‘Cittadini per il territorio’ e Stan contestano la proposta di costruire altri due stabili e delle villette in zona ‘Il Castellaccio’, ‘area di pregio’
Oggi il Piano regolatore di Novazzano è più che sovradimensionato. I calcoli fatti dai tecnici del Dipartimento del territorio (Dt) disegnano uno scenario che va al di là della soglia del 120% fissata dal Cantone. Non solo, proprio il Municipio locale davanti all'aula consiliare a metà giugno ha fatto sapere che i dati da poco ricevuti – dopo un iter durato due anni – sono stati rivisti addirittura al rialzo e vanno oltre la prima indicazione del 165%. Quanto basta, come ci conferma il sindaco Sergio Bernasconi, per preludere a un esercizio impegnativo: individuare le aree da dezonare.
Così quando, nelle scorse settimane, all'albo comunale è apparsa una domanda di costruzione per un nuovo grande complesso residenziale in zona ‘Il Castellaccio’ – una frazione di Casate –, sul retro della casa per anziani Girotondo, chi vigila sul territorio è saltato sulla sedia. Il comparto su cui hanno messo gli occhi i promotori immobiliari non solo rappresenta la più vasta distesa verde non urbanizzata del Mendrisiotto – con i suoi circa 55mila metri quadrati –, ma è parte integrante di una porzione del Comune riconosciuta dallo stesso Dt come "un'area verde di grande pregio paesaggistico e naturalistico".
Pubblicato il progetto con i suoi due stabili plurifamiliari da sedici appartamenti e le sette case unifamiliari, a completare il tutto un bar e un asilo nido, oltre ad accessi, percorsi pedonali e infrastrutture (68 i posteggi, tra interni ed esterni), i ‘Cittadini per il territorio’ e la Stan (Società ticinese per l'arte e la natura) si sono messi subito di traverso. Quella stessa Stan che già nel 2023 aveva acceso i riflettori proprio su ‘Il Castellaccio’ per corroborare le sue censure – condivise pure da un privato cittadino – alla revisione del Piano regolatore. Se per chi firma la richiesta edilizia, che interessa in totale nove terreni, c’è in campo un investimento di circa 5 milioni; per i ‘Cittadini’ e la Stan è in gioco il futuro territoriale di Novazzano e della regione, soprattutto a fronte di un Pr che risulta "ampiamente sovradimensionato" e, si rimarca, richiama una revisione "drastica" delle zone edificabili.
Nella loro opposizione depositata davanti all'Esecutivo locale, i ‘Cittadini per il territorio’ non usano infatti giri di parole: "Fintanto che il Pr di Novazzano presenterà indici di contenimento tanto elevati, la domanda di costruzione presentata dagli istanti risulterà contraria sia alla Lpt (Legge sulla pianificazione del territorio) sia alla Lst (Legge sullo sviluppo territoriale)". E se venisse staccata la licenza, "l’autorità comunale violerebbe palesemente il principio di prudenza che dovrebbe guidare l’operato di ogni amministrazione comunale". Del resto, si fa notare ancora, il Comune è in decrescita e "numerosi stabili risultano sfitti o da ristrutturare".
Ciò che più conta, però, è la località scelta per costruire il complesso abitativo, già al centro in questi anni, ricordano i ‘Cittadini’, di altre tre domande di urbanizzazione, tuttora pendenti. Nel pronunciarsi su una di esse, in particolare, si rende attenti, nel settembre del 2023 l'Ufficio delle domande di costruzione in merito a ‘Il Castellaccio’ rilevava che "dal profilo paesaggistico, questo comparto costituisce una vasta area libera che permette di conservare parte delle poche superfici ancora presenti della campagna nel fondovalle del Mendrisiotto". Senza trascurare che ci si trova in un "contesto di campi agricoli qualificabili come Sac", ovvero superfici per l'avvicendamento delle colture.
Ecco che l’impressione, esternata dai firmatari dell'opposizione, è quella di trovarsi davanti a una proposta che "sembra mirare unicamente a impedire la futura tutela di un’area molto vasta (e quindi particolarmente significativa in termini territoriali) per il solo interesse privato, senza alcuna considerazione per l’interesse collettivo". I ‘Cittadini’, però, si sbilanciano pure sul progetto, che a loro dire avanza proposte che "appaiono obsolete, in contrasto sia con le normative edilizie vigenti sia con i principi di un inserimento armonioso nel paesaggio". Come "vetusto" viene definito il Pr. Un approccio, si ribadisce, che "costituisce una vera e propria elusione degli indirizzi pianificatori prescritti da Confederazione e Cantone".