Il Centro torna alla carica sul divieto di smartphone negli istituti. Critiche ai litigi ‘per le cadreghe’ tra Udc e Lega e tirata d’orecchi al Plr
Qualche bordata ben assestata alle altre forze politiche, nessuna esclusa, e l’annuncio del lancio di un’iniziativa popolare per vietare, senza se e senza ma, i cellulari nella scuola dell’obbligo. Il Centro non vuole restare fermo, soprattutto su casse malati e socialità. «Stiamo lavorando a diversi temi – dichiara il vicepresidente Giorgio Fonio davanti al Comitato cantonale –. Abbiamo appena presentato un controprogetto che permette alle famiglie di dedurre i premi di cassa malati senza pesare troppo sulle finanze cantonali e siamo pronti, prossimamente, a raccogliere le firme per proibire i cellulari nelle scuole dell’obbligo». Insomma, le regole attuali – possibilità di averlo con sé spento in cartella – non bastano. «È un tema delicato, le conseguenze negative tra i giovani aumentano, e l’approccio del Dipartimento educazione cultura e sport non ha funzionato. È giusto che sia il popolo a decidere quale linea bisogna adottare ora». Aggiunge il vicepresidente del Centro e consigliere nazionale: «Il numero di giovani che hanno un uso problematico degli smartphone è praticamente raddoppiato negli ultimi anni. La tecnologia può essere un’arma a doppio taglio e bisogna intervenire prima che la situazione sia fuori controllo».
Tornando ai rapporti tesi tra partiti, Fonio davanti al ‘parlamentino’ centrista riunito a Bellinzona dà una spallata a destra e una a sinistra: «I partiti agli estremi dell’arco parlamentare sono molto concentrati su sé stessi e sulla loro politica autoreferenziale. A destra litigano e parlano di cadreghe, per usare un termine tanto caro a un noto domenicale di disinformazione. Noi invece cerchiamo di concentrarci sui problemi delle persone. E il controprogetto all’iniziativa della Lega per la deduzione dei sussidi va proprio in questa direzione: aiutare le famiglie spendendo una cifra (circa 50 milioni, ndr) che ci possiamo permettere. Si metta il cuore in pace il copresidente del Ps – punzecchia Fonio – la socialità non è una loro esclusiva».
A tirare le orecchie ai «cugini» del Partito liberale radicale è il capogruppo Maurizio Agustoni: «Siamo al giro di boa della legislatura e l’odore delle elezioni comincia a mandare in fregola molti. Dal Plr abbiamo visto un cambio di passo, un’accelerazione per un partito che in teoria dovrebbe essere moderato e che nelle scorse settimane ha attaccato su pubblica piazza, con un’interpellanza in Gran Consiglio, un funzionario pubblico del quale si è fatto nome e cognome». Il riferimento è all’atto parlamentare del Plr che chiedeva al governo se riponesse ancora fiducia in Emanuele Berger dopo il caos scoppiato sugli abilitandi in italiano al Dfa. «È un attacco il pieno stile Mattino della domenica dei tempi che furono. Possiamo immaginare le sofferenze che questi attacchi comportano. Va riaffermato – afferma Agustoni – un principio di civiltà. Lo scontro politico va fatto sui temi e non sulle persone, soprattutto se queste non hanno la possibilità di difendersi vista la loro funzione».
Ma quali sono le regole attuali per l’uso dei cellulari nelle scuole dell’obbligo? Le indicazioni a dire il vero sono decisamente chiare: all’interno del perimetro scolastico i dispositivi devono essere completamente spenti, la modalità “aereo” non basta. Una regola che vale anche durante le pause. Se un ragazzo sgarra, l’istituto fa una comunicazione immediata alla famiglia. Queste regole sono state inserite nel 2020, su decisione del Gran Consiglio, all’interno delle Direttive su questo tema del Dipartimento educazione cultura e sport (Decs). A portare sui tavoli del parlamento il tema era stata una mozione degli allora deputati Giorgio Fonio (Centro), Maristella Polli (Plr) e Henrik Bang (Ps). Mozione che chiedeva, proprio come l’iniziativa popolare lanciata oggi, di vietare completamente di portare smartphone a scuola. Ora si torna quindi alla carica.
Norme più rigide sono applicate a livello svizzero, dove diversi cantoni hanno deciso con l’inizio di quest’anno scolastico di dare un giro di vite: gli smartphone devono rimanere all’esterno degli edifici scolastici. Il dibattito è comunque ancora aperto in diverse località. Silvia Steiner, presidente lo scorso anno della conferenza cantonale e responsabile dell’istruzione nel canton Zurigo, è favorevole a un divieto dell’uso dei cellulari nelle scuole dell’obbligo, ma non imposto dalla politica. La scelta deve essere fatta dagli istituti.