Il bilancio 2024 dell’Associazione interprofessionale di controllo. Bagnovini: ‘I furbi sono sempre più furbi’. Il grado di controlli sfiora il 90%
Una contrazione, un’altra, che mostra come il mercato delle costruzioni e dell’artigianato non stia passando un bel momento. Dopo l’allerta lanciata ieri dalla società svizzera degli impresari costruttori – che ha messo in guardia gli enti pubblici: “Ridurre gli investimenti è un falso risparmio” – ecco le cifre fornite dall’Associazione interprofessionale di controllo (Aic), che si occupa di verificare il rispetto di leggi e regolamenti per ditte e lavoratori esteri che operano in Ticino per un breve periodo: le persone notificate nel comparto edilizio nel 2024 sono diminuite circa del 10 per cento. Il calo più marcato (-18,9%) riguarda le assunzioni d’impiego, ovvero i lavoratori ingaggiati a termine, spesso attraverso agenzie interinali, da ditte locali. Al ribasso anche per indipendenti (-7,7%) e distaccati (-5,8%).
«A questo punto possiamo dire che la crescita del 2023 è stata probabilmente un evento estemporaneo. Il numero di notifiche è tornato a diminuire, seguendo il trend dell’ultimo decennio», commenta Renzo Ambrosetti, presidente dell’Aic. Diminuiscono le notifiche, ma aumentano le infrazioni. Lo scorso anno sono state 114 quelle che hanno riguardato le procedure di notifica. Questo su 1'415 controlli effettuati. «È stato un anno impegnativo – afferma senza giri di parole Nicola Bagnovini, segretario dell’Aic –. I furbi si fanno sempre più furbi». Un esempio? «Le insegne delle ditte sui furgoni che entrano in Ticino sono praticamente sparite. Questo rende più difficile per chi opera sul territorio individuare un lavoro in corso e fare i controlli». Nonostante ciò il numero dei controlli effettuati rispetto alle notifiche sfiora il 90 per cento. Il dato migliore a livello nazionale. Le verifiche partono, nella maggior parte dei casi, dalle notifiche di entrata che l’autorità cantonale invia praticamente in tempo reale all’Aic per stabilire se quanto inserito nella notifica online corrisponde alla realtà svolta sul cantiere. L'Associazione interprofessionale di controllo collabora anche con tutti gli organi di sorveglianza in modo sinergico. L'Ufficio federale delle dogane, ad esempio, segnala autonomamente i casi sospetti all'Aic che si reca poi immediatamente sul posto per effettuare gli accertamenti e avviare l'istruttoria. Lo scorso anno le segnalazioni di questo tipo sono state 40. Nella maggior parte si sono poi rivelate essere errori nella procedura di notifica. «Negli ultimi anni il ruolo dell'ispettore è diventato particolarmente complesso – segnala Mattia Rizza, ispettore capo dell'Aic –. Da un lato i distaccati e i padroncini ci identificano come autorità di controllo, dall'altro l'atteggiamento da parte del committente risulta sempre più sfidante e di ostruzionismo. Come ispettori siamo quindi chiamati ad affrontare alcune difficoltà, cercando di gestire la comunicazione senza cadere in provocazioni o nel conflitto».
Tornando al calo di notifiche, e soprattutto alla diminuzione delle chiamate di ditte ticinesi che potrebbe indicare una diminuzione del lavoro, Bagnovini spiega: «I lavoratori su chiamata sono i primi a essere lasciati a casa. Vengono infatti ingaggiati quando le aziende hanno picchi di lavoro e necessitano di ulteriore manodopera per un breve periodo». Altra annotazione: «Nell’ultimo anno i grossi cantieri sono stati soprattutto nel nord del cantone, come quello per il raddoppio del San Gottardo. In questi casi l’impiego di interinali è più difficile. Per la distanza, che rende meno attrattivo il posto di lavoro, e per la necessità di avere profili altamente specializzati». Tutto questo in un contesto, quello ticinese, che ha le sue evidenti peculiarità. «Essere un cantone di frontiera ci impone un’attitudine diversa rispetto ad altre regioni della Svizzera. Questo non è sempre facile da far capire Oltralpe». Il riferimento è all'applicazione delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone.
Proprio a proposito di misure d'accompagnamento. «L'Unione europea le ha sempre viste come un atteggiamento protezionistico, e le ha quindi osteggiate. In quelle che accompagnano i nuovi accordi ci sono dei peggioramenti», afferma Ambrosetti. Quello principale: «L'obbligo di depositare una cauzione ci sarà esclusivamente in caso di recidiva». Preoccupa meno, invece, la riduzione dei giorni della notifica da 8 a 4. Un dimezzamento che obbligherà le autorità di controllo «a essere efficaci ed efficienti, come lo siamo in Ticino». Ci sono poi anche dei miglioramenti, le aziende che distaccano lavoratori in Svizzera avranno infatti l'obbligo di designare una persona di riferimento per le autorità. No secco invece all’iniziativa dell'Udc per una Svizzera da massimo 10 milioni di abitanti: «È una proposta perniciosa e pericolosa. Se accettata porterà a una contrazione economica drammatica», avverte Ambrosetti.
Durante il corso dell'anno, a causa di una partenza volontaria, l'Aic dispone di un ispettore in meno (6 invece di 7) che probabilmente non verrà sostituito. «Il numero di notifiche è diminuito. Quindi possiamo garantire la stessa copertura, grazie anche a un potenziamento dei supporti digitali, con un'unità in meno».