Formalizzata la richiesta dei trentasette deputati di ricevere dal Consiglio di Stato un documento dettagliato sui motivi della decisione del 9 luglio
L’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio non ha perso tempo. Ieri ha scritto al governo dando seguito alla richiesta dei trentasette deputati che hanno aderito alla proposta dell’Mps per una seduta parlamentare straordinaria, nel frattempo agendata per il 25 agosto. La richiesta è quella di ricevere dal Consiglio di Stato, in vista della citata seduta, un documento dettagliato sulle ragioni politiche e amministrative che lo hanno portato a decidere l’accrocchio/pastrocchio – tradotto: scambio di alcuni dossier fra i ministri leghisti Gobbi e Zali – in occasione della extra-muros di Bedretto dello scorso 9 luglio.
«L’Ufficio presidenziale ha in pratica funto da postino: il documento chiesto al governo dovrebbe permettere, negli intendimenti dei trentasette deputati, di incanalare la discussione durante la seduta straordinaria del parlamento», dice, interpellato dalla ‘Regione’, il presidente del Gran Consiglio Fabio Schnellmann (Plr).
Il governo potrebbe tuttavia non accogliere la richiesta e quindi non allestire il documento, visto che quanto deciso (all’unanimità) nella riunione extra-muros è di sua esclusiva competenza. «Ne discuteremo in Consiglio di Stato», taglia corto il suo presidente, il leghista Norman Gobbi.
Un rifiuto dell’Esecutivo solleverebbe però ulteriori polemiche di natura politica, dopo quelle innescate dal pastrocchio uscito dalla sua ultima riunione prima della pausa estiva. E forse non sarebbe stata chiesta una seduta straordinaria del Gran Consiglio, se il governo quel 9 luglio anziché affidare a una noterella stampa le (non) spiegazioni sul cosiddetto mezzo accrocchio, avesse tenuto una conferenza stampa, rispondendo così alle domande dei giornalisti. Trasparenza disattesa.