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Il Tpc e il dopo Ermani, i candidati sono quattro. Si discute anche di eventuali assessment

Nuovo giudice: oltre a Paolo Bordoli (area Ps) e Monica Sartori-Lombardi (Plr), sono in corsa Manuela Frequin Taminelli (Lega) e Daniel Ponti (Plr)

Giochi non ancora fatti
(Ti-Press)
12 maggio 2025
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Quando verrà eletto dal Gran Consiglio il terzo giudice ordinario del Tribunale penale cantonale, passato da cinque a due magistrati – Marco Villa e Amos Pagnamenta – per via dei contraccolpi del cosiddetto caos Tpc: dapprima la destituzione di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti (questione adesso al vaglio del Tribunale federale) e poi le dimissioni del presidente Mauro Ermani? Impossibile, al momento, rispondere. Pubblicato il 22 gennaio e chiusosi il 10 febbraio, il concorso riguardava la successione di Ermani. I candidati sono quattro: oltre ai due nomi già noti, Paolo Bordoli e Monica Sartori-Lombardi, ci sono, stando a nostre informazioni, quelli di Manuela Frequin Taminelli e Daniel Ponti. Bordoli, di area Ps (la stessa dell’ex presidente del Tribunale penale) e Sartori-Lombardi, in quota Plr, lavorano da alcuni mesi al Tpc quali giudici straordinari, designati dal governo per garantire l’operatività dell’organo giudiziario colpito nei mesi scorsi dal ‘terremoto’. In corsa come detto anche gli avvocati Ponti, area Plr e Frequin Taminelli, in quota Lega.

Giudice supplente/a latere presso la Corte di appello e revisione penale, Frequin Taminelli non è la prima volta che aspira a un posto di magistrato ordinario del Tpc. Nel 2020 aveva partecipato al concorso per la nomina del quinto giudice, dopo il potenziamento del Tribunale penale, con un’unità in più, deciso l’anno precedente dal Gran Consiglio, ma alla fine il plenum del parlamento optò per Quadri. Ponti è membro della Commissione per l’esame dei condannati pericolosi ed è stato giudice supplente dell’applicazione della pena. Nel 2022 era tra i candidati alla carica di giudice dei provvedimenti coercitivi in seguito al ritorno dell’Ufficio dei gpc all’organico iniziale (quattro magistrati). Il parlamento elesse però Ares Bernasconi (area Centro).

Verifiche capacità attitudinali?

La Commissione di esperti – la quale, esprimendosi su titoli e preparazione tecnico-scientifica, è tenuta a preavvisare le candidature al Gran Consiglio, autorità di nomina di giudici e procuratori – ha considerato i quattro in corsa per il dopo Ermani tutti idonei a ricoprire la carica. Ora l’incarto è sul tavolo della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ presieduta dal centrista Fiorenzo Dadò e chiamata a proporre al Gran Consiglio il nome da eleggere. Solite trattative fra partiti (leggi manuale Cencelli) a parte, si sta discutendo tra l’altro se sottoporre gli aspiranti giudici ordinari a un assessment. In commissione la deputata dell’Udc Roberta Soldati è tra i favorevoli a verifica e valutazione anche delle capacità attitudinali dei singoli candidati. «È ora di cambiare, secondo me – afferma Soldati, interpellata dalla ‘Regione’ –. E questa è l’occasione per compiere finalmente un passo nella giusta direzione, cioè per introdurre almeno un elemento, comunque importante, nella procedura di selezione degli aspiranti magistrati. È da tempo che si parla di assessment, di valutazione pure della personalità di chi concorre a una carica giudiziaria. Benissimo, cominciamo allora. Sia chiaro, quello che dico – tiene a precisare Soldati – non è perché mi sia simpatico o antipatico questo o quel candidato. È giunto però il momento di dare un segnale anche ai cittadini: non possiamo, come politici, lamentarci che il sistema vigente di nomina di procuratori pubblici e giudici non funziona, e poi non fare niente. Passiamo dalle parole ai fatti». Un assessment tuttavia non è a costo zero… «Certo, ma ritengo sia una spesa necessaria, non dimentichiamo che qui siamo chiamati a eleggere una persona, che, in veste di giudice, si pronuncerà anche sul destino di altre persone – sottolinea la parlamentare democentrista –. In questo caso, insomma, vale la massima “chi meglio spende, meno spende”». Osserva a sua volta il deputato liberale radicale e membro della ‘Giustizia e diritti’ Matteo Quadranti: «In linea di principio sono d’accordo nel fare degli assessment, dobbiamo però ancora discutere se farli noi come commissione parlamentare o se delegarne l’esecuzione alla Commissione di esperti, se farli sempre o quando lo si ritiene opportuno. Ci sono quindi aspetti ancora da chiarire».

Destituzione Quadri e Verda Chiocchetti: inoltrato in questi giorni il ricorso al Tf

Affinché il Tribunale penale cantonale possa tornare a ranghi completi, nella composizione a cinque giudici (al netto però del ventilato messaggio governativo sul potenziamento della Pretura penale, eventualmente accompagnato dall’attribuzione a quest’ultima di competenze oggi del Tpc), si dovrà aspettare l’esito al Tribunale federale del ricorso di Quadri e Verda Chiocchetti (eletti a suo tempo magistrati in quota rispettivamente Centro e Plr), destituiti lo scorso dicembre dal Consiglio della magistratura, provvedimento successivamente confermato dalla Commissione di ricorso sulla magistratura. La cui sentenza è stata impugnata appunto davanti al Tf. Allestito dal legale dei due magistrati licenziati, l’avvocato Marco Broggini, il ricorso è partito venerdì. Chiede l’annullamento della destituzione. Il verdetto a Mon Repos.