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Cambio di Dipartimenti tra Gobbi e Zali, la politica si accende

Riget (Ps): ‘Marketing politico’. Dadò (Centro): ‘Un circo’. Morisoli (Udc): ‘Ancora una volta hanno fatto di testa loro’. Speziali (Plr): ‘Un impulso’

E si comincia
(Ti-Press)
1 giugno 2025
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Come comprensibile che fosse, l'indiscrezione del “Mattino della domenica” sulla proposta di rotazione di dipartimenti tra Norman Gobbi e Claudio Zali ha acceso le polveri della politica. Registrato il «no comment» del coordinatore leghista Daniele Piccaluga, che rimanda a una prossima comunicazione a nome della Lega, chi non si fa remora alcuna è Sergio Morisoli, capogruppo di quell'Udc in teoria ancora alleata di via Monte Boglia. «Sono un po’ sorpreso – ci spiega –, perché se è vero che siamo alleati tutto è stato fatto a nostra insaputa. Del resto non ci hanno mai coinvolto in alcuna decisione, sulle nomine, su degli atti parlamentari... la considerazione pari allo zero da parte loro continua, e non ci stupisce». Nel concreto, per Morisoli è andata in due modi: «O il governo gentilmente ha suggerito ai due leghisti di scambiarsi i dipartimenti visto che i rispettivi progetti sono immobili e non avanzeranno nel resto della legislatura, o è la Lega stessa che si è resa conto dell'incapacità di portare avanti i dossier e quindi provano a vedere se cambiando nomi cambierà qualcosa. Vedremo».

Dadò: ‘O unanimità del governo, o fine della pace in questa legislatura’

Schietto è il presidente del Centro Fiorenzo Dadò: «Quando ci sono di mezzo Gobbi e Zali non ci si meraviglia più di niente, i ticinesi ne hanno viste talmente tante... Questa è una decisione che sembrerebbe unilaterale e del tutto improvvisata, ma è anche un'ammissione implicita del fallimento dei due consiglieri di Stato che nei loro dipartimenti hanno collezionato scarsi risultati». E Dadò li snocciola uno per uno: «Il fallimento del collegamento A2/A13, i sorpassi di spesa per la Rete tram treno del Luganese e la circonvallazione Agno-Bioggio. Giustizia2018 e Ticino2020, la casa della giustizia ferme al palo... Venire adesso a dire che Gobbi andrebbe bene per il Territorio e Zali per le Istituzioni sembra un numero da circo e fa sorridere».

Dadò attacca a testa bassa ricordando anche come «hanno fatto tutto il contrario di quanto aveva promesso Giuliano Bignasca tradendo innanzitutto la base leghista: pensiamo all'aumento spropositato dei funzionari di polizia, delle multe, dei radar, delle imposte circolazione. Pensiamo alla tassa sui rifiuti, alla tassa di collegamento, al lupo. Tentare adesso di rifarsi una verginità cambiando Dipartimento è una presa in giro dell’elettorato».

L'aspetto principale, per il presidente del Centro, è però uno: «I Dipartimenti e lo Stato sono dei ticinesi, non dei partiti, neppure di Zali e Gobbi anche se con il loro modo di agire hanno fatto credere che fosse cosa loro. A decidere sarà il governo, e se prevarrà un minimo di buon senso deve farlo all'unanimità». In assenza dei cinque sì? «Fare adesso uno strappo con una decisione presa a maggioranza, imponendo questa rotazione con una prevaricazione, sarebbe la fine della pace in questa legislatura, sarebbe uno sgarbo che farebbe terminare immediatamente buona parte della collaborazione che abbiamo avuto finora».

Riget: ‘Sono molto preoccupata’

Una bocciatura su tutta la linea arriva dal Ps, con la copresidente Laura Riget a definirla «un'azione di marketing». A partire dalle modalità, perché «se dovesse essere confermata questa indiscrezione è molto grave che esca su ‘Il Mattino della domenica’, perché bisognava parlarne come governo nelle sedi opportune. Non è una decisione di due ministri, né della Lega, né tantomeno del ‘Mattino’». Per Riget, poi, «cambiare Dipartimento richiede tempo, serviranno un paio di mesi almeno per prendere conoscenza dei dossier, mentre questo invece è il periodo dove si deve fare e si deve concretizzare: tra un anno inizierà la campagna elettorale e non si sbloccherà niente, e il rischio che vedo è ritardare ulteriormente le cose importanti. Che sono già in grosso ritardo, soprattutto nel Dipartimento istituzioni». Ma la preoccupazione di Riget è anche nel merito: «Zali ha sempre avuto una certa sensibilità ambientale, con i trasporti pubblici ha spinto molto per recuperare il gap. Gobbi avrebbe questa stessa sensibilità? Mi permetto di dubitarne». Simmetralmente, «sono preoccupata anche per la giustizia. È troppo semplicistico dire che siccome Zali viene da quel mondo lì farà bene o meglio. Una settimana fa lo stesso Zali ha scritto, proprio su ‘Il Mattino’, un articolo molto inopportuno criticando una magistrata eletta e non rispettando una decisione del Gran Consiglio, né la separazione dei poteri. Insomma, non le migliori premesse».

Speziali: ‘Speriamo in un vero cambio di passo’

Per il presidente del Plr Alessandro Speziali «così su due piedi mi sembra che in questo modo la Lega cerchi di darsi una scrollata, un impulso di novità... però con i medesimi giocatori, anche perché essendo il subentrante dei cugini non più così tanto cugini dell'Udc il rischio era di cedere a loro un Dipartimento». Detto questo, Speziali afferma che «l'auspicio è che ci sia davvero un cambio di passo nel Dipartimento istituzioni, che porti avanti le riforme che servono nell'ambito della giustizia e della procedura di nomina, perché ce n’è bisogno e l'abbiamo ricordato anche al nostro recente congresso. Sempre parlando di Dipartimento istituzioni – prosegue Speziali –, se Ticino2020 non porterà entro fino anno qualche misura concreta si abbia il coraggio di chiuderlo una volta per tutte». Passando al Dipartimento del territorio, per il presidente Plr, «abbiamo bisogno di un cambio di approccio, che deve essere meno rigido e ambientalista tout-court, più vicino al poter fare che ai divieti, più vicino ai Comuni, a chi ristruttura. E combattere una sorta di irrigidimento giuridico nelle procedure e nella visione generale del territorio».

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