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Rintocchi della discordia in valle. Le notti insonni di residenti e turisti

Lamentele a Bruzella e a Scudellate. Il Municipio di Breggia pronto a incontrare i Consigli parrocchiali per concordare una soluzione

A Scudellate la Parrocchia ha zittito le campane in via temporanea
(Ti-Press/Archivio)
4 agosto 2025
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Scampanare o non scampanare quando scende la sera? Da anni ormai il dilemma nostrano arrovella paesi e comunità locali. I rintocchi, soprattutto notturni, oggi più di ieri, infatti, oltre a scandire il passare delle ore sembrano turbare i sonni di chi abita a pochi passi dal campanile. Tanto che la tutela della quiete pubblica ha già portato delle autorità comunali a decidere di zittire le campane, almeno durante la notte. Non nuovo neppure tra i Comuni del Mendrisiotto, di recente il tema è tornato d’attualità in Valle di Muggio. A far sentire la loro voce (e le loro lamentele) sono stati alcuni residenti e villeggianti della regione. A risultare ‘molesti’ sono i ‘din don’ che, nottetempo, risuonano, in particolare, nelle frazioni di Bruzella e Scudellate. Quanto basta per convincere il Municipio di Breggia ad affrontare la questione con uno sguardo globale, da Morbio Superiore a Roncapiano, aprendo un dialogo con le sette Parrocchie del comprensorio.

Questione di decibel

Di inquinamento fonico, in effetti, il Distretto ne sa qualcosa. Con la differenza che a rendere insopportabili i decibel di troppo in genere sono traffico, cantieri o attività industriali. Le ultime vicende di Valle, invece, hanno riportato al proscenio una problematica che in un passato più o meno lontano si era già presentata, qua e là, sul territorio. Tornano così alla memoria i casi di Castel San Pietro dell’estate del 2005 e in anni più recenti la querelle a Stabio del novembre 2021, nel mezzo le diatribe nate in alcuni Quartieri della Città di Mendrisio e, sempre in Valle, a Caneggio, dove si sono confrontati due ‘partiti’, il primo di fautori delle campane, il secondo di contrari. A mettere d’accordo tutti poi sono stati i problemi statici al campanile, che hanno costretto a ridurre l’attività sonora. Questa volta il mal comune delle notti insonni non è stato il mezzo gaudio né dei cittadini che si sono fatti avanti a Bruzella, troppo vicini alla fonte dei loro malumori, né dei turisti che alloggiano nelle strutture ricettive di Scudellate – a cominciare dall’Albergo diffuso –, infastiditi a quanto pare dai ripetuti rintocchi. A tal punto da avere, sembra, disdetto le proprie vacanze.

Convocate le sette Parrocchie

E allora che fare? «Questo è un tema che ritorna con una certa regolarità; questa volta quindi vogliamo avere un approccio un po’ diverso – ci conferma Stefano Coduri, sindaco di Breggia –. A inizio settembre l’Esecutivo incontrerà le Parrocchie presenti sul suo territorio per vedere di trovare una soluzione di compromesso che possa soddisfare sia chi vuole meno rumori, sia chi resta legato alle tradizioni. Il problema, d’altra parte, si presenta soprattutto la notte, quando i campanili battono la mezz’ora e le ore. In questo modo ci chineremo sulla questione in maniera più sistematica rispetto al passato». L’intento, insomma, è quello di individuare una linea d’azione condivisa e di buon senso, che possa rivelarsi maggiormente risolutiva. «Sarà importante capire – annota il sindaco – qual è lo spazio di manovra». Al momento, in effetti, sul piano comunale non si sono prese misure immediate o temporanee, optando, come detto, per la strada del dialogo. «Ci impegniamo – ribadisce Coduri – a fare questo approfondimento con le Parrocchie: è stata questa sin qui la nostra posizione quando si sono presentati con delle lamentele».

Scudellate, messo il ‘silenziatore’

A livello istituzionale si attende, dunque, l’incontro di settembre. A prendere l’iniziativa, loro sponte, sono stati invece il parroco, don Mattia Scascighini, e la Parrocchia del villaggio. E questo anche se la competenza, per quanto riguarda l’uso non liturgico delle campane, sia delle amministrazioni comunali. «Interpellati dal responsabile del ‘bed&breakfast’, a Scudellate abbiamo ritenuto di agire preventivamente, sospendendo per ora il rintocco delle ore dalle 22 alle 7 del mattino – ci spiega il parroco –. Nel frattempo, infatti abbiamo ricevuto la convocazione del Municipio per inizio settembre con l’intento di discutere della tematica. Vedremo quindi poi il da farsi, in base a quale accordo scaturirà tra l’autorità e i Consigli parrocchiali». Sta di fatto che i sacri bronzi del villaggio dal 26 luglio la notte non suonano più; e così sarà per l’intero mese di agosto. Una prassi che in valle ha già fatto storcere qualche naso. Non solo per l’affetto verso la voce delle campane, ma soprattutto per il rispetto delle procedure. «Comprendo chi è legato alle usanze – ci dice don Scascighini –, a volte però occorre adeguarsi alle esigenze e alle critiche degli altri».

Tra articoli e ordinanze

In effetti, il legislatore si è già occupato di questa materia e alcuni articoli e norme sin d’ora possono orientare i Comuni. Del resto, ci sono vertenze a livello svizzero approdate persino davanti al Tribunale federale. Rientrando in Ticino, dal 2004 nel Regolamento della legge sulla Chiesa cattolica, il Cantone all’articolo 3 segnala come il battito dell’ora e lo scampanio (al di fuori delle celebrazioni religiose) “non deve arrecare disturbo alla quiete dalle 21 alle 7”. A dare una mano vi è pure l’Oif, l’Ordinanza federale sull’inquinamento fonico. In ogni caso le campane delle chiese sono, sì, considerate una forma di rumore, ma non sono soggette a limiti di volume specifici come il traffico, ma piuttosto, se necessario, a una riduzione dei tempi di funzionamento. Nella pubblicazione ‘Valutazione dei rumori quotidiani’ del 2014 a cura dell’Ufam, l’Ufficio federale dell’ambiente, si affronta pure il tema del suono delle campane, invitando gli organi esecutivi a prendere in considerazione tutte le misure possibili per ridurre le emissioni sonore. L’Alta Corte, si legge nel testo, ha già fatto presente anche la necessità di procedere a “una ponderazione di interessi tra il bisogno di quiete della popolazione e l’interesse per l’attività rumorosa”. Anche perché “il suono delle campane delle chiese può rivestire un interesse pubblico se la popolazione lo considera l’espressione di un’usanza o della tradizione locale”. In conclusione, si annota nel documento come sia “compito delle autorità esecutive, comunali e cantonali, valutare l’effetto di disturbo provocato dalle campane e la proporzionalità di possibili provvedimenti”. Come dire, occorre affrontare caso per caso.