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Un fondo apposito per le calamità climatiche? Il governo boccia la proposta dei Verdi

Secondo il Consiglio di Stato viola la legislazione e il finanziamento è contrario ai principi di una gestione economica trasparente. E c'è già il Pecc...

Anche se le preoccupazioni sono, ovviamente, condivise
(Ti-Press)
14 maggio 2025
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Per il Consiglio di Stato la creazione di un fondo vincolato per far fronte alle calamità climatiche e per i danni causati dalle catastrofi naturali “non è compatibile con le normative finanziarie cantonali e potrebbe compromettere la gestione efficiente delle risorse pubbliche”. E ancor di più, “la modalità proposta per il finanziamento è una scelta contraria ai principi di una gestione economica trasparente e flessibile, e non è conforme alla legislazione cantonale”.

Insomma, posto che il dossier ora passa al parlamento, la bocciatura che il governo dà alla mozione presentata dalla co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin è senza appello. La proposta, lo ricordiamo, prevede appunto l'istituzione “immediata” di questo fondo per il clima, per l'adattamento, per la previsione e la prevenzione e dei pericoli. Il fondo dovrebbe essere alimentato con un contributo annuale, pari almeno al 2 per mille del Pil cantonale, sarebbe vincolato unicamente a interventi di adattamento al mutamento climatico. Se del caso, il governo cantonale dovrebbe chiedere aiuto alla Confederazione per contribuire all'alimentazione del fondo.

Una bocciatura completa

È un no grande come una casa. Fondamentalmente, perché con il Piano energetico climatico e cantonale (Pecc) sui tavoli del Gran Consiglio il governo ritiene di “aver intrapreso già diverse iniziative per affrontare queste sfide”. Mettendoci anche i soldi che queste sfide necessitano. A partire dalla decarbonizzazione, con il Pecc che ha “obiettivi chiari di riduzione delle emissioni, promozione delle energie rinnovabili e sostegno alla transizione energetica”. Anche per il capitolo adattamento delle infrastrutture, il Pecc prevede molto. Evidenziando, in primis, “la necessità di adattare le infrastrutture alle nuove condizioni climatiche, considerando scenari di eventi estremi previsti per il 2060”. Tutto ciò, implica “la revisione delle zone di pericolo e l'adeguamento dell'uso del territorio e delle infrastrutture elettriche per ridurre la vulnerabilità della società”. Per quanto concerne invece il vero focus della mozione, la prevenzione dei pericoli naturali, il Consiglio di Stato “riconosce l'importanza di investire in sistemi di prevenzione e di previsione, anche in risposta agli eventi estremi verificatisi nel 2024 sono stati proposti interventi per migliorare le allerte meteorologiche, idrogeologiche e sanitarie, nonché per potenziare i sistemi di monitoraggio e comunicazione dei pericoli imminenti”. Detta breve: “Si stanno già attuando strategie integrate per affrontare le sfide climatiche”.

Sarebbe in violazione della legge

Passando alla demolizione della proposta dei Verdi, il governo ricorda che la proposta di fondo, pur condividendo la rilevanza del tema, “non può essere accolta, in particolare alla luce dell'articolo 13 della Legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, che stabilisce che un fondo deve essere costituito solo tramite entrate vincolate previste da una legge”. In altre parole: “Un fondo non può essere creato attingendo a risorse generali senza un legame di causalità chiaro e determinato. L'idea di destinare un ammontare fisso annuo proveniente dalle risorse generali per finanziare le infrastrutture senza un collegamento diretto con la causa che origina tali risorse violerebbe il principio di causalità, che è un pilastro fondamentale del nostro sistema finanziario”. L'esempio da seguire è chiaro: quelle imposte “destinate specificamente a progetti come la vignetta autostradale o la tassa sul traffico pesante”.

Come se non bastasse, per il governo la creazione di fondi vincolati “potrebbe condurre a una gestione finanziaria rigida e inefficace, in cui le risorse destinate a un determinato scopo non potrebbero essere riallocate in base alle priorità politiche o alle necessità contingenti. Questo approccio settoriale rischierebbe di compromettere l'efficacia complessiva della politica finanziaria cantonale”. Infine, “promuovendo il non assoggettamento delle spese per la creazione del fondo proposto, la mozione comporterebbe un aumento del debito pubblico, che potrebbe aggravare ulteriormente una situazione finanziaria già tesa”.