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‘Aziende destabilizzate, lunedì una corsa contro il tempo’

Il direttore regionale di Minergie sullo stop agli incentivi per nuovi edifici: ‘Ma il margine per non venire meno agli obietti di sostenibilità rimane’

‘Gli aiuti per stabili già esistenti restano in essere’
(Ti-Press)
2 luglio 2025
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È una notizia che ha destabilizzato molte aziende attive nell’ambito delle certificazioni Minergie quella annunciata lunedì dal Consiglio di Stato. Parliamo della decisione del governo di cessare lo stanziamento di incentivi cantonali per nuove costruzioni con standard Minergie-A e Minergie-P comunicata lunedì, appunto, e in vigore da ieri, martedì 1° luglio. Lunedì, ci spiega in tal senso il direttore dell’Agenzia Minergie della Svizzera italiana Milton Generelli, è stata per certi versi una corsa contro il tempo: «Chi è riuscito a reagire tempestivamente facendo una richiesta ancora entro la mezzanotte si è assicurato l’incentivo già preventivato. Chi non l’ha fatto, purtroppo ora non ha più possibilità di fare domanda. Come ente certificatore verremo immagino sollecitati a stretto giro in merito, ma allo stato attuale possiamo fare ben poco».

‘Entità e tempistiche impreviste’

C’era un sentore dell’imminente decisione dell’Esecutivo o è stato un fulmine a ciel sereno? «Piuttosto la seconda», commenta sempre Generelli, che non nasconde: «Al netto delle ristrettezze economiche sia a livello cantonale sia sul piano nazionale e dell’esigenza di risparmiare, ci aspettavamo che presto o tardi ci sarebbe stata una riduzione delle aliquote messe a disposizione, ma non certo una cancellazione tout court». E questo anche «considerando che il Ticino era tra i Cantoni che incentivava in maggior misura le certificazioni Minergie-A e -P per nuove costruzioni». Insomma, ribadisce il direttore di Minergie Svizzera italiana, «un certo presentimento c’era, ma non di questa entità e sicuramente non in questa tempistica».

Al di là delle modalità, riprende quindi Generelli, «posso anche capire la necessità di efficientare e decarbonizzare l’attuale parco immobiliare che già esiste e già consuma». Lo stop agli aiuti diretti riguarda unicamente, è bene precisarlo, le nuove costruzioni che vogliono ottenere il riconoscimento Minergie-A o -P: come si legge nel comunicato del Consiglio di Stato la decisione è infatti “di indirizzare gli investimenti in ambito energetico prioritariamente al sostegno del risanamento degli edifici esistenti e della conversione di impianti di riscaldamento elettrici diretti o alimentati con combustibili fossili con energie rinnovabili, eliminando gli incentivi a favore dei nuovi edifici realizzati con altissimi standard energetici”. «Tutti gli altri incentivi, destinati a edifici già esistenti, rimangono in essere», rimarca in questa direzione Generelli. E spiega: «Che sia il risanamento dell’involucro degli stabili o il passaggio da fonte fossile a fonte rinnovabile, ma anche il fotovoltaico; tutte queste casistiche rimangono incentivate». Per le nuove costruzioni, ricorda poi, «l’attuale minimo di legge già chiede alti standard. È però altrettanto vero che Minergie-A e -P sono l’eccellenza». Non solo. Per Generelli, «l’incentivo non dovrebbe essere l’unico argomento per realizzare edifici nuovi che puntano in alto. Nella Svizzera tedesca e nella Svizzera francese – nota il direttore regionale – è da diversi anni che i numeri più grandi li fanno i nuovi edifici residenziali plurifamiliari Minergie base. Ovvero uno standard non incentivato da nessun Cantone per gli edifici nuovi». In altri termini, prosegue, «questo significa che l’investimento negli obiettivi promossi da Minergie viene fatto a prescindere dall’incentivo. Vero anche che l’incentivo incentiva gli indecisi». In estrema sintesi, indica, «il margine per non venire meno agli obiettivi della politica energetica rimane».

‘Il minimo di legge ha colmato il gap, ma noi continuiamo a innovare’

Non è inoltre detto che a questa storia la parola fine sia stata scritta. Sono infatti due gli atti parlamentari inviati lunedì al governo da sedici deputati di diversi partiti. Una mozione e un’interpellanza in cui si chiedono al Consiglio di Stato lumi, ma soprattutto di fare dietrofront con la cessazione degli incentivi. «Sono molto curioso – afferma Generelli – di sapere che tipo di discussioni avranno luogo e se ci saranno eventuali cambiamenti rispetto alla decisione attuale. Quello che posso dire da tecnico, proprio perché le discussioni le lascio alla politica, è che qualora si volesse valutare un altro approccio, come osservatorio privilegiato sul tema, abbiamo diverse informazioni, dati e spunti che potrebbero interessare per ricalibrare le modalità d’incentivazione». O ancora: «Ora ci si concentra molto sugli incentivi diretti che riceve un committente o un investitore, ma ci sono anche diversi aiuti indiretti. Uno su tutti è l’attuale bonus sulla superficie utile lorda, ovvero semplificando, la possibilità di costruire un edificio del 5% più grande con uno standard di qualità elevata. Certo, il singolo proprietario di casa monofamiliare se ne fa poco, ma per chi costruisce e investe un 5% in più a volte incide maggiormente rispetto a un incentivo diretto». L’auspicio è quindi che in futuro si possa lavorare più spesso con questo tipo di strumenti, diversificando in base agli obiettivi di sostenibilità.

Tra i motivi che hanno spinto il governo a rimuovere gli incentivi il fatto che “i nuovi edifici sottostanno a prescrizioni energetiche più restrittive, a favore di una maggiore efficienza energetica rispetto al passato”. «Non si discute – rileva Generelli – che il minimo di legge abbia negli anni colmato il gap con Minergie. Noi però siamo sempre andati avanti con diverse innovazioni, tant’è che Minergie oggi è più stringente in termini di efficienza, qualità, comfort e protezione del clima, mentre l’anno prossimo introdurremo delle importanti novità. Tra queste – continua – oltre al limite sull’energia consumata, un requisito più stringente per dell’energia grigia, quindi l’energia nel suo insieme per quanto concerne anche la realizzazione dei materiali o la costruzione dell’edificio». A ciò si aggiunge la volontà di offrire una soluzione concreta al costruire a ‘zero netto’, vale a dire azzerando le emissioni di CO2: «Il prossimo anno lanceremo una nostra certificazione, complementare a quelle già in essere», dice il direttore regionale. E conclude: «Questi due esempi sono indicativi di come continuiamo a lavorare per indicare una via che, una volta consolidata, si potrebbe applicare a larga scala».

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