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‘Soffre sempre di più, ma non è anacronistica’

L’industria della carta stampata chiede a politica e comunità l'impegno concreto per valorizzare un mezzo ‘sostenibile e vitale per democrazie e identità’

(Stefano Gazzaniga, Stefano Soldati e Giacomo Salvioni)
27 maggio 2025
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«Il Consiglio di Stato aveva dichiarato di voler attendere le decisioni di Berna. Ora che quelle decisioni sono arrivate non c’è più tempo da perdere. Occorre che anche a livello cantonale si predispongano strumenti di sostegno mirati ai media cartacei locali e che in generale si valorizzino i prodotti stampati sul territorio». Insomma, è ora di dare delle risposte attive e concrete dal punto di vista politico ma anche come comunità per sostenere il settore sempre più sotto pressione della carta stampata, un mezzo di informazione e uno strumento di democrazia, cultura e sostenibilità, non anacronistico bensì vitale e moderno, con caratteristiche e vantaggi che l’onda del digitale rischia di farci perdere come società. È questo il cuore del sentito appello rivolto alle istituzioni e all’opinione pubblica dall’associazione dell’industria grafica dpsuisse/Viscom nella conferenza stampa che ha preceduto la sua 84esima assemblea generale.

Cinque le richieste formulate al fine di attuare un cambio di passo: una presa di coscienza da parte delle istituzioni (Comuni, Cantone, musei e affini) affinché le scelte comunicative non siano dettate unicamente da logiche di risparmio, penalizzando sistematicamente il cartaceo. Un approccio equilibrato alla digitalizzazione: ci sono prodotti che funzionano egregiamente nella forma non digitalizzata, servono dunque analisi e non automatismi. Il rafforzamento delle sovvenzioni alla distribuzione dei giornali come deciso dal Parlamento nazionale, misura che va difesa contro il referendum per cui è in corso la raccolta firme. Maggior sensibilità della Posta sui prezzi (di cui sono già stati annunciati aumenti anche per i prossimi tre anni) e sui tempi di distribuzione dei quotidiani. E infine che il Canton Ticino si attivi, al pari di altri Cantoni, per il sostegno ai media cartacei, da intendere anche come stampa associativa e media piccoli-regionali quali riviste, bollettini parrocchiali, pubblicazioni per le valli.

Produzione in calo, ma rilevanza economica

«La carta stampata è sotto pressione e questo non da ieri – ha evidenziato il presidente dpsuisse Ticino Stefano Soldati –. La crescente digitalizzazione, il cambiamento delle abitudini dei consumatori e le sfide economiche hanno determinato una contrazione della produzione e delle vendite. I dati dell’ultimo rapporto dpsuisse-index del primo trimestre mostrano un calo della produzione del 4,2% rispetto al trimestre precedente, e del 4,9% rispetto all’anno scorso, continuando così il trend discendente cominciato da dopo la pandemia». In Ticino la situazione riflette molte di queste tendenze, ma l’industria grafica rimane un settore economico non indifferente: «Nel nostro cantone contiamo 53 aziende tipografiche e 143 studi grafici e agenzie di comunicazione aziendale – ha articolato Soldati –. Complessivamente queste aziende danno lavoro a circa 1’490 persone». Il settore è fortemente impegnato anche nella formazione: attualmente, sono 98 gli apprendisti in tutte le professioni legate alla comunicazione. L’importanza economica dell’industria grafica in Ticino è stata sottolineata anche dal profilo dell’indotto che genera: «Ogni franco di valore aggiunto creato da uno stampato genera ulteriori 80 centesimi nel territorio locale», ha rimarcato Soldati.

‘Non è vero che inquina più del digitale’

I motivi della crisi in corso sono attribuibili anche a diverse credenze popolari sulla sostenibilità e l’efficacia della carta stampata che sono «completamente errate – ha illustrato, studi alla mano, Stefano Gazzaniga, direttore di dpsuisse Ticino –. Non è ad esempio vero che la carta inquina più del digitale: la sua impronta di CO2 è spesso inferiore. È inoltre più efficace per l’apprendimento rispetto agli schermi. Inoltre genera emozioni e risposte più forti nella comunicazione rispetto alla pubblicità online». Gazzaniga ha presentato il caso concreto del libretto dei corsi per adulti del Canton Ticino sostituito da un QR code: «Le iscrizioni sono state molto meno. È la prova di quanto la carta sia ancora centrale per coinvolgere e informare il pubblico».

Giornali: deterioramento condizioni quadro

Passando ai media cartacei, Giacomo Salvioni, presidente di Stampa Svizzera, ha messo in luce come i giornali regionali siano il cuore pulsante della vita locale: «Danno voce alle comunità, raccontano ciò che accade nei nostri territori, contribuiscono a costruire identità e coesione sociale. Senza di loro, molte realtà locali resterebbero invisibili». Eppure oggi, ha lamentato, «le condizioni quadro per far vivere questi giornali si stanno deteriorando». Non passa infatti mese nel nostro Paese senza la notizia della chiusura di nuove testate. Per garantire la sopravvivenza dei giornali regionali «è necessario un impegno politico – ha ribadito Salvioni –. Il recente pacchetto di misure votato dalle Camere federali va nella giusta direzione: estendere il sostegno indiretto alla stampa regionale e locale. Ma la decisione è già oggetto di contestazione tramite referendum». Intanto a livello cantonale è ancora ferma sui banchi della commissione parlamentare Economia e lavoro la mozione presentata nel 2020 dall’allora deputato Ppd Lorenzo Jelmini “Sostegno ai media locali” su cui ci sarebbero due rapporti in attesa di sottoscrizioni.

Oltre agli strumenti di sostegno mirato da predisporre vagliando quanto si fa a Nord delle Alpi, per Salvioni il Cantone potrebbe anche investire di più a livello inserzionistico: «Per campagne come “Acque sicure” o “Strade sicure” vengono fatte solo affissioni, nulla sui quotidiani o le riviste, e dato che la cartellonistica è in mano a gruppi della Svizzera interna i soldi vanno a finire fuori dai confini cantonali». Ma non possiamo limitarci solo agli aspetti economici e normativi, ammonisce il presidente di Stampa Svizzera: «La sopravvivenza dei giornali regionali passa anche attraverso un cambio di prospettiva sociale e culturale. Come comunità, dobbiamo essere consapevoli del valore dell’informazione locale. È compito di tutti noi – cittadini, istituzioni, aziende – riconoscere e supportare i giornali locali, ad esempio attraverso la sottoscrizione di abbonamenti e la pubblicità mirata. Solo così potremo mantenere in vita una fonte di informazione che ha un impatto diretto sul nostro modo di vivere, sulla nostra identità e sulla nostra partecipazione alla vita pubblica».