Firmati in commissione ‘Gestione e finanze’ i due rapporti. Il tema in parlamento a giugno e alle urne a settembre. Il nodo è il costo: 300 milioni l'anno
Il punto di partenza. Anzi, il problema, è riconosciuto da tutti: se approvata l’iniziativa socialista per limitare i premi di cassa malati al 10% del reddito disponibile costerebbe al Cantone una valanga di milioni. Circa 300 ogni anno, secondo le stime del Consiglio di Stato. Cifra calcolata sui dati 2024, quindi da adattare al rialzo in caso di nuovi probabili aumenti dei premi nel 2025, e che si andrebbe ad aggiungere agli oltre 400 milioni che il Cantone spende già oggi attraverso la Ripam per attenuare il costo dei premi a carico dei cittadini. Totale della spesa: circa 700 milioni di franchi. La conclusione possibile per la maggioranza della commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ composta da Plr, Udc, Centro e Lega è quindi solo una: l’iniziativa deve essere respinta senza esitazione, ma soprattutto senza un controprogetto. L’idea di proporre una soglia del 15%, vagliata nelle scorse settimane, è infatti stata scartata perché a fronte di costi comunque non indifferenti non porterebbe benefici significativi al ceto medio. Va invece avanti a testa bassa la sinistra, che vede in questa proposta un primo importante passo verso il grande obiettivo: premi proporzionali al reddito. Con la firma ai due rapporti di questa mattina la strada è quindi tracciata verso un dibattito che si annuncia infuocato. Prima, a giugno, in Gran Consiglio. Poi, a settembre, in una probabile votazione popolare.
“L'incremento dei premi è un problema, specialmente in Ticino”, riconosce il rapporto di maggioranza redatto dal capogruppo del Plr Matteo Quadranti. “La proposta dell'iniziativa appare però in tutta evidenza insostenibile dal profilo finanziario sia a breve come a medio e lungo termine”. Il rischio, segnalano Quadranti e cofirmatari, “è che la prognosi di incremento di ulteriori 300 milioni di franchi potrebbe aggravarsi ulteriormente. Si tratta di un'eventualità piuttosto concreta” e la conseguenza “un ingente incremento delle imposte”. Insomma, per la maggioranza della commissione non è questa la strada da seguire per diminuire i costi della salute. “Gli sforzi devono essere portati avanti verso altre soluzioni: la riduzione delle prestazioni a carico dell'assicurazione complementare, la riduzione dell'offerta medica e farmaceutica, l'ottimizzazione di modelli alternativi di cassa malati e una maggiore responsabilizzazione di attori del settore e della popolazione”. Senza dimenticare che il sistema Ripam ticinese “è già oggi molto sociale e generoso”.
Il rapporto di minoranza redatto dal capogruppo socialista Ivo Durisch, e sottoscritto dai Verdi, ribadisce un concetto: “Questi 300 milioni, che certamente sono una cifra non indifferente, oggi sono a carico del ceto medio del nostro cantone. Il 61% della popolazione spende infatti più del 10% per i premi e beneficerebbe quindi dell'iniziativa”. Si tratta, secondo Durisch e cofirmatari, “di una misura necessaria e giusta per proteggere le famiglie ticinesi dal peso crescente dei costi sanitari. Fonisce un sollievo immediato e contribuisce a preservare l'universalità e l'equità del sistema sanitario”. Non solo: “È un primo passo per premi proporzionali al reddito”.
C’è poi l’iniziativa della Lega per portare le soglie di deducibilità dei premi a 9mila franchi l’anno per le persone singole e 18mila per le coppie. Iniziativa contro la quale prima il Centro e poi il Plr hanno presentato un controprogetto. Già, perché a tutta l’ala borghese piace il concetto “non bisogna pagare le tasse su soldi che non si hanno in tasca” ribadito a ogni occasione da Piccaluga e i suoi. Piace meno, però, l’impatto che l’iniziativa avrebbe per le casse pubbliche: circa 100 milioni di franchi in meno di gettito fiscale. 55 sulle spalle del Cantone, 45 a carico dei Comuni. Ecco quindi la volontà di Centro e Plr di trovare un compromesso finanziariamente meno gravoso. E l’accordo, con qualche concessione da entrambe le parti, sembra vicino. Le firme al rapporto che dovrebbero arrivare settimana prossima, così da permettere al tema di approdare in parlamento (e poi eventualmente alle urne) insieme all'iniziativa socialista.
Il Centro ha inizialmente proposto una via di mezzo tra le soglie attualmente in vigore (5’500 per le persone sole e 10’900 per le coppie) e quanto propone la Lega. Ovvero: 7mila franchi per i single e 14mila per le coppie. Una correzione verso il basso che permetterebbe di sostanzialmente dimezzare il costo, da 100 milioni a 50-52 sempre equamente distribuiti tra Cantone e Comuni. Un modo, spiegava il Centro, per concentrare le risorse sulla deducibilità dei premi ed escludere la possibilità di dedurre altre voci (come gli interessi da risparmio) che favorirebbero solo i redditi alti.
Il Plr invece non esclude di arrivare alle soglie proposte dalla Lega, ma di farlo in maniera progressiva: le soglie di deducibilità attuali andrebbero aumentate ogni anno della stessa percentuale con la quale crescono i premi di cassa malati. A un aumento del 10% dei premi seguirebbe automaticamente un aumento delle soglie del 10 per cento. Il costo stimato è di circa 12-14 milioni per il Cantone e 9-10 per i Comuni in caso di un aumento annuo del 10%.
Le due idee dovrebbero trovare la sintesi in un rapporto comune che conserva la radice delle due proposte con qualche aggiustamento per venirsi incontro: partire da una soglia di 6’500 franchi per le persone sole e 13’500 per le coppie (quindi più vicina a quanto suggeriva il Centro) e salire progressivamente e proporzionalmente all’aumento dei premi fino ai tetti indicati dalla Lega (come suggeriva il Plr).