Lo propone con una petizione l’Associazione traffico e ambiente per gli abbonamenti Arcobaleno annuali fino a 24 anni. Lanciata oggi la raccolta firme
Solo 600 franchi per viaggiare un anno intero in Ticino, Mesolcina e Calanca. È questo l’obiettivo della petizione lanciata oggi dall’Ata, l’Associazione traffico e ambiente, nell’ottica di ridurre le attuali tariffe dei trasporti pubblici per i giovani fino a 24 anni. Più precisamente, come spiegato stamane in conferenza stampa, l’Ata propone che il prezzo dell’abbonamento Arcobaleno annuale per la categoria giovani dai 6 ai 24 anni, in seconda classe e valido per tutte le zone della comunità tariffale, costi appunto al massimo 600 franchi.
Quello di 600 franchi è l’attuale prezzo in vigore per un abbonamento giovani di tre zone tariffarie. Attraverso la proposta dell’Ata si consentirebbe così anche a coloro che finora acquistavano l’abbonamento per una o due zone di estendere la validità a tutta la comunità tariffale con un supplemento meno impegnativo. Il costo dell’operazione? Lo spiega il presidente del comitato dell’Ata Bruno Storni: «Ogni anno vengono venduti in Ticino circa 9mila abbonamenti giovani, per un incasso di 8,6 milioni. Con la nostra proposta, Arcobaleno incasserebbe 3,1 milioni in meno. Cifra che a nostro modo di vedere, per Cantone e Comuni, è sostenibile». Idealmente, sostiene in più Storni, «questi costi potrebbero, a medio termine, essere almeno in parte compensati da un aumento del numero di abbonamenti venduti». A titolo di confronto, ricorda sempre Storni, «a Ginevra, dove si è optato per la gratuità dei trasporti per gli under 25 anni e per uno sconto del 50% per i pensionati, la misura dovrebbe costare al Cantone 32 milioni di franchi durante il primo anno». È anche su questo parallelismo che l’Ata conferma la propria contrarietà a rendere i trasporti pubblici completamente gratuiti: «Proprio perché si tratta di una risorsa da non banalizzare, è corretto che si paghi qualcosa», osserva Storni.
Concretamente per i giovani dai 6 ai 24 anni rimarrebbero dunque tre tipi di abbonamento annuale: una zona per 270 franchi, due per 413, tre o più per 600. In altri termini, ciò che per gli adulti dai 25 anni corrisponde all’abbonamento ‘da 8 zone’, per i giovani dovrebbe tradursi in un prezzo invariato ‘da 3 zone’. L’Ata è così convinta che dei prezzi più vantaggiosi per questa fascia d’età possano contribuire a fidelizzare i giovani al trasporto pubblico, riducendo così l’impatto ambientale causato dall’eventuale cambiamento del mezzo di trasporto utilizzato. «Lo scopo – riprende quindi Storni – è di portare più giovani sui mezzi pubblici con la speranza che continuino a usufruirne negli anni. Il tutto con risvolti positivi, come la diminuzione dell’inquinamento atmosferico o la maggiore sicurezza sulle strade rispetto ai veicoli privati». Non trascurabile poi il vantaggio potenziale per le regioni periferiche: «Se il trasporto pubblico ha più utenza – rimarca – può essere anche sviluppato meglio, mantenendo linee che oggi sono al limite del finanziabile. L’abbonamento a 600 franchi andrebbe poi anche a vantaggio dei giovani che abitano in queste aree che, per spostarsi verso i centri, spesso devono fare abbonamenti con molte zone». Ma anche: «Gli studenti, oggi penalizzati rispetto agli apprendisti che possono recuperare una parte dei costi sostenuti per gli abbonamenti Arcobaleno annuali, potrebbero trarre beneficio da una riduzione». Insomma, «puntiamo a ridurre le spese alle famiglie che, negli ultimi anni, oltre alla cassa malati e all’energia, hanno dovuto pagare di più anche l’abbonamento Arcobaleno per i figli».
Da qui a fine luglio, limite che si è data l’associazione per la raccolta delle firme, la petizione mira a ottenere almeno 10mila sottoscrizioni, online e su carta. «Se calcoliamo che annualmente vengono venduti 23mila abbonamenti annuali giovani, dei quali 9mila con tre o più zone – rileva in tal senso il responsabile regionale dell’Ata Fabio Bossi –, se riuscissimo già ad attrarre una parte di queste persone, dietro alle quali ci sono anche delle famiglie, sarebbe già un bel successo».
Ad aver aderito per ora alla petizione, l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi), la Gioventù socialista (Giso), i Giovani verdi, la Gioventù comunista e l’Associazione per la difesa del servizio pubblico. «Il traffico motorizzato, soprattutto quello individuale – commenta il co-coordinatore dei Giovani verdi Rocco Vitale –, genera un importante inquinamento atmosferico che si ripercuote sulla salute pubblica. Puntando in maniera decisa sulla mobilità condivisa si queste conseguenze negative si possono calmierare». E sottolinea: «Ci si riempie spesso la bocca di discorsi belli sulle zone periferiche, ma a livello politico alle parole non seguono i fatti. Questa è una misura concreta per andare in questa direzione». Gli fa eco Yannick De Maria per la Giso: «Garantire l’accesso a un sistema di mobilità efficiente e a costi contenuti, non è solo una questione economica, ma rappresenta un imperativo sociale, ambientale e di giustizia territoriale. Ogni franco può fare la differenza». Dal canto suo il coordinatore della Gioventù comunista Adam Barbato-Shoufani afferma: «Per noi la gratuità dei mezzi pubblici resta l’obiettivo, ma questo è un primo passo importante perché permette un notevole alleggerimento dei costi».