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‘Salviamo la funivia del Serpiano’: i deputati momò si appellano al governo

In una mozione si chiede di valutare con ‘urgenza’ la possibilità di destinare 5 milioni all’acquisto e al recupero dell’impianto

Una infrastruttura storica
(Ti-Press/Archivio)
14 giugno 2025
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Le ultime stagioni della funivia del Serpiano sono state in salita. Un’ascesa persino più ripida di quella che l’impianto di trasporto a fune, storico, affronta nei suoi quasi mille metri di tracciato per collegare Brusino Arsizio, lì sulle rive del Ceresio, alla zona del Serpiano, all’ombra del Monte San Giorgio. Ora però la cabina sembra essere giunta davvero al capolinea e il suo destino a un bivio. La proprietà, una società – la Funivia Brusino -Arsizio/Serpiano Sa –, la stessa della struttura alberghiera e che fa capo a una cittadina libanese residente in Qatar, ha fatto sapere giusto l’aprile scorso della sua intenzione di chiudere l’infrastruttura. Nel Mendrisiotto e Basso Ceresio, però, non si è rimasti a guardare. I dodici deputati momò in Gran Consiglio, rappresentanti di Plr, Centro, Ps, Verdi, Lega, Udc ed Helvethica, hanno lanciato un appello al Consiglio di Stato: ‘Salviamo la funivia del Serpiano’. L’urgenza, del resto, vi è tutta, si fa capire. Quanto basta per sollecitare il governo a soppesare la possibilità di “destinare un importo massimo di 5 milioni di franchi per l’acquisto e l’ammodernamento della funivia”; e al contempo ad aprire “un dialogo formale con la proprietà e con gli attori regionali per trovare una soluzione condivisa”.

Già avanzata un’offerta

Fermare gli ingranaggi, del resto, sarebbe un colpo al cuore per la regione, affezionata a quella che è la prima funivia aerea automatica realizzata in Svizzera. Correva l’anno 1958. Un tale epilogo non se l’è augurato neppure una cordata pubblica, formata dall’Organizzazione turistica regionale (Otr), dal Comune di Brusino Arsizio e dall’Ente regionale per lo sviluppo (Ers), che ha cercato di scongiurare la fine del servizio, mettendo sul tavolo, nel dicembre del 2023, un’offerta d’acquisto di un milione e 400mila franchi, oltre a 300mila franchi a copertura della manutenzione straordinaria. “La funivia Brusino - Serpiano’ – esordisce infatti la mozione depositata nelle ultime ore dai gran consiglieri, primo firmatario Daniele Caverzasio (Lega), ndr – è da sempre uno degli elementi caratterizzanti la regione del Mendrisiotto e Basso Ceresio”.

‘Vi è stato un totale disinteresse’

Oggi a frenare il suo andirivieni è soprattutto l’obsolescenza dell’impianto. In effetti, lamentano i parlamentari del Distretto, “non sono mai stati fatti investimenti, nel totale disinteresse della proprietà, che non ha mai avuto intenzione di procedere a rinnovamenti”. Tanto è vero, ricordano, che già nel 2021 la proprietà aveva informato l’Otr “dell’intenzione di procedere alla chiusura”. Ed è lì, si ripercorre nell’atto parlamentare, che i due enti e il Comune hanno unito le forze per “non perdere questo importante elemento economico-turistico della regione” e hanno avviato le trattative, informando nel 2022 anche il Dipartimento del territorio. L’anno successivo, nel 2023, la funivia ha continuato a garantire il collegamento, ogni giorno, grazie anche a un contributo di 10mila franchi assicurato da Otr e Comune. Scaduta poi la proposta d’acquisto (a fine 2024), le contrattazioni non si sono chiuse. Almeno sino a quando, si fa sapere nella mozione, l’aprile scorso la proprietà ha informato le parti che, “in assenza di interventi concreti da parte degli interessati, ‘procederà alla chiusura dell’infrastruttura il prossimo primo giugno’”. Oggi, insomma, “l’acquisizione – concludono i deputati momò – potrebbe essere la soluzione che preserva una vocazione turistica dell’intera regione, con la creazione di posti di lavoro”. E ciò a maggior ragione davanti alla constatazione che l’offerta avanzata a fine 2023 andrebbe rivalutata, visto che i valori di stima restituiscono una valutazione globale dell’impianto (edifici a monte e a valle compresi) di poco meno di 800mila franchi; e che Otr ed Ers hanno, nel frattempo, commissionato uno studio di fattibilità. Analisi che ha evidenziato come mettere mano alla funivia richiederebbe un investimento di 3,3 milioni.

Il potenziale c’è

L’impianto di trasporto a fune, d’altro canto, possiede “un potenziale inespresso” ed è un importante accesso a un sito Unesco, il Monte San Giorgio, oltre a sentieri escursionistici e percorsi di rampichino (anche se qui il progetto dell’Otr è sub judice). In altre parole, richiamano i gran consiglieri momò, “i progetti di sviluppo dell’offerta turistica del Monte San Giorgio sono legati alle sorti della funivia, con la possibilità di valorizzare la vetta e sviluppare progetti futuri con indotto e ricadute economiche interessanti per tutta la regione”.

La funivia, si fa presente ancora nella mozione, è anche un punto di contatto tra Serpiano e la rete del trasporto pubblico e la navigazione lacustre. Senza trascurare il fatto che l’infrastruttura rappresenta “un’opzione collegamento alternativo in caso di interruzione della strada cantonale Riva San Vitale - Brusino Arsizio”. E qui il pensiero va alla frana che ha in parte isolato Brusino per settimane.

I Comuni sono favorevoli

In effetti, “i Comuni del Mendrisiotto – informano i firmatari dell’atto parlamentare – si sono espressi in linea di principio a favore del mantenimento dell’infrastruttura, ritenendola indispensabile e importante per la regione”. Il punto è che Brusino e gli altri enti locali, si fa presente, “non sono in grado finanziariamente di sostenere l’operazione, né di acquisto né di ammodernamento”. Annotazione da cui scaturisce la richiesta rivolta al governo di “esplorare, in collaborazione con Ers, Otr e i Comuni interessati, la costituzione di una forma consortile o altra entità gestionale che, in una seconda fase, possa assumere la proprietà e la gestione dell’impianto”.