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Col telefonino sotto una tenda a Gaza: Saeed Shat studente a distanza della Supsi

La solidarietà di Agenda 21 Coldrerio e tre Comuni del Mendrisiotto permette a un ingegnere palestinese di accedere alla Supsi e all'Alberta University

Saeed Shat nella sua quotidianità
11 settembre 2025
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Saeed Shat da bambino cullava un sogno: diventare uno scienziato. Una persona in grado di poter aiutare chi ha davvero bisogno. Una aspirazione, la sua, a cui, crescendo, ha saputo dare concretezza con tenacia e tanta forza di volontà. Anche perché questo uomo, ingegnere con una laurea in Geologia e risorse idriche, il bisogno e la disperazione li tocca con mano ogni giorno. Palestinese, Saeed, padre di famiglia, vive nella Striscia di Gaza, dove è nato e cresciuto. Un giorno, però, la sua vita lo ha portato a incrociare un’azione di solidarietà partita dal Mendrisiotto. Un legame coltivato da una parte all’altra del mondo che lo ha condotto lontano: prima un corso a distanza della Supsi di Mendrisio, poi una borsa di studio del governo canadese che gli aprirà le porte dell’Alberta University. Un’opportunità inaspettata grazie alla quale Saeed confida oggi di poter dare una mano al proprio popolo. «Una volta che questa guerra finirà, e spero presto – ha confidato a Claudio Valsangiacomo, suo docente e professore in Cooperazione e sviluppo alla Supsi –, voglio contribuire a un grande progetto di riabilitazione idrica a Gaza. Il mio obiettivo è progettare sistemi decentralizzati di trattamento dell’acqua con energia solare, pensati per rifugi e comunità sfollate».

La solidarietà di Agenda 21 e i Comuni di Coldrerio, Novazzano e Castello

Facciamo, però, un passo indietro. Tutto ha inizio nel dicembre del 2023, quando Agenda 21 Coldrerio, una realtà associativa nata nel 2007, promuove una iniziativa natalizia per sensibilizzare la popolazione locale sull’urgenza della pace nel conflitto israelo-palestinese. Si raccolgono 400 franchi circa che vengono destinati al miglioramento dell’approvvigionamento idrico nella città di Rafah, nella Striscia di Gaza appunto. E a occuparsi del progetto è proprio Saeed Shat, al quale viene affidato il contributo. Subito, come ci confermano da Agenda 21 Coldrerio, questo ingegnere colpisce i suoi interlocutori del Mendrisiotto soprattutto per le competenze dimostrate: «Ha saputo impiegare con grande professionalità e trasparenza i fondi ricevuti», si commenta.

È così che sgorga l’idea di supportarlo nel suo percorso di studi: l’associazione contatta i Comuni di Coldrerio, Novazzano e Castel San Pietro e insieme gli offrono la possibilità di iscriversi al ‘Cas Wash’, un corso di formazione continua sul tema dell’approvvigionamento idrico proposto dalla Supsi e da altri due istituti universitari svizzeri, Eawag e l’Università di Neuchâtel. Il percorso di studi, ci fanno notare, mira del resto a preparare professioniste e professionisti capaci di garantire l’accesso all’acqua potabile a centinaia di migliaia di persone. Saeed segue le sue lezioni per intero a distanza dal suo telefono cellulare, non avendo ricevuto dalle autorità di confine il permesso di lasciare il territorio per partecipare all’ultimo modulo pratico previsto, in presenza, al Campus della Scuola a Mendrisio (modulo che dà peraltro accesso al certificato finale).

Da Gaza al Campus, grazie a un cellulare e sotto una tenda

Il suo racconto ci giunge sempre attraverso il professor Valsangiacomo. «Sono stato costretto a spostarmi dieci volte a causa delle evacuazioni militari – racconta –. Durante il corso, la guerra a Gaza si è intensificata e ho dovuto studiare senza elettricità, senza internet, spesso senza sicurezza fisica». Eppure ce l’ha fatta: «È stato estremamente difficile – spiega –, ma la formazione mi ha dato speranza e uno scopo». In effetti, la situazione quanto mai precaria, a maggior ragione nel contesto di guerra di Gaza, non gli ha impedito di presentare con diligenza i suoi compiti e di superare i tre esami teorici, e anche di stringere dei rapporti con compagne e compagni di corso e docenti. La sua gratitudine verso di loro e gli Istituti è grande. Infatti, conferma Saeed, «le capacità apprese rispondono direttamente alle sfide di Gaza: contaminazione delle acque, infrastrutture fragili, crisi ricorrenti».

‘Le infrastrutture sono tutte crollate: non c’è quasi più acqua pulita’

Le competenze acquisite, ribadisce Agenda 21 Coldrerio, gli daranno la possibilità di affrontare problematiche come l’analisi della qualità dell’acqua, la valutazione dei rischi, la progettazione di sistemi di sanificazione sostenibile e la pianificazione di emergenza. Tutti strumenti, ci fanno capire, che «vanno oltre la teoria e che sono concepiti per essere immediatamente applicabili nei contesti di crisi». Anche relazionarsi con altri studenti e gli insegnanti, però, ha rappresentato un momento prezioso. «Ci siamo sostenuti a vicenda – tiene a far presente l’ingegnere palestinese –, condividendo idee ed esperienze. Questo senso di solidarietà globale ha avuto per me un valore immenso». Per Saeed si è accesa una luce di speranza nel buio. Certo, si rimarca, la situazione sul piano idrico a Gaza resta critica. Anzi, ci illustra il professor Valsangiacomo, già prima della guerra gran parte delle acque sotterranee era inadatta al consumo umano, e la popolazione dipendeva da impianti di desalinizzazione e camion cisterna. Con il conflitto, poi, le infrastrutture sono crollate del tutto. «E oggi – conferma l’ingegnere – l’acqua pulita è quasi inesistente».

Saeed, comunque, non si ferma. Grazie alla partecipazione al ‘Cas Wash’ e alla segnalazione del suo docente è stato selezionato dall’Alberta University, che l’ha ammesso a un Master in ingegneria civile nel settore acquedottistico. E adesso, quindi, la prossima sfida sarà quella di lasciare Gaza per volare in Canada. Di che essere soddisfatti per Agenda 21 Coldrerio e i tre Comuni del Mendrisiotto.

L’intervista

Il prof: ‘Esperienza formativa e umana’

Anche per Claudio Valsangiacomo «è sempre un motivo di orgoglio avere uno studente che progredisce nella sua carriera accademica», ci dice. Ancora di più se l’allievo vive in un teatro di guerra. «Di sicuro Saeed si trova in una situazione particolare. Ma in generale è così per tutti gli studenti provenienti da Paesi in via di sviluppo – richiama il professore –. Per quest’anno al nostro corso la settimana prossima arriveranno 18 studenti un po’ da tutto il mondo. La classe, però, non sarà completa. Come docente ‘perdo’ 7 iscritti: 5 afghani, un somalo e un pachistano, ai quali è stato negato il visto, pur essendo in regola con gli esami. Per 6 partecipanti etiopi, invece, non è stato un problema. Del resto, capita ogni anno scolastico di ritrovarsi con alunni ai quali non viene concesso di lasciare il Paese, impedendo loro di concludere il percorso di studi». Una formazione vitale per queste persone, come il bene che si impegnano a custodire e difendere, l’acqua. «È altresì significativo che da una parte il governo svizzero, per quanto riguarda l’aiuto umanitario e la cooperazione stimola questo tipo di attività e ci supporta, e dall’altra dalle ambasciate non sempre vi è questa risposta. La Sem (Segreteria di Stato della migrazione) tendenzialmente dà sempre più preavvisi negativi per visti a cittadini di questi Paesi. Succedeva già in passato, ma questa volta il numero è significativo». Il rapporto a distanza con l’ingegner Saeed Shat, oltre ad avere una valenza formativa, è stato arricchente per tutti sul piano umano. Con ogni collegamento si apriva una finestra su Gaza. «Quando Saeed partecipava alla classe – ricorda Valsangiacomo –, la lezione cominciava sempre con un: ‘Come stai Saeed? Come va?’. E la sua risposta ogni volta era ‘per adesso siamo tutti vivi’. E ogni uno o due mesi cambiava luogo e alloggio: o in mezzo alle macerie, in qualche scantinato, o sotto una tenda». La sua casa, infatti, è stata rasa al suolo già all’inizio del confitto dai bulldozer israeliani. La sua esistenza e la sua quotidianità, prima e dopo i fatti più recenti, parlano dalle foto scambiate con colleghi e insegnanti. Uno spaccato di una realtà dolente che, come altre, continua a interrogarci.

Agenda 21 Coldrerio

Un impegno ambientale e sociale dal 2007

In effetti, Agenda 21 Coldrerio con spirito di pubblica utilità continuerà, quindi, “a promuovere iniziative di pace e solidarietà internazionale”. E lo farà assieme ad attività nell’ambito di uno sviluppo sostenibile, nel solco di “principi di equità sociale in favore delle economie locali e della protezione del patrimonio ambientale”. Parole chiare e consolidate in questi anni, a testimoniarle le tante iniziative proposte di volta in volta. A fare da punto di riferimento il preambolo del Regolamento comunale fatto proprio dal Comune di Coldrerio. Una realtà locale determinata, si legge, a “promuovere le attività per soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza pregiudicare i bisogni di quelle future”. Ben presente la necessità di migliorare la qualità di vita degli abitanti. Un impegno che l’Associazione ha sposato e che si perpetua da ormai 18 anni.