MeteoSvizzera annuncia l’inizio di un periodo di pericolo marcato. I consigli del Gosa per la popolazione, i lattanti e i lavoratori all’aperto e non
Era ampiamente attesa, ed è arrivata con tutta la sua forza. La prima canicola seria dell'anno portata dall'anticiclone africano ha allungato la sua morsa anche in Ticino, con un'allerta di livello 3, quindi di pericolo marcato, diramata da MeteoSvizzera a partire dalle 12 di oggi, venerdì 27 giugno, fino alle 20 di mercoledì 2 luglio. Per livello 3, si intende una situazione con temperature medie giornaliere superiori ai 25 gradi per almeno tre giorni consecutivi. Il Gruppo operativo salute e ambiente (Gosa), si legge in una nota diramata dal governo, ricorda con fermezza “che in questo momento tutti devono proteggersi dal caldo: anche le persone che godono di buona salute possono soffrire forti disagi ed essere a rischio di sviluppare patologie gravi, quali il colpo di sole (o insolazione) e il colpo di calore. È quindi fortemente raccomandato ridurre le attività all’aperto nelle ore più calde, moderare l’esposizione al sole e attivare le misure di protezione sul lavoro”.
Il caldo eccessivo, si ricorda una volta di più, “comporta un forte stress termico per il nostro corpo, che cerca di ridurre la temperatura corporea tramite il sudore. Allo stesso tempo, l’aumento della sudorazione può causare un’ingente perdita di liquidi e la dilatazione dei vasi sanguigni provoca un abbassamento della pressione arteriosa. Ciò rischia di sovraccaricare il sistema cardiovascolare e può portare a malattie legate al calore come l’esaurimento da calore, il colpo di calore o il colpo di sole. Per questo motivo è importante adottare misure per mantenere il corpo fresco e idratato”.
Di qui le raccomandazioni per la popolazione, che son sempre le solite ma che è sempre bene ribadire: “Bere molta acqua e mangiare cibi freschi e leggeri, consumando molta frutta e verdura; evitare le bevande alcoliche (l’alcool disidrata); evitare gli sforzi intensi nelle ore di maggiore insolazione (tra le 12 e le 16); rinfrescare le abitazioni oscurando le finestre durante il giorno e arieggiando bene durante la notte; rinfrescare il più possibile il corpo con docce, stando in casa o in zone fresche e, se possibile, in ambienti climatizzati nelle ore di maggiore insolazione (tra le 12 e le 16); proteggere adeguatamente la pelle contro gli effetti nocivi del sole: indossare abiti leggeri, non aderenti e di colore chiaro, preferibilmente a maniche lunghe che consentano l’evaporazione tramite il sudore ma che proteggono dal calore elevato e applicare la crema solare; contattare le persone vicine (parenti, vicini di casa, in particolare gli anziani che sono soli e/o con malattie croniche) e assicurarsi che stiano bene e che seguano (e siano in grado di seguire) le raccomandazioni diramate”.
Per quanto concerne i lattanti, i bambini e le persone che sono particolarmente sensibili bisogna aumentare ancor di più l'attenzione, dal momento che “i meccanismi fisiologici di protezione contro il caldo (traspirazione, vasodilatazione) sono meno performanti nei lattanti, nei bambini, nelle persone anziane e/o persone affette da malattie croniche e/o che assumono farmaci regolarmente. Per i lattanti in carrozzina è molto importante non chiudere con un telo la cappottina al fine di permettere all’aria di circolare”.
Molta è l'attenzione da rivolgere anche alla tutela della salute dei lavoratori nei periodi di canicola, per i quali sono formulate diverse raccomandazioni: “Prevedere una ventilazione naturale o meccanica (ventilatori, cortine d’aria) per un rinnovo d’aria più frequente e una maggiore velocità di circolazione; negli spazi limitati (ad es. cabina di guida o di una gru) l’aria dovrebbe essere raffreddata; raffreddamento notturno per rinfrescare i locali e aerare bene nelle prime ore del mattino; fare in modo di non lavorare durante le ore più calde della giornata (per esempio, di comune accordo con i lavoratori, inizio della giornata alle ore 5.00); ridurre la durata di permanenza nelle zone calde indispensabili alla produzione; preferire diverse pause brevi più efficaci rispetto a poche pause lunghe (almeno 10 minuti ogni ora), fornire la possibilità di riposarsi in un locale fresco e gradevole”.
Si ricorda che la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici “è un obbligo del datore di lavoro (art. 6 della Legge federale sul lavoro). La mancata applicazione di misure di protezione può essere perseguita penalmente”.