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Fotovoltaico, errori in conteggi e pagamenti, ‘ma la situazione sta rientrando’

Disagi per oltre un centinaio di produttori legati ad Aet. L'azienda chiarisce: ‘Difficoltà dovute al cambio di pagamenti da annuale a trimestrale’

Oltre 13mila impianti in Ticino
(Ti-Press)
8 agosto 2025
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Qualche conteggio sballato e ritardi nei pagamenti. Sono i disagi con cui si sono confrontati alcuni produttori Fer, piccole imprese o privati che hanno installato pannelli fotovoltaici sui propri edifici, nell’ultimo periodo. Una situazione riconosciuta e ammessa dall’Azienda elettrica ticinese (Aet) alla quale i produttori rivendono l’energia fotovoltaica in eccesso, ovvero quella che producono e non utilizzano per il proprio fabbisogno. Aet che ha scritto nelle scorse settimane a tutti i produttori per informarli dei disagi che riguardano alcuni di loro. “Gentili produttori – si legge nella missiva –. Per beneficiare del contributo unico ai sensi dell’articolo 20 Refr (il regolamento per il Fondo delle energie rinnovabili, ndr) avete deciso di cedere ad Aet l’energia elettrica in esubero dal vostro impianto fotovoltaico. Con la presente illustriamo brevemente le cause che hanno finora comportato i ritardi nella remunerazione delle produzioni cedute”. Tema della remunerazione che, tra l’altro, ha tenuto banco negli scorsi mesi. Numerosi produttori si sono infatti lamentati delle tariffe basse applicate: 22 centesimi al kilowattotra nel 2022. Solo 3 ct/kWh questo trimestre, il minimo da oltre un decennio. Una riduzione, è stato spiegato dalle autorità, da ricondurre soprattutto agli andamenti di mercato.

Tornando ai ritardi nei pagamenti e agli errori di conteggio. L’azienda elettrica nella lettera inviata ai produttori spiega i motivi: “Per allestire i conteggi che generano le note di credito relative alle cessioni di energia, Aet deve disporre dei dati di produzione misurati dal vostro gestore di rete”. Ovvero l’azienda comunale o regionale che si occupa della gestione sul territorio. “Questi dati – precisa l’Aet – vengono trasmessi digitalmente, di regola ogni quarto d’ora e periodicamente verificati”. E proprio qui si crea l’inghippo. “In presenza di lacune, causate principalmente da errori di trasmissione, si deve procedere alla ricostruzione dei dati mancanti”. Questo perché il pagamento della retribuzione può avvenire unicamente quando l’Azienda elettrica dispone dei dati di produzione completi.

Ad avvertire Aet dei malfunzionamenti, come detto, sono stati le stesse ditte e privati che rivendono l’energia in eccesso. “Più produttori ci hanno segnalato delle incongruenze nei conteggi e ritardi nei pagamenti ricevuti. Inconvenienti per i quali ci scusiamo. Consapevoli della necessità di accelerare le procedure – aggiunge l’Azienda elettrica –, insieme ai gestori di rete stiamo implementando misure per migliorare lo scambio dati”. A essere interessati sono circa 13mila impianti sparsi su tutto il territorio cantonale. Un numero in costante crescita. Il volume aumenta infatti di circa 2-3mila impianti ogni anno.

«Nel corso dell’ultimo anno abbiamo registrato diverse centinaia di segnalazioni su un totale di oltre 13mila impianti», spiega contattato da ‘laRegione’ Pietro Jolli, responsabile della comunicazione di Aet. «Il numero di segnalazione, in ogni caso è in progressiva diminuzione». Le difficoltà sono infatti emerse nel corso del 2024, in concomitanza con il passaggio dalla remunerazione annuale a quella trimestrale. «Le problematiche – aggiunge Jolli – sono legate principalmente a lacune nei dati forniti dagli strumenti di telelettura, i cosiddetti smartmeter». Gli errori non sono quindi imputabili a singoli gestori di rete. «Questi problemi si manifestano soprattutto in alcune aree geografiche dove la qualità della trasmissione dei dati risulta meno affidabile». In ogni caso, ci tiene a sottolineare Jolli, «la problematica è circoscritta».