Secondo le deputate di Più Donne Mossi Nembrini e Merlo, che interpellano il Consiglio di Stato, urge applicarla meglio
La Legge sulle commesse pubbliche è un optional per le professioni di architetto e ingegnere? A porre la domanda al Consiglio di Stato, partendo dalla progettazione e direzione dei lavori per la palestra tripla a Lugano e del nuovo ponte di Visletto, sono le deputate di Più Donne Maura Mossi Nembrini e Tamara Merlo.
“Nel solo mese di luglio – si legge nell’interpellanza – ben due importanti commesse pubbliche da oltre 10 milioni sono state oggetto di comunicazione sui media senza che fosse pubblicato il dettaglio del risultato del relativo concorso di progettazione e direzione lavori secondo la Legge sulle commesse pubbliche”. Mossi Nembrini e Merlo ritengono dunque che “la procedura del concorso di progetto non venga utilizzata secondo i criteri che la Legge sulle commesse pubbliche impongono ai committenti pubblici”. Motivo per cui, sottolineano, “è urgente che venga sempre utilizzata anche per rispondere alla strategia di una cultura della costruzione di qualità promossa dal Consiglio federale”.
Per quanto concerne i due casi specifici che hanno dato il La all’atto parlamentare, “è notizia del 4 luglio scorso – scrivono le due granconsigliere – che la Sezione della logistica del Cantone ha promosso la costruzione di una nuova tripla palestra a Lugano. Costo dell’operazione 10 milioni. L’onorario per la progettazione di un’opera di questa portata supera ampiamente la soglia di 250mila franchi. Ma non vi è l’ombra di un concorso di progetto”. Idem per il ponte di Visletto: “Basti pensare al suo ‘concorso’. Pur essendo un’opera con un valore emotivo storico e culturale altrettanto importante tanto quanto la sua funzione di attraversamento – deplorano Mossi Nembrini e Merlo –, non si sa nemmeno chi vi abbia partecipato, con che modalità, chi abbia presieduto la giuria e quali siano stati i criteri d’aggiudicazione”.
Puntuali le domande all’indirizzo del governo. Mossi Nembrini e Merlo chiedono in primis se “per la progettazione delle sue opere, il cui onorario per le prestazioni di architettura, rispettivamente d’ingegneria, superi la soglia del mandato diretto e ad invito, il Consiglio di Stato intenda in futuro organizzare sistematicamente dei concorsi di progetto nel caso in cui necessita di un progetto per realizzare un’opera edile e di genio civile”. Ricordando come una sentenza del Tram, il Tribunale cantonale amministrativo, non permetta di suddividere le commesse di progettazione e di direzione dei lavori per eludere la procedura di un concorso pubblico – la maggior parte delle opere pubbliche prevederebbero quindi la procedura del concorso di progetto –, le due deputate di Più Donne chiedono poi al governo come intenda “garantire la concorrenza nella categoria di architetti e ingegneri, professione che ha reso noto e grande il Ticino”. Venendo al ponte di Visletto, le parlamentari chiedono inoltre come fosse “composta la giuria per l’iter nella forma di ‘impresa totale’ promosso con l’invito a sette ditte”, quali siano stati “i criteri di aggiudicazione” e se esistano “il rapporto di valutazione dei progetti e una classifica”. Per la tripla palestra di Lugano, proseguono le domande, “quando è iniziata la progettazione? Si può parlare di urgenza (quale è stato l’evento imprevedibile)? Nella scelta di optare sempre più per edifici prefabbricati, perché la messa in concorrenza del progetto è esclusa?”. Non da ultimo, “il Consiglio di Stato intende promuovere altri iter nella stessa forma anche in futuro con la motivazione ‘che tale procedura ha consentito una significativa riduzione dei tempi di realizzazione rispetto alle procedure ordinarie’ come per il ponte di Visletto?”.