La Federazione ticinese festeggia i trent'anni e lancia una campagna comunicativa per far capire l'attività venatoria
Guai a chiamarla un passatempo, la caccia è anche molto altro. «In passato era una necessità per l’uomo, ora è una necessità per la natura», ricorda il presidente della Federazione cacciatori ticinesi Davide Corti. Federazione che quest’anno raggiunge il 30° anniversario. Trent’anni fatti di obiettivi raggiunti – maggiore dialogo con le istituzioni, ruolo importante nella gestione del territorio e creazione di aree specifiche all’interno delle quali operare – ma pure di nuove sfide da affrontare. Una su tutte: la popolazione non deve avere una percezione sbagliata della caccia. «Il Ticino di oggi non è quello di decenni fa. La selvaggina è ormai anche parte del paesaggio urbano e il cittadino che non sa nulla di caccia può incontrare gli animali selvatici con la stessa frequenza di un alpigiano. Serve quindi comunicare per far capire che la cattura di un selvatico è il solo possibile epilogo, e a volte non è nemmeno così scontato come si pensa, di un’attività che dura tutto l’anno. Attività fatta di presenza, vigilanza e tutela del territorio». Insomma, i cacciatori attraverso la loro Federazione vogliono comunicare di più con la popolazione per far capire il loro lavoro e la loro importanza. Ecco quindi che l’Fcti ha deciso di mettere in campo una strategia comunicativa più diretta, attraverso media e piattaforme digitali e una riorganizzazione interna.
Perché c’è poco da girarci intorno, nei cittadini è in costante aumento la sensibilità etica verso il mondo animale. Dati alla mano, il numero di vegetariani è aumentato negli anni: sono arrivati a essere l’8,1% della popolazione secondo uno studio dell’Università di San Gallo. E una scelta etica di questo tipo può portare a vedere in maniera critica l’attività della caccia. Ecco perché è importante spiegare bene le proprie attività. «Negli ultimi anni la caccia è stata spesso oggetto di percezioni distorte, frutto di stereotipi o di una conoscenza parziale della realtà venatoria», ammette il responsabile relazioni esterne della Federazione cacciatori ticinesi Michele Bertini. «Abbiamo quindi deciso di uscire dal bosco, non solo in senso simbolico, per raccontare quello che facciamo e perché». Ovvero: «Il nostro non è solo un passatempo. È parte integrante della tutela del territorio, della salvaguardia della biodiversità e della nostra cultura».
A ricordare l’importanza della caccia da un punto di vista scientifico è Andrea Stampanoni, collaboratore dell’Ufficio cantonale caccia e pesca. «La pianificazione della caccia ha tre scopi ben precisi: mantiene la presenza delle specie in equilibrio con l’ambiente e con le esigenze umane. Conserva effettivi sani, rispettando la struttura naturale delle singole popolazioni e garantisce una distribuzione equilibrata di animali sul territorio». Cacciatori che sono coinvolti attivamente anche nella raccolta dei dati relativi alle popolazioni di selvaggina, sia cacciabile che protetta. Un esercizio necessario per avere un quadro aggiornato della situazione. «I cacciatori svolgono attivamente anche compiti incisivi e necessari – sottolinea Stampanoni –. Regolano cervi e cinghiali che danneggiano le coltivazioni. Per quanto riguarda i cinghiali, sono anche pronti a intervenire nel caso di diffusione della peste suina africana».
Trent’anni si diceva, «e allora bisogna anche festeggiare», afferma convinto Michele Tamagni, segretario e responsabile dell’Fcti. Per questo fine settimana è infatti in programma un calendario ricco di appuntamenti che si terranno al Centro Gioventù e Sport di Olivone. Venerdì è in programma la cena con le autorità. Sabato sarà invece una giornata di attività interne alla Federazione, tra cui l’assemblea. Domenica invece apriremo le porte alla popolazione, per far conoscere da vicino il mondo della caccia». Una Giornata durante la quale sarà protagonista anche il neonato Pool cinofilo venatorio ticinese. Alle 10 è infatti prevista la presentazione al pubblico di 30 cani appartenenti a 25 razze, con anche dimostrazioni pratiche. «Il Pool è nato su iniziativa dei principali club cinofili del cantone per valorizzare le razze di cani da caccia», spiega Davide Lafranchi. Il programma dettagliato è disponibile su: www.caccia-fcti.ch.