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‘In vista della riforma le Arp necessitano di supporto’

Il giudice Bozzini nel rendiconto 2024 della Camera di protezione da lui presieduta: risolvere problemi già noti e agevolare il passaggio di consegne

Nel riquadro Damiano Bozzini
(Ti-Press)
28 febbraio 2025
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In vista dell’entrata in funzione delle Preture di protezione, le Arp “manifestano crescenti esigenze di supporto”. Lo scrive il giudice d’Appello Damiano Bozzini nella relazione sull’attività 2024 della Camera di protezione da lui presieduta. Camera che delibera sui reclami contro le decisioni delle Autorità regionali di protezione, le Arp appunto, vigilando, tramite propri ispettori, sull’operato delle stesse.

Aspettando le nuove Preture...

Sullo sfondo c’è la prospettata riforma del settore tutele e curatele in Ticino, con l’introduzione di Preture specifiche, le Preture di protezione, e la conseguente cancellazione delle attuali sedici Arp, facenti capo ai Comuni. Il passaggio dal modello amministrativo a quello giudiziario, e dunque alla ‘cantonalizzazione’ del sistema, è stato deciso nella consultazione popolare dell’ottobre 2022, che ha visto ben il 77,5 dei votanti accogliere il progetto confezionato da governo e Gran Consiglio. La domanda è inevitabile: quando diventeranno operative le Preture di protezione? Impossibile indicare un orizzonte temporale. Dopo il responso delle urne, il dossier è tornato sotto la lente dei partiti, ma il tutto sembra arrancare. Il nodo principale che parlamento e Consiglio di Stato sono tenuti a sciogliere per attuare la riforma è il finanziamento della nuova organizzazione. E non è un dettaglio.

Tuttavia, annota Bozzini, “prioritario è garantire il buon funzionamento delle Autorità regionali di protezione negli anni che ancora ci separano dall’entrata in vigore della riforma, ciò che esige anzitutto di risolvere una serie di problemi già noti”. Nel contempo però, aggiunge il magistrato pensando alle previste Preture di protezione, le Arp “sono anche chiamate a predisporre, da subito, misure necessarie per agevolare il ‘passaggio di consegne’, con particolare riferimento ad aspetti organizzativi e alla futura dotazione di personale amministrativo adeguatamente formato e con sufficiente esperienza”. Ebbene, la Camera di protezione, continua il suo presidente, “ritiene che questo sforzo supplementare non possa essere chiesto ai soli Comuni senza fornire un adeguato e sostanziale aiuto da parte del Cantone”. Rivolgendosi implicitamente alla politica, Bozzini suggerisce allora una soluzione: “Un supporto specifico, con una persona dedicata, andrebbe messo in atto e pianificato sull’arco di più anni: in quest’ottica appare opportuno valutare se non sia praticabile (e razionale) il potenziamento dell’Ispettorato della Camera (attualmente dotata di sole 1,8 unità) per disporre di un’unità di ispettore/rice da dedicare, a supporto delle Arp, alle specifiche esigenze della riforma”. Sarebbe “un investimento di risorse oculato, che consentirebbe di preparare al meglio la riforma e anticipare la soluzione di problemi comunque prevedibili, assicurando così continuità ed efficienza al sistema di protezione”.

Evasi 193 incarti

Per quanto attiene al lavoro svolto dall’organo giudiziario che Bozzini presiede, la Camera di protezione lo scorso anno ha evaso “193” incarti. E questo quale istanza di reclamo contro le decisioni delle Arp e della Commissione giuridica (Lasp) in materia di assistenza sociopsichiatrica e quale autorità in materia di rapimenti internazionali di minori. Dunque 193 incartamenti evasi nel 2024: un numero “al di sopra della media degli anni precedenti”. Ma il 2024 è stato contraddistinto, rileva il magistrato, da “un anomalo incremento delle entrate”, con l’apertura di “235” nuovi incarti. “La tendenza di crescita in atto – osserva Bozzini – ha pertanto subito un’inaspettata accelerazione, che si auspica non trovi conferma in futuro”. Anomalo “è stato l’aumento delle procedure in materia di rapimento internazionale di minori, sia nel numero che nella complessità”. La Camera di protezione, tiene a precisare il giudice, “è comunque al momento in grado di gestire adeguatamente il carico di lavoro. Un limitato numero di incarti in attesa di giudizio (pari a 90) consente infatti un’evasione dei reclami e delle istanze in tempi adeguati”.

‘Casi sempre più complessi’

Nel rendiconto figura un altro dato importante. Nel 2024, informa il responsabile della Camera di protezione, “sono state 3’664 (numero aumentato in modo rilevante) le decisioni emesse dalle Arp che, fatta eccezione per quelle impugnate, sono sottoposte all’Ispettorato per una verifica dal punto di vista della correttezza formale e materiale. A fine anno risultavano pertanto attivi oltre 9’000 incarti (relativi a tutte le persone a quel momento soggette a misure di protezione) di cui 1’270 aperti nel 2024”. «I casi – evidenzia Bozzini, interpellato dalla ‘Regione’ – aumentano, così come aumenta la loro complessità».

In veste di autorità di vigilanza sulle Arp, esercitata come detto attraverso il proprio Ispettorato, la Camera “ha fornito un costante e puntuale sostegno alle Autorità regionali di protezione nonché alle persone e agli enti coinvolti nell’attuazione delle misure di protezione”. Misure a tutela di adulti e minori vulnerabili: curatele, tutele, ricoveri a scopo di assistenza, collocamenti… “Tale impegno si è concretizzato nello svolgimento dei compiti ordinari (come l’elaborazione di direttive e strumenti operativi per le Arp, la consulenza diretta, la collaborazione con gli enti cantonali e federali che si occupano di misure di protezione), nonché nella promozione di iniziative volte al rafforzamento delle competenze e delle sinergie tra i diversi attori coinvolti – segnala Bozzini nel rapporto 2024 –. Con il supporto dell’Ispettorato, la Camera ha organizzato vari momenti formativi rivolti alle Autorità regionali di protezione. L’Ispettorato ha inoltre continuato a fornire un fondamentale supporto alle Arp e ai Comuni, in un contesto segnato dall’incertezza sui tempi di attuazione della riforma legislativa, con l’obiettivo prioritario di garantirne il buon funzionamento, assicurando risorse umane adeguate e soluzioni logistiche e informatiche appropriate”.