laR+ Ticino

Immunità anche per i consiglieri comunali: il parlamento insiste, il governo vara le norme. Turandosi il naso

L'Esecutivo pubblica le proposte di modifica della Loc. Ma ‘mantiene le riserve’. A cominciare da quella sulla compatibilità con il diritto federale

Parlamento ticinese e diritto superiore, non sempre c’è grande feeling
(Ti-Press)
8 maggio 2025
|

Il parlamento dispone (e insiste), il Consiglio di Stato esegue. Turandosi il naso, per citare Indro Montanelli. Il governo vara il messaggio con la proposta di revisione della Loc, la Legge organica comunale, per riconoscere l’immunità – oggi in Ticino prevista per i deputati al Gran Consiglio – anche ai membri dei legislativi locali (consigli e assemblee comunali), ma “mantiene le riserve già sollevate in altre sedi”. A cominciare da quella sulla compatibilità con il diritto superiore della modifica normativa voluta dal parlamento con il sì nel settembre 2024 alla mozione del democentrista Tiziano Galeazzi, preavvisata favorevolmente dal rapporto della collega di partito Lara Filippini. E l’iniziativa cantonale (primo firmatario Paolo Caroni del Centro) che lo stesso parlamento ha approvato lo scorso mese e che chiede alle Camere federali di mettere mano al Codice di procedura penale, cioè al diritto superiore, “per permettere ai Cantoni di escludere o limitare la responsabilità penale dei membri delle loro autorità legislative comunali per espressioni usate nel consiglio comunale o all’assemblea comunale”, in modo da chiarire definitivamente la questione della compatibilità? Niente, il Gran Consiglio non intende aspettare Berna. Avanti tutta. Ergo: si agisca comunque sulla legge ticinese. E il governo, obtorto collo, procede.

Le disposizioni di legge prospettate dal Consiglio di Stato

Nel messaggio pubblicato oggi il Consiglio di Stato sottopone così all’approvazione del parlamento la norma (più alcune disposizioni diciamo collaterali) secondo cui: “Contro un consigliere comunale non può essere promosso alcun procedimento penale per le espressioni presumibilmente diffamatorie da lui usate durante le deliberazioni del consiglio comunale, delle sue commissioni, nei rapporti commissionali o in altri atti in sede di consiglio comunale, se non con l’autorizzazione del consiglio comunale”; “Il consiglio comunale decide se togliere l’immunità su richiesta del Ministero pubblico, sentito il preavviso dell’ufficio presidenziale o di una sua commissione permanente se il regolamento comunale le attribuisce tale competenza. All’interessato è garantito il diritto di essere sentito”; “La decisione di togliere l’immunità avviene a maggioranza assoluta dei membri (...)”.

I dubbi sulla compatibilità. ‘Convincenti gli argomenti dell’Ufficio federale di giustizia’

Tuttavia il governo ribadisce le proprie perplessità. Riguardo alla conciliabilità con il diritto superiore, ovvero il vigente Codice di procedura penale (Cpp), il Consiglio di Stato ritiene “convincenti gli argomenti sollevati dall’Ufg”, l’Ufficio federale di giustizia al quale l’Esecutivo si era rivolto per un parere. “Come evidenziato dall’Ufg, la dottrina maggioritaria – scrive fra l’altro il Consiglio di Stato nel messaggio – interpreta l’articolo 7 capoverso 2 lettera a del Cpp nel senso che ai Cantoni è concessa unicamente la facoltà di limitare la responsabilità penale dei membri eletti nel parlamento cantonale, con l’esclusione degli eletti a livello comunale”. L’eventuale adozione “di un simile regime a livello cantonale – senza una base legale nel diritto federale che attribuisca al Cantone la chiara competenza per farlo – non darebbe dunque garanzia di tutela in sede giudiziaria, visto che non si può escludere che la norma possa essere considerata inapplicabile dai tribunali in caso di ricorso poiché in contrasto con il diritto superiore”.

‘Pochi casi. Dove sta l’urgenza?’

Il governo si domanda poi se vi sia “un’impellenza tale per introdurre l’immunità parlamentare nella Loc, ponendosi addirittura in potenziale contrasto con il diritto federale”. Rileva: “Perlomeno al Consiglio di Stato, negli ultimi decenni non risulta una casistica diffusa e sistematica, tale da rendere evidente una vera e propria esigenza di introdurre un regime d’immunità per i membri dei legislativi comunali”. In sostanza “sono noti pochi casi a livello comunale, nei quali alcune dichiarazioni di uno o più consiglieri comunali abbiano condotto all’apertura di procedimenti penali nei loro confronti”. E osserva: “Per quanto simili situazioni possano certamente causare disagi agli interessati – e ne siamo consapevoli –, ci chiediamo se casi tutto sommato sporadici giustifichino l’inserimento nell’ordinamento cantonale di un regime d’immunità, la cui compatibilità con il diritto federale risulta problematica”. Di più. “Sottolineiamo ancora – annota il Consiglio di Stato – che nessun altro Cantone, a livello di legge o di Costituzione cantonale, prevede un meccanismo simile a quello che la mozione vorrebbe introdurre nella Loc”. Già.