La commissione ‘Gestione e finanze’ vuole portare al più presto le due iniziative alle urne. Probabile un controprogetto che limita l'impatto finanziario
L’orizzonte temporale è stato fissato. Sulle due iniziative popolari che riguardano i sussidi di cassa malati – L’iniziativa della Lega per rendere deducibili integralmente i premi e quella socialista per fare in modo che non pesino oltre il 10 per cento del reddito disponibile – i cittadini dovrebbero essere chiamati a esprimersi in settembre. Questo è il termine che la commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ vuole rispettare. Una tabella di marcia serrata per non lasciare in sospeso due dossier molto delicati. Da un lato c’è la popolazione che ha raggiunto (anzi, superato) il limite di sopportazione per quanto riguarda i costi della salute e che reclama soluzioni concrete. Dall’altro c’è il Cantone, che se vedesse essere accolte le due iniziative si troverebbe gravato di un onere economico pesantissimo. E dovrebbe subito correre ai ripari per riequilibrare le finanze pubbliche. Le due iniziative, lo ricordiamo, hanno infatti un costo importante: quella socialista obbligherebbe il Cantone a spendere oltre 300 milioni di franchi in più ogni anno. Quella leghista, invece, farebbe mancare alle casse pubbliche, tra Cantone e Comuni, un centinaio di milioni di gettito fiscale. Le due iniziative, va inoltre sottolineato, non sono in competizione tra loro. Questo vuol dire che potrebbero essere entrambe approvate ed entrare in vigore.
«Vogliamo rispettare i termini di legge e andare al voto, soprattutto perché ci troviamo confrontati con due iniziative popolari», spiega il presidente della ‘Gestione e finanze’ Fabrizio Sirica. «Il tema dei costi della salute e dei premi di cassa malati è la preoccupazione più importante per i cittadini, specialmente nel nostro Cantone. È quindi giusto che si possano esprimere al più presto».
Tempistica che potrebbe essere rispettata anche nel caso venisse messo sul tavolo un controprogetto. E l’ipotesi è concreta. «Siamo intenzionati a fare una controproposta», afferma alla ‘Regione’ il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni. «Lo scopo è trovare una soluzione che vada ad aiutare i cittadini senza compromettere la stabilità delle finanze cantonali. Anche perché – continua Agustoni – da parte dei proponenti dell’iniziativa sul 10% non sono arrivate indicazioni su dove andare a prendere le risorse». Al governo è stato quindi chiesto di calcolare quale sarebbe l’impatto per i conti del Cantone e per le famiglie se “l’asticella” dell'iniziativa Ps venisse fissata al 15 per cento del reddito invece del 10. «Sulla base di queste cifre si potrà ragionare più concretamente sul controprogetto, che potrebbe essere una risposta a entrambe le iniziative sul tavolo».
La proposta del Ps ha raccolto oltre diecimila firme e parte da un concetto: un cittadino o una famiglia non dovrebbero sborsare per i costi della salute più del 10 per cento del proprio reddito disponibile. Da qui la richiesta: Il Cantone paghi la parte che supera questa percentuale agendo attraverso la Ripam. La spesa, come detto, sarebbe molto importante, circa 300 milioni in più ogni anno. Una spesa che andrebbe a sommarsi agli oltre 400 milioni già messi a Preventivo per il 2025 attraverso la Ripam. La proposta di premi non oltre il 10 per cento del reddito è già stata votata e respinta a livello nazionale lo scorso mese di giugno. Votazione che ha però mostrato come la popolazione fosse a favore della proposta.
Parte da un concetto anche l'iniziativa della Lega, che ha raccolto 11mila adesioni: i cittadini non dovrebbero pagare le tasse su una parte di reddito che non è a loro disposizione, perché tolta attraverso i premi che sono obbligatori. Da qui la richiesta di rendere completamente deducibili i premi, sia assicurazione di base che complementare. Il costo stimato attraverso minori entrate fiscali è di circa 100 milioni, metà a carico del Cantone e metà sulle spalle dei Comuni.