tutto si è svolto in pochi minuti, e precisamente tra la 1.49 e la 1.54. «Volevo dare fuoco alla gomma, pensavo sarebbe finita lì», ha detto il 29enne in aula. «Volevo danneggiare i copertoni, mi è presa la gelosia, avevo bevuto. Mi dispiace per quello che è successo», ha aggiunto rispondendo alla giudice. «Non ho immaginato che le fiamme potessero propagarsi – è stata un’altra risposta –. Non le ho nemmeno viste, non pensavo che il fuoco prendesse». Il bilancio dell’incendio è stato di 4 auto distrutte, oltre al danneggiamento della facciata dello stabile, per un totale denunciato di 226’538 franchi. «Un gesto sconsiderato con fiamme che si sono sviluppate velocemente – così la giudice ha definito i fatti al momento della lettura della sentenza –. La colpa oggettiva è media con tendenza al grave per aver commesso un reato che ha provocato danni ingenti alla cosa altrui e un pericolo serio. Solo il tempestivo intervento dei pompieri ha impedito che le fiamme si propagassero e conseguenze maggiori». Quella notte a Mendrisio sono interventi 29 militi che, oltre a spegnere le fiamme, hanno dovuto evacuare due stabili. Due persone sono state portate in ospedale per sintomi da intossicazione. Dopo l’incendio due appartamenti sono rimasti inagibili per diversi giorni. «Ha agito per motivi futili ed egoistici – ha concluso Monica Sartori-Lombardi definendo la colpa soggettiva dell'imputato – in preda a sentimenti di gelosia e vendetta con il solo scopo di farla pagare alla ex compagna. I messaggi inviati alla donna lo dimostrano». Rispondendo a una domanda specifica, il 29enne ha specificato di «non avere mai minacciato la donna prima dei fatti».
Dopo i fatti, l’uomo ha subito lasciato Mendrisio. Come mai «è scappato senza preoccuparsi di quanto stava succedendo?», ha chiesto ancora la presidente. «Stavo tornando a casa mia, in Italia, non ho mai pensato che potesse succedere una cosa del genere». Nei confronti dell’uomo la Magistratura ha spiccato un ordine di arresto internazionale. Il 29enne è stato fermato a metà dicembre in Ungheria e in seguito estradato in Ticino. L’uomo ha «chiesto scusa» per il suo comportamento e affermato che «piano piano se potrò risarcire i danni lo farò».