Premi di cassa malati, nove granconsiglieri chiedono di eliminare la lista delle persone in mora
Nei Grigioni non ci sarà più dal prossimo 1° agosto, non avendo dato, secondo il governo cantonale che ne ha decretato l’abrogazione, i risultati sperati. In Ticino c’è chi ne chiede la cancellazione. La cancellazione della ‘lista nera’ di coloro che, nonostante i richiami, non pagano i premi di cassa malati con conseguente sospensione della copertura assicurativa, tranne che per le cure urgenti. A sollecitarne l’abolizione (“subito”) sono nove deputati al Gran Consiglio: i socialisti Ivo Durisch, Gianrico Corti, Milena Garobbio, Carlo Lepori e Tatiana Lurati, Jacques Ducry (Ps-Indipendente), Michela Delcò Petralli dei Verdi e i liberali radicali Natalia Ferrara e Nicola Pini. Con un’iniziativa parlamentare propongono di “stralciare” dalla normativa cantonale di applicazione della LAMal, la legge federale sull’assicurazione malattie, “gli articoli che permettono di attuare una pratica incostituzionale”. E di “non più procedere” all’allestimento di blacklist “che bloccano a cittadini residenti l’accesso alle prestazioni mediche”. Perché, scrivono, i morosi “appartengono a fasce deboli della popolazione e in serie difficoltà”.
Tema dibattuto quello degli elenchi delle persone in mora con il versamento dei premi. Stando a quanto riferito di recente dall’Agenzia telegrafica svizzera (vedi l’edizione di lunedì 25), “diversi” Cantoni che li hanno introdotti sarebbero intenzionati a sopprimerli in quanto all’origine di “non indifferenti” costi amministrativi. «La nostra iniziativa – spiega Ivo Durisch, contattato dalla ‘Regione’– trae spunto dal tragico caso accaduto l’anno scorso a Coira – dove un uomo malato di Aids, inserito nella lista nera dei morosi e al quale l’assicurazione aveva negato il rimborso della terapia, è deceduto –, dai dubbi sollevati a livello federale da esponenti di partiti di destra e di sinistra sulla costituzionalità delle blacklist e dalla valutazione fatta dalla Supsi su incarico del Consiglio di Stato del modello, che comprende anche la blacklist, riguardante gli assicurati morosi sospesi e insolventi in vigore dal 2012». Il messaggio governativo sul rapporto della Scuola universitaria professionale è sotto la lente della commissione parlamentare della Gestione, di cui il capogruppo del Ps fa parte. La valutazione della Supsi “consente di concludere come gli obiettivi della riforma siano stati sostanzialmente raggiunti”, annota il Consiglio di Stato nel messaggio.
«Un paio di settimane fa – riprende Durisch – la Supsi ha illustrato alla commissione il proprio studio, dal quale, secondo me e secondo altri membri della Gestione, non emerge in maniera chiara che la blacklist costituisca, come sostiene il governo, un incentivo a pagare i premi dovuti. Emerge invece il profilo della maggior parte dei morosi presenti su queste liste: si tratta di uomini, d’età compresa fra i 45 e i 50 anni, che vivono soli e che hanno bassi redditi derivanti non di rado da lavori precari. Parliamo di una fascia di popolazione molto fragile, che fa fatica a sbarcare il lunario. Con la blacklist si colpisce soprattutto questa fascia della società. Che non paga perché non può pagare». Ci sono però persone che possono versare i premi, ma non lo fanno. «In questi casi – afferma Durisch – i veri deterrenti, come si rileva nell’iniziativa parlamentare, sono i precetti esecutivi emessi dalle assicurazioni e i successivi atti di carenza beni in caso di mancato pagamento». Insomma, «la lista nera stigmatizza, ma non incentiva i ‘furbetti’ a mettersi in regola».
Durisch non ha dubbi: la blacklist «è anticostituzionale. Oggi in Ticino ci sono circa quattromila cittadini in gravi difficoltà economiche che figurando nella lista dei morosi non hanno una copertura assicurativa delle prestazioni sanitarie, se non di quelle d’urgenza che vengono pagate dal Cantone. Questo quando la Costituzione sancisce il diritto alle cure mediche».