L'interrogazione dell'Mps, Maderni: ‘Ho diretto la discussione ma senza esprimermi nel merito’. Intanto Pronzini e Sergi rilanciano
Si preferisce aspettare. La commissione ‘Giustizia e diritti’ “ritiene opportuno attendere le prese di posizione del Consiglio di Stato rispettivamente del Consiglio della magistratura, per quanto di propria competenza, prima di valutare se vi siano o meno le condizioni per l’esercizio dei poteri di alta vigilanza sulle autorità giudiziarie ad essa conferiti dalla Costituzione cantonale”. Stop. È quanto fa sapere in una nota diffusa nel pomeriggio lo stesso organo parlamentare dopo aver “preso atto del contenuto” dell’articolata interrogazione, che i deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi hanno depositato la scorsa settimana, intitolata “Sabrina Aldi, Cristina Maderni, Alvaro Camponovo, Eolo Alberti, Claudio Camponovo, Norman Gobbi, Claudio Zali: tanti soldi, sponsorizzazioni, politica e magistratura e… tanto altro”. Interrogazione girata alla ‘Giustizia e diritti’ e a un’altra commissione del Gran Consiglio, quella della ‘Gestione’, dall’Ufficio presidenziale (Up) del parlamento. Sì perché come ricordava venerdì il comunicato dell’Up, oltre ai sessantaquattro quesiti posti al governo, Sergi e Pronzini chiedono al Legislativo cantonale di valutare l’attivazione dell’alta vigilanza e/o l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’intreccio, secondo l’Mps, tra politica, affari e conflitti di interessi all'ombra del caso Hospita Suisse. Il dossier è stato trasmesso dai vertici del Gran Consiglio anche alla Procura e al Cdm.
In vacanza il coordinatore della ‘Giustizia e diritti’, il leghista Alessandro Mazzoleni (assente anche la collega di partito e di Gran Consiglio Sabrina Aldi), i lavori commissionali sono stati diretti dalla prima vicepresidente, Cristina Maderni. Non sarebbe stato opportuno astenersi dal condurre perlomeno la discussione sull’atto parlamentare dell’Mps, considerato che la deputata del Plr è tra le persone tirate in ballo dall’interrogazione? «Stamattina – dice, da noi interpellata, Cristina Maderni – ho sostituito il presidente della commissione, in quanto assente. Agli eventuali è stato sollevato il tema sottopostoci dall’Up». Ovvero l’atto parlamentare e le relative richieste di Pronzini e Sergi. «Ho quindi diretto la discussione sul punto, senza che ciò abbia sollevato da parte dei colleghi commissari obiezioni e, aggiungo, senza esprimermi nel merito della questione. Su quanto riportato nel nostro comunicato c’è stata la convergenza unanime di coloro che si sono pronunciati durante la discussione».
Hospita, inchiesta leghista ‘segreta’, annessi e connessi. «Il tema – afferma il centrista Fiorenzo Dadò, membro della ‘Giustizia e diritti’ – merita il massimo chiarimento, in particolare per quanto concerne il rapporto segreto. Abbiamo deciso di attendere che il Consiglio di Stato risponda a determinate domande dell’interrogazione. Dopodiché, in base alle risposte, si faranno eventuali altre considerazioni». Domani la parola passa alla commissione della ‘Gestione’.
Pronzini e Sergi hanno intanto scritto al procuratore generale Andrea Pagani, che aveva aperto due procedimenti penali a carico del pp Alvaro Camponovo, in relazione ad altrettanti capitoli del dossier: un procedimento per violazione del segreto d’ufficio e l’altro per accettazione di vantaggi – per fatti avvenuti quando era segretario giudiziario –, entrambi sfociati rispettivamente in un decreto d’abbandono e in un non luogo a procedere. Pagani aveva anche interrogato il consigliere di Stato leghista Norman Gobbi come persona informata sui fatti in relazione all’inchiesta ‘segreta’/‘parallela’ sull’affaire Hospita, decisa e affidata dai vertici del movimento di via Monte Boglia all’avvocato Enea Petrini. E poi certo, c’è l’indagine principale, quella a carico di Eolo Alberti per presunte malversazioni, condotta dalla pp Chiara Borelli.
Nella missiva inviata al pg, i due granconsiglieri dell’Mps richiamano la loro interrogazione e osservano: “Si tratta di questioni a lei ben note, oggetto di inchieste, interrogatori e decisioni già adottate dal suo ufficio. Le conclusioni cui è giunto non ci sono apparse convincenti. In particolare, riteniamo che le posizioni di diversi attori – appartenenti sia alla classe politica che alla magistratura – non siano state sufficientemente indagate né adeguatamente valutate. A nostro avviso, molti degli aspetti sollevati nell’interrogazione meritano un’analisi più approfondita, che solo una figura esterna e distaccata dal lavoro ordinario della magistratura potrebbe garantire”. Per questo invitano Pagani a inoltrare al Consiglio di Stato “la richiesta di nomina di un procuratore straordinario, con il compito di aprire un’inchiesta su tutti i punti sollevati nella nostra interrogazione e, sulla base delle relative conclusioni, avviare eventuali procedure”.
E con la separazione dei poteri come la mettiamo? La lettera non configura un’invasione di campo? «Anzitutto non ci pare che la domanda abbia molto senso in un contesto politico-giudiziario nel quale i partiti si spartiscono le poltrone dei magistrati, cosa alla quale ci opponiamo da sempre – risponde Giuseppe Sergi –. Secondo: non consideriamo una violazione della separazione dei poteri quella di manifestare la nostra insoddisfazione per decisioni prese dalla magistratura inquirente nella fattispecie e ciò alla luce della documentazione che abbiamo raccolto e trasformato in un atto parlamentare. Terzo: il procuratore generale non aveva esitato un attimo nel chiedere al governo la designazione di un procuratore straordinario che esaminasse la denuncia per pornografia sporta da due giudici del Tribunale penale cantonale nei confronti del loro presidente. Quarto: un procuratore straordinario si giustifica anche in questo caso, visto che c’è un pp, Alvaro Camponovo, il cui padre (Claudio ndr.) è comunque una delle parti, quale accusatore privato, nel procedimento contro Alberti. Inoltre ci sono degli aspetti ancora da approfondire. E a proposito del procuratore Camponovo – continua il granconsigliere dell’Mps –, da quando è stato eletto è già stato oggetto di due procedimenti penali: un fatto che, indipendentemente dall’esito delle inchieste, dovrebbe interrogare tutta la classe politica e soprattutto chi lo ha nominato».