È di nuovo positivo l’esercizio annuale dell’Ipct, l’Istituto di previdenza del Canton Ticino. La cassa ha registrato un rendimento complessivo del patrimonio del +6,10%, replicando il già valido 2023 (+5,14%). È quanto emerge dal Rapporto di gestione 2024 approvato dal Consiglio di amministrazione dell’istituto. “Il risultato patrimoniale, sommato all’avvio della costituzione delle riserve di contributi del datore di lavoro (rcdl) – si legge nella relativa nota –, permette la risalita del grado di copertura globale, fino al 68,2% (anno precedente: 64,8%), che torna ad allinearsi a quanto previsto dal cammino di finanziamento (68,3% a fine 2024), dopo che l’annus horribilis 2022 aveva accentuato lo scostamento da esso”. Le simulazioni del perito in materia di previdenza professionale, viene quindi rimarcato nel comunicato, “permettono di attestare il raggiungimento, entro il 31 dicembre 2051, dell’obiettivo legislativo cantonale, vale a dire un grado di copertura pari all’85% (superiore all’obbiettivo legislativo federale pari all’80%)”.
Entrando nel dettaglio, il numero di assicurati attivi è aumentato di 33 unità a 17’191, mentre quello dei beneficiari di rendita di 87 unità salendo a 10’441, per un totale di persone assicurate a fine 2024 pari a 27’632 (anno precedente: 27’512). Il patrimonio disponibile – al netto quindi della rcdl ordinaria – è aumentato di 286 milioni raggiungendo quota 5’491 milioni, mentre gli impegni sono aumentati di 26 milioni a 8’053 milioni. La remunerazione degli averi di vecchiaia nel 2024 è stata dell’1,75% (2023: 1,50%).
Non solo. Nel 2024 ha, come detto, anche preso avvio la costituzione delle rcdl, ossia un anticipo di contributi del datore di lavoro, con l’emissione obbligazionaria, da parte del Cantone, della prima tranche da 100 milioni di franchi a un costo annuo (contabilmente a carico dell’Ipct) dello 0,9823%. Il patrimonio complessivo dell’Ipct è così aumentato di 100 milioni di franchi. Soldi, precisa la nota, “che sono stati investiti secondo strategia, ciò che, nel lungo termine dovrebbe in teoria generare un rendimento netto supplementare a beneficio della situazione finanziaria della Cassa”. Inoltre, si rileva, “di questi 100 milioni, 35 sono rcdl con rinuncia all’utilizzazione e possono quindi essere attribuiti al patrimonio disponibile per il calcolo dei gradi di copertura dell’Ipct, determinando quindi un immediato miglioramento degli stessi, seppur solo di natura contabile”.