Lavoro aumentato nel 2024 per l’Automobile club svizzero. ‘Spesso si riesce a far ripartire il veicolo sul posto. Ma con le elettriche è più difficile’
Il caldo, le vacanze e i guasti alle automobili. Il periodo estivo è, senza dubbio, il momento dell’anno durante il quale si registrano più problemi ai veicoli. A livello svizzero, ma pure in Ticino. Lo sa bene l’Automobile club svizzero (Acs), che l’anno scorso ha ricevuto 11’925 richieste di intervento, oltre 32 al giorno, e a sud delle Alpi ha effettuato 1’144 interventi, circa tre al giorno. Una cifra in crescita, e non di poco (+7,3% il numero di interventi a livello nazionale), rispetto al 2023. «È un dato che ha sorpreso pure noi – ammette Benjiamin Albertalli, direttore dell’Acs sezione Ticino –. Il numero dei nostri soci, come quello di altre realtà associative simili alla nostra, è rimasto piuttosto stabile. Così non è stato però per il numero di interventi». Cos’è successo quindi? «Ci siamo dati una spiegazione piuttosto semplice: i nostri soci, circa 8mila in Ticino, hanno sfruttato maggiormente il servizio che offriamo. E questo ci fa ovviamente piacere».
Numeri alla mano, i problemi che hanno richiesto il maggior numero di interventi (e decisamente in crescita rispetto all’anno precedente) sono stati legati alla batteria. «Si tratta principalmente di problemi di avviamento – spiega Albertalli –. Quindi con motori tradizionali». Altro discorso per quanto riguarda le automobili elettriche: «La difficoltà, con questo tipo di vetture, è un’altra». Ovvero, «spesso, a differenza dei veicoli con motore a scoppio, non è possibile risolvere il problema sul posto». Questo comporta ovviamente un lavoro ulteriore per l’operatore. Il veicolo va infatti caricato e portato in officina per le riparazioni, con conseguente disagio anche per l’automobilista, che non può riprendere immediatamente il viaggio.
Nel 2024, a livello nazionale, il servizio di soccorso stradale dell’Acs è intervenuto in 11’925 casi. La maggior parte degli interventi, l’87 per cento del totale, ha avuto luogo sul territorio nazionale, mentre il restante 13% è stato effettuato nel resto d’Europa. «Molte persone sottoscrivono il servizio prima di lunghi viaggi, anche se poi la maggior parte dei problemi si verifica nell’uso quotidiano degli spostamenti. In ogni caso – precisa il direttore dell’Acs Sezione Ticino –, in oltre il 60% dei casi il problema è stato risolto direttamente sul posto».
Le panne più frequenti, come detto, sono state causate da problemi alla batteria (43% dei casi). Ci sono poi i guasti alle ruote e ai pneumatici (16%), al motore (13%), mentre sono calati rispetto all’anno precedente i guasti elettronici (dal 16 al 5%). Resta invece piuttosto alto il grado di soddisfazione degli utenti. Secondo un sondaggio interno, i clienti Acs hanno valutato la qualità del soccorso stradale con 4,57 punti su 5.
Il Ticino non dovrebbe farsi promotore della circolazione di veicoli senza conducente su tratti di strade autorizzati. O almeno è quello che pensa il Consiglio di Stato che invita il Gran Consiglio a respingere la mozione presentata sul tema dal deputato del Centro Paolo Caroni e cofirmatari a inizio anno. L’atto parlamentare si ispira alla recente entrata in vigore dell’Ordinanza sulla guida automatizzata, che disciplina i requisiti per l’immatricolazione e l’utilizzo di veicoli a motore a guida automatizzata, nonché il trattamento dei dati connessi a tali veicoli, adottata dal Consiglio federale nel dicembre 2024.
Cinque le richieste al governo. In primis, che il Ticino si candidi come cantone sperimentale per la guida autonoma. Su questo punto, in risposta a Caroni, l’Esecutivo afferma che “tutti i progetti pilota sinora effettuati sono stati promossi e realizzati da attori privati e non da Confederazione, Cantoni o Comuni”. In secondo luogo, la mozione chiede che il Cantone coordini l’adeguamento normativo e infrastrutturale per consentire la circolazione dei veicoli a guida autonoma. “Per quanto attiene alla definizione dei tratti idonei all’interno del cantone – scrive quindi il governo –, l’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, ha istituito recentemente un gruppo di lavoro che si occuperà della definizione dei criteri di valutazione dei tratti, tale definizione verrà integrata in un’istruzione del Datec attesa per dicembre 2025”. E aggiunge: “Attualmente il Ticino non promuove partenariati pubblici e privati in ambiti sperimentali”. Il Consiglio di Stato ritiene quindi “prematuro avviarne uno nell’ambito della guida autonoma”. Rispetto agli adeguamenti delle infrastrutture stradali, il governo fa notare come “lo sviluppo della tecnologia sia principalmente legato al miglioramento dei veicoli a guida autonoma piuttosto che alla modifica dei tratti stradali. La tecnologia dei veicoli è infatti sempre in fase di modifica proprio per adattarsi alle condizioni esterne, piuttosto che il contrario”. Caroni e cofirmatari sollecitano poi la promozione di una formazione specifica degli operatori che monitoreranno i veicoli senza conducente. Pronta la replica del governo: “Attualmente una formazione specifica in questo ambito non esiste nel sistema svizzero”. La sua attuazione dovrebbe, per il Consiglio di Stato, essere presa a carico dalle organizzazioni del mondo del lavoro e promossa a livello nazionale. E anzi, “un’azione a livello cantonale non sarebbe adeguata né efficace, considerata la natura innovativa e specialistica del settore”. Il Ticino è poi chiamato dai mozionanti a sostenere la sperimentazione di progetti pilota con veicoli a guida autonoma. Risponde l’Esecutivo: “Si ritiene che, con l’adesione all’alleanza intercantonale per la guida autonoma Alauf e con i passi intrapresi nel seguire il tema della guida autonoma, il Canton Ticino sia al passo con i tempi”. Per il governo “non è quindi competenza del Ticino provvedere alla sperimentazione”. Non da ultimo, la mozione chiede che il Ticino si coordini con altri Cantoni e la Confederazione per la definizione di standard di sicurezza, interoperabilità e protezione dei dati. Tema che però stando al governo è “prevalentemente di natura legislativa federale”. Ciò detto, anche al netto dell’adesione ad Alauf, la questione “può considerarsi evasa e garantita”.