Un rapporto di sicurezza sulla chirurgia della mano evidenzia serie criticità. Numerose lesioni permanenti. Allontanato il caposervizio che l’ha scritto
Un rapporto di sicurezza che segnala senza giri di parole – anzi, attraverso le cifre di casi documentati – tutta una serie di “gravissimi eventi avversi” che riguardano la chirurgia della mano all’Ospedale regionale di Lugano, quindi il Civico e l’Italiano. Un rapporto che è un vero e proprio avvertimento di disfunzioni, soprattutto organizzative, che hanno conseguenze dirette su una percentuale importante di pazienti che si recano al nosocomio dell’Ente ospedaliero cantonale per problematiche legate alla mano. Tra le cifre più gravi: 28 casi (su 147 pazienti presi in analisi dal rapporto, praticamente uno su cinque) di lesioni permanenti che hanno origini “iatrogene”. Ovvero: lesioni provocate dalla cura e non dalla causa per cui ci si è recati all’ospedale. In addirittura 64 casi, sempre all’interno dello stesso campione di 147 pazienti, le lesioni sarebbero state rilevate non adeguatamente.
Il rapporto, datato aprile dello scorso anno, è stato inviato ai piani alti del nosocomio luganese, direzione e responsabili della sicurezza, come pure a chi è alla testa dell’intero Ente ospedaliero cantonale. La direzione generale. A firmare il rapporto, mettendo per iscritto la disponibilità a discutere dei contenuti e a rianalizzare se necessario ogni singolo caso, è una figura che senza dubbio ha una visione d’insieme di quanto capita tra corsie e sale operatorie del Civico: il responsabile della chirurgia della mano. Responsabile che, stando a nostre informazioni, in seguito a questa segnalazione ha ricevuto la lettera di licenziamento da parte dell’Ente ospedaliero cantonale.
“La chirurgia della mano – si legge nel rapporto – è gravata da numerosissimi eventi avversi, in ultima analisi dovuti alla gestione organizzativa dei nostri ospedali che è invariata da più di un decennio”. Il caposervizio scrive inoltre che il trattamento dei casi legati a problematiche specifiche della mano viene eseguito “talvolta solo inizialmente, ma talvolta pure successivamente, da personale non specialistico in chirurgia della mano ma afferente a servizi diversi”. Tra quelli citati: il pronto soccorso, l’ortopedia e la chirurgia/ortopedia pediatrica. Insomma, quello che viene segnalato nel documento è un problema strutturale.
Il medico, che opera da oltre 14 anni all’ospedale regionale di Lugano, scrivendo a direttori e responsabili ricorda di aver sollevato la problematica da anni attraverso incontri, email e il Qualypoint, il sistema interno dell’Eoc per valutare la qualità degli interventi e delle cure. Segnalazioni rimaste sospese nel vuoto? “Ho pertanto deciso – si legge sempre nel rapporto di sicurezza redatto dal caposervizio e responsabile di chirurgia della mano – di eseguire un’analisi dettagliata della documentazione dei casi identificando gli ‘eventi avversi’ per ogni singolo paziente nel suo percorso di cura e, quando possibile, le loro conseguenze permanenti. Si consideri – segnala il medico – che questi sono solo casi di cui io sono venuto personalmente a conoscenza nella mia pratica clinica e si tratta solo di casi documentati nel nostro sistema”. Non sono quindi stati presi in considerazione nell’analisi, mette in chiaro il rapporto, tutti i casi che sono stati trattati da altri chirurghi della mano presenti sul territorio, o che si sono recati in altri ospedali dopo un primo passaggio al Civico e all’Italiano di Lugano, o che hanno deciso di non continuare le cure dopo i trattamenti iniziali. Il periodo preso in analisi dal rapporto è di tre anni, dal marzo del 2021 all’aprile del 2024, ma non considera la totalità dei pazienti coinvolti perché, spiega il medico “non sono sempre riuscito a prendere nota tempestivamente di tutti i casi di cui sono venuto a conoscenza”. Questo cosa vuol dire? Semplice: “Il numero totale dei pazienti coinvolti, così come degli eventi avversi che hanno subito, è quindi da considerare largamente sottostimato”. Non solo. Segnala sempre il responsabile di chirurgia della mano: “Come già segnalato e ribadito, i rischi per la sicurezza dei pazienti in chirurgia della mano sono estremamente elevati e, a mio modesto parere, inadeguati al livello qualitativo che il servizio pubblico dell’Ente ospedaliero cantonale si prefigge di fornire”.
In totale sono stati analizzati 147 pazienti ai quali, durante tutto il loro periodo di cura, sono stati riscontrati ben 503 eventi avversi. Eventi avversi che sono stati suddivisi in nove categorie: lesioni permanenti provocate dalla cura, lesioni mancate o misconosciute, terapia eseguita in maniera inadeguata, consiglio inadeguato di trattamenti, diagnosi errate o non corrispondenti, immobilizzazione inadeguata o non applicata, esame obiettivo inadeguato o insufficiente, diagnostica inadeguata o insufficiente, anamnesi inadeguata o insufficiente.
“Ogni singolo evento avverso – segnala il responsabile di chirurgia della mano – costituisce il potenziale innesco di conseguenze o di una catena di errori che espone quotidianamente i nostri pazienti a dolori ingiustificati, disagi e disservizi”. Ma anche a “lesioni o menomazioni, transitorie o permanenti”. Al momento non è noto se, e in che misura, l’Eoc si sia attivato per verificare la correttezza delle informazioni riportate magari coinvolgendo lo stesso responsabile di chirurgia della mano che però, come detto, sarebbe stato licenziato.