Ticino

Meno frontalieri ma la Cgil italiana: ‘La fiscalità non c'entra’

Nel 2024 sono calati di quasi un migliaio i pendolari, per il sindacalista Augurusa la ragione sta in ‘molte ristrutturazioni aziendali e pensionamenti’

Ragioni e dibattito
(Ti-Press)
6 marzo 2025
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Lo scorso 31 dicembre i frontalieri in Ticino erano 78’683, in calo dell'1,1% rispetto allo stesso giorno del 2023. In termini assoluti significa che il frontalierato, segmento importante per l'economia ticinese, ha ‘perso’ 864 posti di lavoro. Considerato che il Ticino è l’unico cantone dove sono in calo i frontalieri ci si interroga sulla brusca inversione di tendenza. Non ha dubbi Giuseppe Augurusa, segretario nazionale di Cgil frontalieri: “Il calo non è dovuto alla nuova fiscalità dei frontalieri che, per quelli assunti dopo il 17 luglio 2024, prevede maggiori trattenute”. Aggiunge il sindacalista: “Anche lo scorso anno sono continuate le assunzioni di personale sanitario, soprattutto infermieri, ma anche medici. In Ticino nel 2024 ci sono state importanti ristrutturazioni aziendali che hanno portato alla riduzione dei posti di lavoro. Inoltre, ci sono stati numerosi pensionamenti, senza sostituzioni”.

Continua Augurusa: “Leggo che in tanti insinuano che questo calo di frontalieri dopo anni di crescite record è da imputare ai nuovi accordi fiscali sottoscritti da Italia e Svizzera, per cui molti lavoratori italiani con i nuovi contratti troverebbero meno attrattivo il richiamo della Svizzera dagli stipendi d'oro. Sì, ma a patto di non doverli dichiarare al fisco italiano. Mi sembrano considerazioni un po' grossolane. La realtà è che l'economia ticinese cresce meno rispetto agli altri Cantoni transfrontalieri. Quindi da un lato occorre analizzare il fattore della domanda che per quanto ci risulta continua a essere sostenuta e dall'altro quello dell'offerta che in alcuni settori è in calo”. Per il sindacalista della Cgil “la retribuzione è comunque solo uno dei fattori che entrano in gioco: vanno presi in considerazione anche altri elementi come i tempi di vita importanti, particolarmente importanti dopo l'esperienza del Covid”. Il riferimento è al tempo necessario per raggiungere il posto di lavoro (e ritorno a casa). Conclude Augurusa: “Anche nel nostro Paese sono state introdotte delle riforme fiscali che possono disincentivare alcune figure professionali a spostarsi oltreconfine. È molto complesso andare a confrontare due sistemi fiscali, quello italiano e quello svizzero, che sono molto diversi tra di loro. Ad esempio nel caso dei nuovi frontalieri occorre valutare anche l'effetto della deduzione d'imposta e delle detrazioni fiscali che variano da caso a caso”.