Iniziativa leghista per la deducibilità integrale dei premi: una maggioranza, ma risicata, a favore della proposta del Plr. Il Ps ribadisce il doppio no
Aveva un piede in carrozza e stamattina lo ha agilmente sfilato. È una giravolta dell’ultimo minuto quella del Centro che nella seduta della commissione parlamentare della ‘Gestione’ ha deciso di non firmare il rapporto favorevole al controprogetto del Plr all’iniziativa leghista per la deducibilità integrale dei premi di cassa malati dalla dichiarazione d’imposta. Sarà quindi battaglia all’ultimo voto in Gran Consiglio per sapere quanti oggetti andranno alle urne a settembre. Perché da un lato c’è l’iniziativa socialista per limitare i premi al 10% del reddito imponibile, che con ogni probabilità verrà sottoposta al voto popolare, dall’altro l’iniziativa della Lega e il o i relativi controprogetti. Il o i? Già, sfilandosi dal controprogetto sfornato dal Plr, il Centro si dice pronto ad andare fino in fondo con la propria proposta, arrivata prima di quella liberale radicale, ma con meno sostegno da parte degli altri partiti.
Un passo alla volta. All’iniziativa popolare promossa dal movimento di via Monte Boglia – che chiede di alzare le deduzioni dei premi di cassa malati a 18mila franchi per le coppie e a 9mila per le persone singole (con un impatto attorno ai 100 milioni di franchi per Cantone e Comuni) – il Centro aveva proposto a metà aprile un controprogetto che suggeriva 14mila franchi di deduzione per le coppie e 7mila per i singoli, dimezzando di fatto i costi. Da 100 a 50mila insomma. A metà maggio, ecco la terza via del Plr, a cavallo tra le proposte leghiste e quelle centriste. Il Plr, riprendendo quanto suggerito anche dal Centro, propone infatti di arrivare alle soglie messe sul tavolo dalla Lega, ma di farlo in maniera progressiva e proporzionale all’aumento dei premi di cassa malati.
Arriviamo quindi a oggi, giorno in cui erano attese le firme al rapporto di maggioranza stilato dal capogruppo liberale radicale Matteo Quadranti a sostegno del controprogetto del suo partito. Firme che però sono arrivate, oltre che dal Plr, solo dai commissari della Lega (con riserva) e dell’Udc. Il rapporto andrà dunque in aula a giugno parzialmente azzoppato. È infatti sufficiente un rapido calcolo per capire che si tratta di una maggioranza sul filo del rasoio. Alla presenza di tutti i novanta deputati al plenum la maggioranza si ottiene con quarantasei voti. Il Plr conta tra le sue fila ventuno granconsiglieri, la Lega quattordici, l’Udc nove. Totale: quarantaquattro ‘parlamentari’. Saranno quindi molto probabilmente gli schieramenti che non fanno gruppo a far pendere da una parte o dall’altra la decisione se portare o meno alle urne il controprogetto liberale radicale.
Dal canto suo il ventilato rapporto pro controprogetto del Centro ha ben poche speranze di essere sottoposto allo scrutinio popolare. Se effettivamente presentato, in aula troverebbe difficilmente sostegno al di là dei sedici deputati centristi. Anche perché socialisti e Verdi dicono tout court ‘no’ all’iniziativa della Lega, come traspare dal rapporto di minoranza redatto dal capogruppo socialista Ivo Durisch.
Alla radice della decisione di restare sui propri passi da parte del Centro, la sostenibilità delle finanze. «Diverse settimane fa – rievoca a margine della seduta della ‘Gestione’ il capogruppo Maurizio Agustoni – avevamo già presentato quello che secondo noi era un controprogetto che consentiva di tenere conto del principio difeso dalla Lega nella sua iniziativa, quindi la deducibilità dei premi di cassa malati, e che fosse anche sostenibile dal punto di vista delle finanze comunali e cantonali». E precisa: «Nonostante il nostro controprogetto apparentemente non abbia raccolto un consenso allargato, ci sembra comunque responsabile proporlo all’aula. Vedremo alla conta dei voti quale proposta raccoglierà più consensi». Sul controprogetto del rapporto di maggioranza, il centrista afferma che si tratta «sostanzialmente dell’iniziativa della Lega, solo con un’entrata in vigore un po’ scaglionata nel tempo». Il riferimento è ai costi che, a differenza della proposta del Centro, «sarebbero comunque nell’ordine di 100 milioni di franchi». Siccome la Lega non sembra aver intenzione di ritirare la sua iniziativa, per Agustoni «vorrebbe dire andare in votazione a settembre con due testi sostanzialmente identici, cosa che anche in termini di chiarezza nei confronti dei cittadini non ci sembra una vera scelta». Tanto vale insomma non sostenere il controprogetto liberale radicale.
Intanto il Plr è riuscito nell’impresa di far salire in carrozza Lega e Udc, ma – come detto – non il Centro. «Sono cose che succedono in politica – commenta Quadranti –, ogni tanto ci sono dei cambi di visione». Il capogruppo del Plr resta cauto e non si sbilancia: «La Lega per ora non ha ritirato il suo testo. Vedremo probabilmente in aula a giugno come andrà con il nostro controprogetto rispetto all’iniziativa leghista, al rapporto dei socialisti e dei Verdi e all’eventuale controprogetto del Centro». Secondo il liberale radicale, «attraverso la progressività, il nostro controprogetto si pone l’obiettivo di evitare, grazie a misure compensative, tagli e riduzioni di spesa alla sanità, che manchino nei prossimi anni i soldi che serviranno alla realizzazione dell’iniziativa». In poche parole, per Quadranti, il pregio del controprogetto è che, «pur venendo incontro nell’immediato alle esigenze dei cittadini, ci diamo il tempo per lavorare anche sul taglio dei costi della sanità». Sulla posizione del Centro, punzecchia, «è sul tavolo anche una serie di loro iniziative contro la denatalità che, se dovessero passare tutte, richiederebbero oltre 200 milioni di franchi». Una questione di priorità sembrerebbe.
Alla conta mancano poi Ps e Verdi, schieramenti uniti nel sostegno al rapporto di minoranza di Durisch che illustra: «Prima di tutto il testo della Lega non aiuta chi ha realmente bisogno, mentre distribuisce soldi anche a chi non ne ha bisogno. In secondo luogo, dal punto di vista finanziario il controprogetto rappresenta una perdita di entrate per le casse cantonali e comunali. Mi chiedo come possa un partito che si definisce responsabile ignorare la direzione in cui stanno andando le finanze del Cantone. A livello finanziario nel 2028 rischiamo infatti un disavanzo strutturale di 450 milioni di franchi, che derivano dagli attuali 250 milioni, ai quali si aggiungono 100 milioni di perdita dovuti a Efas e 40 milioni di tagli della Confederazione». Il capogruppo socialista non ha dubbi: «Siamo su un treno che si sta dirigendo contro un muro, nonostante tutti i tagli al personale e ai servizi che il centrodestra proverà a inventarsi». Tuttavia anche l’iniziativa del 10%, targata Ps, ha un impatto non indifferente sulle casse del Cantone... «Certo, ma con una differenza fondamentale: il ceto medio riceverà un beneficio netto tra i 2mila e i 3mila franchi all’anno, anche considerando un eventuale finanziamento tramite un aumento di imposte. Al contrario, l’unica proposta concreta per finanziare il controprogetto è quella di ridurre i sussidi. Il risultato? Il ceto medio, al netto del taglio ai sussidi, si ritroverebbe con un pugno di mosche in mano».
Sempre in tema di sanità, nel pomeriggio l’Udc ha fatto sapere di aver inoltrato al Consiglio di Stato una mozione (primi firmatari Roberta Soldati e Tiziano Galeazzi) che chiede una revisione totale dell’attuale modello Ripam. Cioè dei sussidi erogati per la riduzione dei premi dell’assicurazione malattia. “La spesa per la concessione dei sussidi Ripam – si legge in una nota – ammonta a oltre 400 milioni di franchi all’anno ed è un terzo della popolazione assicurata residente a beneficiare degli aiuti”. La richiesta dell’Udc al governo, e in particolare al Dipartimento sanità e socialità, “è di conferire un mandato a un gruppo di professionisti privati di proporre entro un anno dal deposito del presente atto, un progetto di revisione totale dell’attuale modello Ripam”.
Nella seduta odierna della ‘Gestione’ sono anche stati sottoscritti i rapporti sul Consuntivo 2024, pure in aula a giugno. Centro, Plr (con riserva) e Lega (con riserva) hanno firmato il rapporto del presidente centrista Fiorenzo Dadò a favore del messaggio del governo. Ps e Verdi sostengono il rapporto di Durisch contro il Consuntivo per questioni legate ai tagli negli istituti per invalidi e nelle case anziani, come pure al non riconoscimento del rincaro pieno ai dipendenti cantonali. L’Udc ha invece sottoscritto un terzo rapporto, pure contrario al Consuntivo, ma per ragioni di risparmio, stilato da Soldati e Galeazzi.