Ticino

AlpTransit a sud, dal Ticino si torna alla carica per sapere quali sono i prossimi passi

Un'interpellanza di Piero Marchesi (Udc) chiede al Consiglio federale cosa serve per dar seguito alla volontà delle autorità ticinesi e italiane

L’attesa sarà comunque lunga
(Ti-Press)
7 maggio 2025
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Il Ticino torna a bussare alla porta del Consiglio federale per quanto riguarda il completamento a sud del collegamento ferroviario AlpTransit, e lo fa con un’interpellanza inoltrata dal consigliere nazionale dell’Udc Piero Marchesi. “Nonostante l’importanza strategica dell’asse ferroviario nord-sud e l’interesse condiviso di Svizzera e Italia, il completamento del AlpTransit con gli accessi alle gallerie di base resta irrisolto. Né l’ampliamento 2035 né la Prospettiva ferroviaria 2050 prevedono la progettazione e gli investimenti necessari, alimentando il timore di un rinvio oltre il 2050”, si legge nell’atto parlamentare sottoscritto anche da Simone Gianini (Plr), Alex Farinelli (Plr), Paolo Pamini (Udc), Giorgio Fonio (Centro) e Lorenzo Quadri (Lega). L’interpellanza ricorda al Consiglio federale un fatto tanto noto quanto importante: l’asse nord-sud e il collegamento ferroviario con l’Italia rappresentano un punto cardinale dell’economia elvetica. “Gli scambi commerciali tra Svizzera e Italia – sottolinea Marchesi – ammontano a circa 50 miliardi di franchi l’anno e gran parte delle merci, oltre al traffico internazionale, attraversa il Ticino lungo l’asse del Gottardo”. L’interpellanza ricorda poi che i treni merci circolano nei centri urbani a bassa velocità. “Tra Lugano e Milano la media è di circa 65 chilometri all’ora. Inoltre, manca una rete alternativa”. Questo, per Marchesi, “è un chiaro segnale dell’incompletezza dell’infrastruttura”. Senza dimenticare che “anche le Ferrovie federali svizzere ritengono il completamento degli accessi alle gallerie di base del Gottardo e del Ceneri una priorità”.

Priorità sulla quale nell’ultimo periodo hanno insistito con decisione le diverse autorità locali interessate dal completamento dell’opera. Ad attivarsi è stato in particolare il Gran Consiglio ticinese attraverso il suo presidente Michele Guerra. Sulla spinta ticinese è stata stilata una lettera che chiede appunto il completamento dell’opera e che è stata sottoscritta dall'Alleanza Sud delle Alpi composta da Ticino, Lombardia, Piemonte e Liguria. La missiva è stata consegnata al Consiglio federale, al governo italiano e alle istituzioni europee. “Le autorità italiane – ricorda l’interpellanza – hanno confermato la volontà di cooperare”. Volontà messa nero su bianco nella dichiarazione d’intenti firmata il 23 luglio del 2023 dal capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e della comunicazione (Datec) Albert Rösti e del ministro italiano delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Matteo Salvini.

Al Consiglio federale, Marchesi e cofirmatari chiedono quali sono i passi procedurali da seguire con le autorità italiane ed europee per avviare il completamento a sud di AlpTransit. Gli interpellanti chiedono al governo federale di rispondere “in modo preciso e con riferimento alle leggi pertinenti”. Si domanda inoltre a quali attori competono queste fasi e secondo quali procedure vengono coordinati i rispettivi ruoli e attività. Tra gli attori citati nell’atto parlamentare ci sono Confederazione, Cantoni, Ferrovie federali, operatori del traffico merci e autorità italiane. Marchesi ricorda poi l’esigenza, dettata dall’esplosione di alcune spese della Confederazione, di stabilire delle priorità. Priorità che verranno fissate dalla politica dopo aver letto il rapporto (atteso per l’autunno) del Politecnico federale di Zurigo che analizza l’urgenza degli interventi ferroviari e autostradali. Al Consiglio federale viene quindi chiesto come si inserirà il completamento di AlpTransit in questo contesto e se, considerate queste scadenze, si intende promuovere l’apertura di un tavolo tecnico e politico bilaterale con l’Italia per fissare impegni vincolanti e obiettivi concreti.