Definita la scelta di dezonare l'area dell'ex Jelmoli, la Lista civica rilancia il tema. E chiede: ‘È vero che è tornato in scena l'architetto Sergison?’
Solo più o meno sette anni fa la maggioranza del Consiglio comunale di Mendrisio aveva detto ‘no’. E aveva messo, di fatto, in un cassetto l'idea di vincolare l'area di piazza del Ponte a un uso di interesse pubblico (come proponeva la mozione allora firmata da Tiziano Fontana per i Verdi). Oggi la vocazione di piazza e area di svago è stata messa nero su bianco e ancorata ai piani della Città. Fra i terreni che il Municipio intende dezonare, zona di pianificazione (ora in pubblicazione) alla mano, vi è anche l'ex Jelmoli. Una scelta quella odierna che, nella sostanza, fa notare la Lista civica, contraddice la decisione consiliare del 2018, archiviando, per il futuro, la possibilità di edificare quella superficie, e apre a nuovi interrogativi. Da tempo, ormai diciassette anni, infatti, la popolazione desiderosa di riappropriarsi appieno di una piazza "rispettosa del suo contesto storico e artistico" è in attesa di un progetto ad hoc.
La volontà popolare negli anni è stata espressa in modo chiaro. Prima dando voce a una petizione, poi, nell'aprile del 2016, sottoscrivendo (in oltre 1'600) la domanda di referendum. Infine, il 25 settembre 2016 votando a maggioranza la proposta del Comitato referendario per ‘Un’effimera piazza del Ponte? No grazie’ e bocciando il messaggio municipale. Un documento, quest'ultimo, che introduceva una nuova variante pianificatoria e dava corpo all'intenzione di edificare nel comparto una torre alta 26 metri su progetto dell'architetto Jonathan Sergison, tuttora titolare di un Atelier di progettazione all'Accademia di architettura. Quasi un decennio dopo e dopo una fase di stallo, si può dire che la Città abbia voltato pagina. Agli occhi dei consiglieri comunali della Lista civica, Tiziano Fontana e Antonia Bremer, resistono però ancora dei punti da chiarire.
E la prima domanda che preme richiama proprio il futuro assetto di piazza del Ponte. Giunti a questo stadio, quanto dureranno ancora, chiedono gli autori dell'atto parlamentare, gli approfondimenti del comparto allargato che comprende tutta via Lavizzari? Lo sguardo, in effetti, come già confermato un paio di anni fa dallo stesso Esecutivo, si estende dal rondò del Centro di pronto intervento alla rotonda della Filanda. Comprensorio finito al centro di uno studio di fattibilità. In questo modo si chiama in causa anche il Cantone, proprietario di via Lavizzari e di via Zorzi. E qui si delinea un altro tema che porta Fontana e Bremer a domandare quali sono gli esiti degli scambi che il Municipio, si annota, ha avuto con il Dipartimento del territorio in merito, appunto, alle vie Lavizzari e Zorzi.
E sempre a proposito della visione futura, in fasi successive, rimarcano dalla Lista civica, si è venuti a sapere che l'autorità comunale ha "affidato ancora all’architetto Sergison lavori di approfondimento sul comparto che include via Lavizzari". Questa informazione sullo studio del dossier, si sollecita, è corretta? E "qual è il suo mandato?".
Sta di fatto che gli intendimenti del Municipio trovano conferma pure in alcune voci inserite nel Piano delle opere prioritarie. Oltre ai 100mila franchi previsti per l'arredo urbano e già utilizzati quasi del tutto – ne sono stai spesi per 95mila franchi –, si è valutato di destinare un milione e 100mila franchi per la sola sistemazione della piazza. Cifra diluita su tre anni: 100mila franchi subito (nel 2025), altri 200mila nel 2027 e gli 800mila franchi rimanenti, la parte più cospicua, nel 2027. Nel concreto, interrogano gli esponenti della Lista civica, cosa si intende fare con le tre somme indicate? E, nel dettaglio, si rilancia, come sono stati utilizzati i circa 95mila franchi già impiegati?
Rimane, in conclusione, da capire per Fontana e Bremer quanto potrebbe costare eliminare il manto d’asfalto e il sottostante materiale inerte posati dopo la demolizione dell'ex Jelmoli. Soprattutto se l’orientamento è quello di sistemare del terriccio per "eventualmente piantumare alberi e fare una piazza alberata degna di questo nome".