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Se l'intelligenza artificiale sbarca negli studi legali

Ordine degli avvocati, Andrea Lenzin: ‘Una giornata per approfondire opportunità, rischi e limiti etici’. Ivan Paparelli nuovo presidente

Da Lenzin a Paparelli
(Ti-Press)
27 maggio 2025
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L’IA entra o prova a entrare anche negli studi legali del nostro cantone. «Per approfondire i temi riguardanti l’intelligenza artificiale e il suo utilizzo nella professione legale, abbiamo deciso di organizzare, idealmente ancora quest’anno, una giornata di studio focalizzata sulla comprensione delle opportunità, dei rischi e dei limiti etici dell’uso dell’intelligenza artificiale generativa nell’ambito della pratica forense e di consulenza legale», ha preannunciato il presidente uscente dell’Ordine ticinese degli avvocati Andrea Lenzin, nel tradizionale incontro con i media che l’Oati organizza poco prima della sua assemblea, stavolta tenutasi a Mendrisio nel pomeriggio.

Possibili applicazioni

Dei possibili impieghi dell’IA negli studi legali, già confrontati con una sfida importante, cioè la digitalizzazione della giustizia, ha riferito l’avvocato Sascha Schlub. «Può costituire un efficace supporto nella ricerca giuridica, nella redazione di documenti come per esempio contratti e memorandum, ma anche nella gestione degli stessi studi legali», ha indicato fra l’altro Schlub.

La conferenza stampa e la successiva assemblea dell’Ordine sono stati per l’avvocato Lenzin gli ultimi appuntamenti in veste di presidente dell’Oati. A guidare l’associazione nel prossimo biennio sarà l’avvocato Ivan Paparelli, 57 anni. Fra gli obiettivi del neopresidente, quello di «rafforzare ulteriormente i già buoni rapporti istituzionali fra l’Ordine, l’Amministrazione cantonale e la magistratura».

Pratica legale, ma a tutto campo

Sia Lenzin che Paparelli si sono pure espressi sul periodo di pratica legale degli aspiranti avvocati. In occasione degli esami per il conseguimento del brevetto, ha osservato il presidente uscente, il livello di preparazione dei candidati «è a volte insufficiente». Di qui l’invito di Lenzin e Paparelli ai «maître de stage» a «prestare maggiore attenzione alla formazione», dando agli aspiranti avvocati anche la possibilità di impratichirsi nei vari settori del diritto.

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